Ho letto la Bibbia - Antico Testamento

2025-07-26
Appunti di Umberto Salsi
salsi@icosaedro.it
www.icosaedro.it/ho-letto-la-bibbia

Vol. 1: Panoramica
Vol. 2: Antico Testamento (questo documento)
Vol. 3: Nuovo Testamento
Vol. 4: Apocrifi
Vol. 5: Corano

Indice

Riferimenti

Testo della Bibbia

Analisi critica della Bibbia

Oltre la Bibbia: apocrifi e Corano

Panoramica sull'AT

Comprende il Pentateuco, i libri storici, sapienziali e profeti. Le versioni più antiche oggi disponibili sono, per ordine di antichità, la Septuaginta (scritta in greco), i rotoli di Qumran (scritti in ebraico) e il testo Masoretico del Codice di Leningrado (scritto in ebraico).

Tutte le versioni raccontano le stesse vicende del popolo di Israele. Ma le differenze che balzano subito all'occhio sono i nomi della divinità che vi appaiono. Mentre nella versione in greco abbiamo basilarmente un solo dio degli Israeliti privo di un nome proprio, nelle versioni in ebraico compaiono una varietà di nomi che lasciano aperta la possibilità di un panteon celeste più articolato costituito da esseri chiamati elohim, che hanno un capo chiamato Elyon, una serie di membri minori (Astarte, Kamosh, Milcom, Baal, ecc.) e tra questi elohim minori compare anche Yahweh dio degli Israeliti, con un Yahweh deluso per l'esiguità della eredità ricevuta dal capo e per questo fermamente e ferocemente determinato a conquistare quel territorio che è convinto gli sia dovuto: Canaan.

Ma procediamo con ordine, ed esaminiamo il linguaggio e la terminologia delle diverse versioni dell'AT.

Transizione dal politeismo al monoteismo

Diciamo subito che i Giudei avevano un rapporto molto concreto e utilitaristico con gli dèi: vedremo diversi esempi in cui i protagonisti contrattano la loro fedeltà al dio che gli si presenta (Abramo, Giacobbe), vedremo opportunistici passaggi da un dio all'altro (es. Giacobbe con gli idoli a Sichem), vedremo che il papà di Abramo e il fratello di Abramo servivano altri dèi (Giosuè 24,2), vedremo che è del tutto normale per le genti di quel tempo servire gli dèi del luogo in cui si vive e cambiarlo quando ci si trasferisce, vedremo consultazioni generali per stabilire quale dio servire (es. Giosuè 24), vedremo gli Israeliti e i loro re cambiare spesso dio (numerose volte), vedremo che il tempio di Salomone serviva diversi culti, vedremo che il popolo al di fuori di Gerusalemme continuerà ad adorare decine di dèi diversi almeno fino alla imposizione della monolatria da parte di re Giosia, vedremo vari casi in cui i protagonisti sono perfettamente consapevoli che popoli diversi adorano dèi diversi (es. giuramento di Giacobbe a Labano sugli dèi dei loro padri). Decisamente la teologia era una disciplina di pensiero completamente estranea ai Giudei così come ai popoli che li circondavano almeno fino alla svolta culturale del Periodo Assiale, quando emergeranno nuove concezioni metafisiche.

Del resto gli studi critici degli archeologi e degli storici (v. [FINKELSTEIN], [LIVERANI], [TOMMASI]) che descrivono come perché la Bibbia fu scritta, non hanno neppure bisogno di prendere in esame la questione teologica, tanto essa è secondaria rispetto alle vere ragioni che hanno mosso gli autori dei testi sacri.

Tuttavia oggi il profano che per la prima volta si avvicina allo studio della Bibbia è proprio questa una delle prime domande che si pone: acquisito il fatto evidente che i racconti della Bibbia nascono in un contesto politeistico, come e quando è avvenuto il passaggio al monolatrismo e poi al monoteismo?

Politeismo materialistico

Nell'antichità i Sumeri, gli Egiziani, i Greci, i popoli germanici, tutti avevano una concezione politeistica e avevano un rapporto utilitaristico con gli dèi. Lo stesso vale per i Giudei e gli altri popoli dell'area di Canaan.

La contrapposizione tra bene e male come concetti morali era del tutto sconosciuta alla mentalità giudaica, che usa le stesse parole ma per riferirsi ai beni materiali e alla sofferenza fisica: Yahweh "benedice" la fedeltà di Giobbe con figli e greggi, mentre punisce la disubbidienza di Adamo ed Eva che hanno mangiato il frutto del "bene e del male" con la fatica del lavoro e la sofferenza del parto. In breve, nella concezione giudaica i premi e le punizioni sono tutti nell'aldiquà.

Monolatrismo materialistico

Nel 7o secolo a.C. il piccolo Regno di Giuda, assediato su tutti i confini, reagisce con una svolta nazionalista che accentra il potere e il culto in Gerusalemme, trae legittimazione dal dio Yahweh, fissa le norme religiose e civili nella Scrittura, e si prepara ad estendere il suo dominio nel territorio del nord. Dunque un popolo, un dio, un territorio, una Legge, una nazione, un unico destino. La teocrazia di re Giosia è un momento di svolta che durerà appena qualche anno ma che lascerà il segno, anche dopo la catastrofe finale della caduta di Gerusalemme.

Monoteismo materialistico

Dopo l'esilio babilonese (conseguente alla occupazione di Gerusalemme da parte degli assiro-babilonesi) gli Israeliti cominciano l'elaborazione in chiave più strettamente monoteistica della Bibbia, cercando di accreditare l'idea di un unico dio fortissimo contro idoli di pietra inerti. Provo ad elaborare possibili motivazioni di questa transizione:

Adeguare la traduzione ai gusti sofisticati della cultura ellenistica offrì una grande opportunità. Infatti nella cultura e nella lingua semitica non esistono i concetti metafisici e non esistono le rispettive parole per indicarli quali: dio, creare dal nulla, immortalità, eternità. Ma adesso, con la lingua greca, si aprono nuove possibilità espressive. I traduttori, che erano sicuramente Giudei osservanti, dovevano anche risolvere il problema di come offuscare il nome sacro del loro dio, che gli infedeli avrebbero sicuramente pronunciato senza ritegno in violazione del comandamento. La Septuaginta ha quindi condotto quella deliberata trasformazione del testo in chiave monoteistica e metafisica che non era accessibile alla lingua originale.

La seguente tabella mostra la conversione dei termini da politeisti materialisti (come nel Tanach) a monoteisti metafisici (come nella Septuaginta). NON SI APPLICA al Nuovo Testamento, che è scritto direttamente in greco e da persone con una mentalità completamente diversa e che vogliono dire cose completamente diverse.


Terminologia politeista materialista Terminologia monoteista metafisica
barà creare dal nulla
olam eternità
el, elohim, eloha dio, iddio, dèi, ma anche giudici
Elyon, El Elyon altissimo
Yahweh signore, eterno
Yahweh elohim signore iddio
El Shaddai iddio onnipotente
malach (pl. malakim) angelo, arcangelo
kavod gloria
ruach spirito

Nel glossario che segue vedremo nel dettaglio il significato di tutti i termini della tabella.

La Bibbia masoretica e le bibbie ebraiche moderne hanno parzialmente ristabilito quello che si pensa fosse il testo originale pre-esilio babilonese, ma siccome non sono sopravvissute copie di quel testo, non possiamo averne la certezza; l'unica certezza è che i testi che abbiamo non sono quelli composti nell'arco di tempo tra il 1000 a.C. e il 586 a.C.

Ecco perché edizioni diverse della Bibbia possono differire in molti punti anche in modo importante, soprattutto quando è coinvolta la divinità.

Monoteismo metafisico

La figura del diavolo come signore del male fu introdotta nella teologia cristiana e islamica in contrapposizione al dio del bene per spiegare come mai il male è ancora presente sulla Terra; tale personaggio non esiste nel Tanach (vedi il Glossario per i dettagli). Per questo motivo Satana come personificazione del male assoluto viene introdotto dalla Bibbia solo in Luca 10,18 per poi venire ulteriormente sviluppato nella teologia cristiana in contrapposizione al soggetto divino del bene assoluto. In breve, nella concezione cristiana e islamica i premi e le punizioni sono tutti (o quasi tutti) nell'aldilà e da qui la necessità del concetto di anima che sopravvive alla morte del corpo.

Vedremo come la contrapposizione tra queste due mentalità opposte, quella materialistica e quella metafisica, diventa evidente in Giovanni 8,30-59 quando Gesù tenta di spiegare la sua concezione metafisica ai Giudei, e questi ultimi lo lapidano.

Glossario dell'Antico Testamento

Pentateuco = i primi cinque libri della Bibbia nella versione cristiana.

Esateuco = Pentateuco + libro di Giosuè.

Torah = Pentateuco in lingua ebraica.

AT = Antico Testamento comprendente Pentateuco, libri storici, sapienziali e profeti.

Tanach = l'AT ebraico.

Barà: parola ebraica che viene usata col significato di intervenire per modificare una situazione in funzione delle proprie esigenze e, tra i vari significati, cita i seguenti: tagliare, modellare, dare forma, separare e, addirittura, lubrificare. Erroneamente tradotto come creare dal nulla. Cfr [BIGLINO_DIO] p.34. L'affermazione esplicita che la creazione è avvenuta dal nulla nella Bibbia sta solo in 2Maccabei 7,28 che però è un testo scritto in greco e non è canonico per il Giudaismo.

Olam: parola ebraica che indica un periodo di tempo lungo e indeterminato, ma non infinito. Viene tradotto con eternità sebbene sia certamente errato. Cfr [BIGLINO_DIO] p.35.

Olocausto: significa bruciare la carne e il grasso della vittima sacrificale fino alle ossa. Il Pentateuco prescrive minuziosamente le modalità e la periodicità di questi sacrifici, che devono seguire un ben preciso rituale che è parte della Legge che Yahweh ha dettato a Mosè. Yahweh imporrà il sacrificio di tutti i primogeniti maschi, sia degli uomini che degli animali (Esodo 13,1-16; Esodo 22,28); per gli uomini sarà consentito il riscatto con un agnello.
Sulla questione c'è però una ambiguità tra il testo che ci è pervenuto (dove la possibilità del riscatto è prevista fin dall'inizio) e le affermazioni di Geremia 7,31 ed Ezechiele 20,25-26 secondo i quali questi sacrifici umani erano ripresi o non si erano mai interrotti. Re Giosia interviene con il divieto dei sacrifici umani al dio Moloch (2Re 23,10), ed è possibile che sulla questione sia intervenuto con la sua riforma religiosa che ha riscritto tutto o parte dei testi (2Re 22).
Paolo condanna gli olocausti perché non servono a cancellare il peccato (Lettera agli Ebrei 10,1-18).

Spirito Santo: nel Tanach è il ruach di|degli elohim (v. ruach nel seguito), tradotto come alito divino oppure spirito santo, che poi in definitiva è dio nell'AT e diventa entità metafisica rappresentante dio nel NT.

Azzimi: pane non lievitato fatto con farina di frumento o di orzo, cioè senza usare la pasta madre messa da parte. Si prepara quando si ha fretta, oppure quando si celebra la Pasqua in ricordo della fuga precipitosa dall'Egitto (Esodo 13,3), oppure nella festa degli azzimi al termine del raccolto quando si vuole offrire alla divinità un prodotto fatto con sole cose fresche. La Pasqua e la festa degli azzimi verranno assimilate in una unica cerimonia (Esodo 12,15-17; Luca 22,1).

Pentecoste: secondo [PAOLINE] è la festa celebrata all'inizio della mietitura del grano; è chiamata anche festa della mietitura o festa delle settimane (Levitico 23,15-22).

Capanne o Tabernacoli: secondo [PAOLINE] è la festa che si celebra alla fine del raccolto stando nelle capanne provvisorie costruite vicino ai campi coltivati; dura 7 giorni (Numeri 29,12-38).

Pasqua: secondo [PAOLINE] è una festa annuale pre-israelitica, celebrata nel plenilunio di primavera, quando si trattava di andare a cercare pascoli per l'estate, per cui si offrivano sacrifici propiziatori; gli ebrei accettarono questa festa, ma per celebrare la liberazione dalla schiavitù d'Egitto. Prescrizioni per il rito in Deuteronomio 16. La parola Pasqua viene dall'ebraico "pesach" = salto, che forse si riferisce al balzo dalla condizione di schiavitù alla libertà.

Gerarchie degli dèi

Elohim: parola ebraica (אלהים) che appare nel Tanach e suona come un plurale ebraico (-him). Il significato è ignoto, per cui va considerato intraducibile. E' così che nell'antico testamento vengono indicati i soggetti che si contendono il potere sulle terre e sulle genti. Per esempio, il testo ebraico usa le espressioni YAHWEH ELOHIM (Genesi 2,4) per il dio degli Israeliti e l'espressione DAGON ELOHIM (Giudici 16,23) per il dio dei Filistei. Nella Bibbia viene tradotto arbitrariamente con termini improbabili e a seconda del contesto con: dio, iddio, dèi, giudici. Cfr [BIGLINO_DIO] p. 57 per approfondire.

El o Eloah: singolare di elohim.

Elyon: parola ebraica (עליון) che significa quello che sta di sopra, che la [MASORETICA] usa sia per indicare un essere divino a capo degli elohim (Genesi 14,18; Deuteronomio 32,8; Salmi 82), sia per indicare oggetti che stanno sopra come il piano superiore di un edificio (Ezechiele 41,7), un quartiere superiore (Giosuè 16,5), un imperatore (Salmo 89,28).
Il significato che qui ci interessa di più esaminare è quello di entità divina. Compare per la prima volta in Genesi 14,18 quando Abramo incontra uno dei sacerdoti di Elyon. Nella Bibbia viene tradotto con un improbabile Altissimo. Cfr [BIGLINO_DIO] p. 37 per un'analisi più completa.

Yahweh: una delle possibili vocalizzazioni del famoso tetragramma ebraico יהוה (YHWH) che dipende dalla lingua nella quale viene pronunciato. Per i popoli ebraici e Greci la vocalizzazione più comune è YAHWEH. Nei paesi di lingua latina la lettera Y (che non esiste) venne sostituita con I oppure con J che era semplicemente una variante della I, e la lettera W (che non esiste) con V, ottenendo IEHOVAH oppure JEHOVAH; infine durante il medio evo la pronuncia della J nelle lingue volgari portò al "geova" che viene talvolta usato ancora oggi. Qui userò YAHWEH.
Definito come il guerriero in Esodo 15,3, il significato della parola è ignoto, forse è un nome proprio; è lui l'elohim protagonista della saga degli Israeliti, ed è particolarmente impegnato nelle battaglie insieme ad Abramo, Mosè e con Giosuè. La Bibbia cita anche un intero Libro delle battaglie di Yahweh in Numeri 21,14 contenente una raccolta di canti; purtroppo questo libro è andato perduto. Dopo i tempi di Giosuè, Yahweh si eclissa o al massimo manda un malach e parla al suo popolo tramite i profeti.
Come abbiamo detto, nella Bibbia cristiana viene tradotto come Signore.

El Shaddai: altro nome con cui Yahweh si presenta ad Abramo; quando Yahweh si presenta per la prima volta a Mosè spiega che ai tempi dei patriarchi si faceva chiamare appunto El Shaddai ma che d'ora in poi il suo nome sarà Yahweh. Significa signore delle steppe oppure signore della montagna secondo altri studiosi. Nella bibbia [LEF] compare in Genesi 17,1; 28,3; 35,11; 43,14; 48,3; 49,25; Esodo 6,3; Rut 1,20-21 e sporadicamente anche più avanti.
Nella Bibbia cristiana viene inopinatamente tradotto come Dio Onnipotente.

Malach: messaggero, portaordini, inflessibile esecutore materiale e controllore per conto di un El; plurale malakim. Non è dato a sapere se i malakim sono semplicemente elohim di grado inferiore oppure creature dalla natura completamente diversa; in ogni caso, come vedremo, essi camminano, mangiano, si stancano, e si sporcano; da nessuna parte si dice che sono alati o che volano, e neppure "appaiono" dal nulla.
Nella Bibbia cristiana viene tradotto nel greco ἄγγελος, latino angelos, italiano angelo o arcangelo.

Veicoli volanti?

Kavod: il significato della parola è ignoto, per cui bisogna affidarsi alla descrizione che ne fanno gli autori. Viene sempre tradotto con un metafisico gloria, ma a leggerne la descrizione viene qualche dubbio.

In Esodo 33,18 Mosè chiede esplicitamente a Yahweh di mostrargli il kavod, e per soddisfare questa richiesta Yahweh dà un appuntamento apposito (non l'ha portato con sé) e istruisce Mosè su come fare per vederlo senza pericolo. Se il kavod fosse inteso come entità metafisica o astratta, non avrebbe bisogno di essere trasportato.

In Esodo 40,34 il kavod fa il suo fragoroso ingresso nell'area dell'altare appena eretto da Mosè:

[MASORETICA]: La nube coprì la tenda del convegno, e il kavod di Yahweh riempì il tabernacolo. E Mosè non potè entrare nella tenda del convegno perché la nuvola del kavod di Yahweh riempiva il tabernacolo.
[LEF]: Allora la nube coperse il Tabernacolo e la gloria del Signore riempì il padiglione. E Mosè non poteva entrare nel tabernacolo perché la nube vi si era posata sopra, e la gloria del Signore riempiva il padiglione.
[VAT]: Allora la nube coprì la tenda del convegno e la Gloria del Signore riempì la Dimora. Mosè non potè entrare nella tenda del convegno, perché la nube dimorava su di essa e la Gloria del Signore riempiva la Dimora.

Quindi la gloria ha una estensione geometrica definita, produce una nube di fumo o smog, ed è abbastanza ingombrante da impedire a Mosè di entrare nel tabernacolo quando la gloria vi è posata sopra. Anche questa descrizione lascia pensare che l'autore intendesse descrivere un oggetto molto fisico.

In Ezechiele 3,12 il kavod fa grande fragore e ha anche ali, ruote, zampe e occhi.

In Isaia 40,5 il kavod sarà visibile da tutti gli uomini riuniti, e quindi è qualcosa di fisico. Però in Isaia 42,8 Yahweh dice che non cederà mai il suo kavod ad altri idoli, e qui si può intendere il kavod come oggetto fisico, sia come gloria. In Isaia 42,12 è il popolo che deve tributare kavod al dio, quindi qui è inteso proprio come gloria.

Secondo Paolo (Romani 1,22-23) gli antichi redattori dell'AT erano degli sciocchi che non hanno saputo cogliere la natura spirituale della gloria di dio e lo hanno invece ritratto come un essere di carne che si manifesta anche con un turbinio di aria, ali, zampe ed eventualmente sembianza di serpente. Così Paolo sistema tutte le manifestazioni di Yahweh, compreso probabilmente i seguenti Ruach e Cherubino. Con tanti saluti a quel sempliciotto di Mosè (tradizionalmente ritenuto l'autore del Pentateuco) e a quell'ingenuo del profeta Ezechiele (che ha scambiato lo Spirito Santo per un cavallo alato).

Possiamo fare due ipotesi:
1) A causa della mancanza di parole adatte ad esprimere il potere di dio sulle forze della natura usando il povero vocabolario della loro lingua primitiva, gli autori hanno sopperito usando questa allegoria fantastica. In questo senso la parola gloria mi sembra una adeguata traduzione sintetica. Oppure:
2) Gli autori effettivamente intendevano descrivere un veicolo bio-meccanico, vuoi frutto della pura fantasia, vuoi reale avvistamento dei dischi volanti.
In entrambi i casi, sarebbe intellettualmente più onesto lasciare questa parola non tradotta e rimandare magari a una nota esplicativa.

Ruach: significato incerto; forse alito di vita (Genesi 6,17); forse veicolo da battaglia volante, ingombrante e che produce spostamento d'aria quando passa. Viene tradotto con spirito, oppure spirito di dio che irrompe in Sansone dandogli la super-forza (Giudici 13,25; 14,6). In Qohelet/Ecclesiaste 3,19 testo ebraico compare ruach, questa volta tradotto come "soffio vitale"; ecco forse cos'è il ruach per gli antichi autori: è la manifestazione della energia vitale che hanno tutti gli esseri viventi; naturalmente il ruach di Yahweh è di gran lunga più potente di quello degli uomini e produce quindi fantasmagorici effetti visibili e udibili.
I re vassalli dell'Egitto riconoscevano il prestigio e il potere del faraone e gli attribuivano quel soffio vitale o soffio benefico dal quale poteva dipendere la loro sopravvivenza ([LIVERANI] par. 1.5 p. 18).

Cherubino: essere biomeccanico volante dotato di 4 ruote e 2 ali che produce un grande fragore e spostamento d'aria, non si capisce bene pilotato da chi o forse del tutto autonomo, vividamente descritto in Ezechiele 1, Ezechiele 10. E' attraverso questa visione fantastica che Ezechiele riceve da dio lo status di profeta (Ezechiele 3,16). Yahweh lo pone a guardia dell'ingresso dell'Eden a protezione dell'albero della vita (Genesi 3,24) e lo pilota come veicolo da battaglia per aiutare David (2Samuele 22,8-18).

Personaggi demoniaci

Diciamo subito che questi personaggi non esistono nel Tanach ma sono stati introdotti dalla Septuaginta e poi sviluppati dal cristianesimo perché funzionali alla teologia metafisica.

Satana: così viene spesso tradotta la parola ebraica satan che significa antagonista, sfidante, oppositore, avversario, nemico, accusatore, provocatore. Si tratta quindi di un ruolo, non di un personaggio. La parola satan compare nella Torah una ventina di volte sempre con questo significato. Le traduzioni a volte fanno bene, altre volte surrettiziamente introducono il Satana come personaggio. La mia [LEF], ad esempio, fa un po' entrambe le cose. Citazioni: una ventina nell'AT tra le quali 1Samuele 29; 2Samuele 19,23; 1Re 11; 1Re 11,23; noi vedremo in particolare 1Cronache 21,1; 2Samuele 24,1; Giobbe 1,6. Anche Paolo cita spesso Satana, ma senza mai chiarire chi sia.

Diavoli: la parola ebraica shedim diventa διάβολος in greco e infine diabolus; così Yahweh chiama con disprezzo quegli elohim diseredati di grado inferiore dai quali talvolta il suo popolo viene sedotto. Citazioni: Deuteronomio 32,17; Salmi 16,37.

Lucifero: in breve, è un fantasioso artefatto di traduzione condizionato da idee teologiche preconcette. Vedi la discussione su Isaia 14,12 per i dettagli.

Beliar: creatura del male citata in 2Corinti 6,15 e nel Libro dei Giubilei (v. [APOCRIFI]). Forse è Belial in 2Samuele 22,5.

Alcuni degli elohim competitori di Yahweh nell'area di Canaan sono diventati a loro volta demoni nel folclore popolare medievale. Tra questi i famosi Belfagor (forse derivato da Ball Peor) e Belzebù (forse derivato da Baal Zebub); vedi la sezione Tutti gli dèi dell'AT per un elenco.

Evidenze della presenza di molteplici dèi

E' piuttosto evidente che il Pentateuco fu concepito nel contesto politeistico dell'area di Canaan e della Mesopotamia dove tutti gli dèi sono percepiti come entità ugualmente concrete e credibili, ciascuna imperante su determinate aree, città o popolazioni, e in competizione fra di loro. In certi casi appare evidente che gli uomini sono consapevoli di questa rivalità tra dèi (gli elohim), e questo dà loro un certo potere contrattuale.

Nelle fasi redazionali successive della Bibbia operate dai sacerdoti di Yahweh e dai profeti, il testo è stato progressivamente adattato a una visione monoteistica; la girandola di nomi per indicare il dio degli Israeliti è sintomatica di queste trasformazioni. Tuttavia rimangono numerosi i punti dove si evince che vi sono tanti elohim pari grado di Yahweh, taluni anche molto più potenti di lui.

● Genesi 28,20: Giacobbe contratta la decima (10% dei beni prodotti) ma vuole in cambio protezione e benessere materiale da Yahweh.

● Genesi 31,53: altro caso di manifesto politeismo; qui Giacobbe fa un solenne giuramento con lo zio Labano per risolvere il dissidio sulle greggi e sui beni che Giacobbe ha trafugato:

● [MASORETICA]: Elohim Abramo, elohim Giacobbe, elohim del loro padre [Tarach, NdR], siano testimoni tra di noi.
- [LEF]: Iddio di Abrahamo e Iddio di Nahor e Iddio dei padri loro, siano testimoni fra noi.
- [VAT]: Il Dio di Abramo e il Dio di Nacor siano giudici tra di noi.

Riguardo al politeismo, vedi anche Genesi 20,13.

● Genesi 32,2: Giacobbe si imbatte negli aiutanti degli dèi:

- [MASORETICA]: gli si fecero incontro i malakim (di|degli) elohim.
- [VAT]: gli si fecero incontro gli angeli di Dio.
- [LEF]: gli si fecero incontro gli angeli di Dio.

Qui i malakim/angeli sembrano individui in carne ed ossa che si spostano tra accampamenti militari. Purtroppo l'ebraico antico non distingue articoli determinativi singolari e plurali per cui ho indicato "(di|degli)", e che la parola elohim viene usata nel testo ebraico sia al singolare che al plurale; tuttavia (di|degli) elohim è diventato un singolare di Dio in tutte le versioni cristiane.

● Genesi 35,7:

- [MASORETICA]: E edificò là altare e chiamò il luogo El di Betel poiché là si erano rivelati a lui gli elohim ...
- [VAT]: Qui egli costruì un altare e chiamò quel luogo "El-Betel", perché là Dio gli si era rivelato...
- [SPAOLO]: Lì egli costruì un altare e chiamò quel luogo El Betel perché là Dio si era rivelato a lui ...
- [LEF]: Ivi costruì un altare e chiamò quel luogo: «Iddio di Betel», perché colà gli era apparso Iddio ...

Le differenze sono anche nei verbi al singolare o plurale, e negli articoli al singolare o plurale, non si tratta solo di dare un significato alla parola elohim, ma si tratta proprio di riconoscere che il testo originale si riferiva a tanti soggetti appartenenti al gruppo degli elohim. Qui non c'è colpa, ma dolo.

● Esodo 15,11: Dal canto di vittoria di Mosè: Chi è pari a te, fra gli dèi, o Signore? ....

● Esodo 18,11: Il sacerdote di Madian: Ora riconosco che il Signore è grande al di sopra di tutti gli dèi, poiché tale egli si è dimostrato, quando gli Egiziani incrudelivano contro Israele. Per quelle popolazioni rozze e pratiche, la fede in un dio è sempre subordinata a una utilità.

● Deuteronomio 6,14: Mosè: Non seguite altri dèi, fra gli dèi dei popoli che vi circondano, perché un dio geloso è il Signore Dio tuo. Per la versione ebraica corrispondente fare le dovute sostituzioni.

● Deuteronomio 32: numerose invettive contro gli altri elohim/dèi concorrenti, passando anche dalla condanna del tradimento di Sodoma e Gomorra al versetto 32.

● Deuteronomio 32,12: quando Yahweh riceve il suo territorio assegnato e trova Giacobbe nel deserto:

- [LEF]: il Signore solo l'ha condotto, e nessun dio straniero era con lui.
- [SPAOLO]: il Signore solo lo guidò, e nessun elohim straniero era con lui.

Pur di non lasciare la dizione dio straniero le edizioni San Paolo per una volta hanno preferito lasciare l'originale elohim, così i lettori distratti non capiscono di che cosa si sta parlando.

● Giosuè 24: cita gli elohim della Mesopotamia e dell'Egitto. Versetto 2: si contano almeno 2 elohim. Versetto 24: altri 2.

● Giudici 11,24: altri elohim: Camos e Milkom (nota nella [LEF]).

● 1Re 11: vengono citati Astarte (dea dei Sidoni), Camos (o Kamosh, dio dei Moabiti), Milcom (dio degli Ammoniti) e Moloc (ancora Ammoniti).

● 2Re 1,2: Baal-Zebub (2Re 1,2) è il dio della città di Accaron; increduli accusano Gesù di essere posseduto da questo dio là denominato Beelzebub o Beelzebul (Matteo 10,25; 12,24-27; Luca 11,15).

● 2Re 5,18: Rimmon dio degli Aramei.

● 2Re 17,30-32: dèi probabilmente babilonesi: Succoth-benoth, Nergal, Asima, Nibhaz, Tartalk, Adrammelek, Anammelec.

● 2Re 18,4: Nehustan o Necustan diventa l'idolo del serpente di bronzo di Mosè (Numeri 21,4-9).

● Geremia 7,18: Geremia condanna coloro che preparano offerte per la regina dei cieli (la dea babilonese Ishtar, dice [LEF] nella nota) e altre divinità straniere non precisate. Evidentemente questi altri dèi apparivano a quelle genti più tangibili, o più potenti, o più affidabili, o erano più temuti dello stesso Yahweh.

● Salmo 82: assemblea degli elohim; v. discussione du Salmi 82.

● 1Corinti 8,5: e come di fatto vi sono molti dèi sia in cielo che in terra, come ci sono molti dèi e molti signori, tuttavia per noi c'è un Dio solo. Paolo di Tarso sapeva bene che gli elohim erano tanti.

Stele di Mesha (o Masha o Mesa): straordinario ritrovamento che riporta il punto di vista dei moabiti, uno dei popoli che si scontrarono con gli Israeliti. Descrive una battaglia che i moabiti (guidati dal loro dio Kamosh) vincono contro gli Israeliti (guidati dal loro dio Yahweh). I superstiti che riescono ad acchiappare vengono sacrificati sull'altare del loro dio. Datata 840 a.C., la stele di Mesha è conservata al Louvre. L'episodio è raccontato anche nella Bibbia in 2Re 3.

Sui rotoli di Qumran scoperti nel 1947, il discorso di Mosè (Deuteronomio 32) chiarisce che le terre e i popoli sono stati spartiti da Elyon tra gli elohim, e Yahweh non è soddisfatto della parte ricevuta: dovrà andarli a raccattare sperduti nel deserto, addestrarli per farne un contingente militare, dotarli di leggi adeguate e poi condurli alla conquista di quello che lui ritiene gli sia dovuto.
La Bibbia cristiana, che ha cambiato Elyon in Altissimo, elohim in Signore, e Yahweh in Dio, lascia intendere che questo dio schizofrenico abbia prima fatto le suddivisioni dei territori e delle genti, per poi occuparsi di un solo popolo, e infine poi andare alla conquista di ciò che lui stesso aveva diviso. La forzatura monoteistica ha reso il racconto insensato.

Tutti gli dèi del'AT

Alcuni degli elohim citati nella Bibbia (se ne possono contare decine nella Bibbia ebraica, un po' di meno nella Bibbia cristiana e cattolica per via delle traduzioni in chiave monoteistica):

● ELYON: è il capo degli elohim. Nelle nostre bibbie è tradotto in "Altissimo".

● EL: secondo certi esegeti si tratta di soggetto diverso da Elyon. Anche questo viene tradotto in "Altissimo".

● YAHWEH: è il dio/elohim dei discendenti di Abramo. Si presenta anche come El Shaddai, ma non è chiaro se sia sempre lo stesso soggetto che si attribuisce nomi diversi, oppure siano soggetti diversi; ogni volta che compare sente il dovere di presentare le sue credenziali di liberatore degli Ebrei, da cui deduco che la sua identificazione da parte dei vari Abramo, Giacobbe e Mosè non era sempre certa. La Bibbia ebraica riporta il tetragramma YHWH la cui pronuncia vocalica è sconosciuta; ignoto se la parola fosse un nome proprio oppure avesse anche un significato. Nelle nostre bibbie viene tradotto come Dio, Iddio o Signore.

Gli elohim che seguono hanno mantenuto il nome originale anche nelle traduzioni:

● ASTARTE: dea adorata dai Filistei, unico elohim femmina di cui la Bibbia fa il nome, citata in 1Samuele 31,10; 1Re 11,5; 1Re 11,33; 2Re 23,13.

● DAGON: dio dei Fenici ma di origine babilonese; nella città fenicia di Asdod sorge il tempio a lui dedicato con una grande statua del dio; nel tempio avvengono diversi episodi importanti narrati nell'AT: Sansone abbatte il tempio (Giudici 16,23); i Filistei portano nel tempio l'Arca sottratta agli Israeliti (1Sam 5,1-7); i Filistei appendono nel tempio il teschio di re Saul, primo re di Israele (1Cronache 10,10); il tempio viene di nuovo distrutto da Gionata il Maccabeo (1Maccabei 10,84).

● ISHTAR: citata in Geremia 7,18 come la dea dei cieli, è una dea babilonese della quale la Bibbia però non fa il nome.

● KAMOSH o Camos o Càmos: citato in Numeri 21,29; Giudici 11,24; 1Re 11,7; 1Re 11,33; Geremia 48,7; Geremia 48,13; Geremia 49,46.

● MILCOM o Milkom: citato in 2Samuele 13,30; 1Re 11,5; 1Re 11,7; 1Re 11,33; 2Re 23,13; 1Cronache 20,2; Geremia 49,1; Geremia 49,3; Sofonia 1,5.

● MOLOCH o Moloc o Molok o Melek: citato in Levitico 18,21; Levitico 20,2-5; 2Re 23,10; Geremia 32,35; Isaia 57,5-9; esigeva sacrifici umani.

MOLOK era un sacrificio umano, non un dio. Il termine fenicio MOLK significa "mandare in alto" ed indicava l'olocausto dove la vittima sacrificale umana viene inviata in cielo sotto forma di fumo. Il termine passò all'ebraico come MOLEK ad indicare lo stesso rito e fu traslitterato nel greco della Septuaginta come MOLOK. A conferma dell'origine fenicia del termine sta Geremia 32,35 dove si dice esplicitamente che il re Giosia fa demolire gli altari eretti al dio Baal e dedicati al MOLOK; questa affermazione va ovviamente intesa come gli altari del dio Baal che sono dedicati ai sacrifici umani, e non dedicati in condivisione con un altro dio! Il termine greco MOLOK della Septuaginta solo successivamente venne identificato in un nuovo dio. Il rito del MOLOK era quindi comune a diversi popoli che lo dedicavano a diverse divinità; vedremo che anche Yahweh gradisce e talvolta ordina i suoi MOLOK. Per approfondire: Giovanni Garbini, Note di lessicografia ebraica, Paideia (1998) citato nel video Mauro Biglino | Cannibalismo Sacro (https://www.youtube.com/watch?v=XXNFhIVyzQM).

● BAAL: dio cananeo molto popolare anche tra gli Israeliti (Giudici 2,11; 1Re 16,31). Famoso l'episodio in cui Elia dimostra sperimentalmente a re Acab che Baal non esiste mentre Yahweh sì (1Re 18); segue sterminio dei 450 profeti di Baal per mano di Elia in persona. Lo sterminio dei profeti di Baal si ripete ad opera di Ieu, completata da furia iconoclasta (2Re 10,18). Anche nel Regno di Giuda prosegue il culto di Baal almeno fino alla caduta di Gerusalemme (2Re 21).

● BAAL-PEOR letteralmente signore che mostra i genitali susciterà l'ira di Yahweh al punto tale che distruggerà la città di Sodoma e Gomorra che lo avevano tradito con esso. Diventato forse BELFAGOR nel Medio Evo, quando tutti gli elohim rivali di Yahweh divennero creature demoniache.

● BAAL-ZEBUB citato in 2Re 1 e in Matteo 12,24 è un altro degli ricorrenti rivali di Yahweh. Il folclore lo trasformerà nella creatura demoniaca BELZEBÙ.

● RIMMON: citato in 2Re 5.

● NEHUSTAN O NECUSTAN: citato in 2Re 18,4.

● Gli Israeliti tradiscono Yahweh con altri elohim: BAALIM (Giudici 2,11-13), ASHEROTH (Giudici 3,7), BAAL BERIT (Giudici 8,33).

● TAMMUZ: dio assiro babilonese citato in Ezechiele 8,14.

● QOS: dio degli Edomiti secondo le fonti extra-bibliche; per certi versi Qos era sia assimilato a Yahweh che suo concorrente, da qui forse la reticenza del Tanach a nominare il dio del fratello di Giacobbe.

● NISROCH: dio assiro (2Re 19,37).

● BEL e MARDUCH: dèi rispettivamente sumero e babilonese citati in Geremia 50,2.

Unicità di dio

Abbiamo visto che il racconto base della Bibbia è concepito in un ambiente politeistico. La stessa creazione descritta nella Genesi è evidentemente opera collettiva degli dèi. Neppure Yahweh, signore della steppa e dio guerriero, mai rivendica la creazione come opera sua. Mosè non lo conosce e il suo popolo è pronto ad adorare un altro idolo nonostante abbia assistito a tutte le manifestazioni fisiche e ai miracoli di Yahweh. Neppure i comandamenti ricevuti da Mosè affermano l'unicità di dio, mentre Yahweh stesso subisce la presenza e le imposizioni degli altri dèi (Deuteronomio 32). Yahweh stesso più volte si presenta al suo popolo rivendicando il suo ruolo di liberatore dalla schiavitù d'Egitto come la sua maggiore impresa; ovvero Yahweh un Che Guevara o un Garibaldi qualunque; una rivendicazione modesta per un dio onnipotente. Abbiamo anche visto le fasi della trasformazione dal dio terreno al dio metafisico, e dalla concezione monolatra a quella monoteistica (o quasi monoteistica). Ma la narrazione della Bibbia conserva ancora evidente l'impronta dell'ambiente politeistico nel quale fu concepita.

Ciò nonostante, ci chiediamo se esiste da qualche parte nella Bibbia una qualche affermazione relativa alla unicità di dio. Considerato il percorso travagliato che ha portato alla formazione e alle successive trasformazioni del testo biblico, è facile prevedere che non otterremo una risposta troppo esplicita. Ecco cosa ho trovato:

Curiosamente Gesù non si esprime sul monoteismo; al massimo possiamo dedurre che il Giudizio Universale che egli annuncia come imminente implica un unico giudice. Solo la letteratura apocrifa del 5o-2o secolo a.C. afferma il monoteismo per costruzione narrativa, ma deve stravolgere tutto l'AT (v. [APOCRIFI]).

40 giorni o 40 anni = un tot di tempo

Il numero magico di 40 giorni o 40 anni ricorre diverse volte nell'AT ad indicare un periodo di tempo piuttosto lungo non meglio precisato, e quindi tale valore non va preso letteralmente. Ecco tutti i casi:

- Diluvio: piove per 40 giorni (Genesi 7,4).
- Mosè digiuna sul monte Oreb 40 giorni per le tavole versione 1 (Deuteronomio 9,9).
- Mosè digiuna sul monte Oreb 40 giorni per le tavole versione 2 (Esodo 34,28).
- Gli Israeliti nel deserto mangeranno manna per 40 anni (Esodo 16,35).
- Esploratori mandati da Mosè in Canaan ritornano dopo 40 giorni (Numeri 13,25).
- Yahweh condanna gli Israeliti a vagare nel deserto per 40 anni (Esodo 16,35; Numeri 14,33-34; Deuteronomio 1,3; Deuteronomio 8,2-4; Giosuè 5,6).
- Mosè si prostra per 40 giorni a chiedere perdono per i fatti del vitello d'oro (Deuteronomio 9,25).
- Gedeone governa per 40 anni (Giudici 8,28).
- I Filistei opprimo gli Israeliti per 40 anni (Giudici 13,1).
- Eli è sacerdote e giudice di Israele per 40 anni (1Samuele 4,18).
- Saul regna per 40 anni (1Samuele 13,1).
- Golia provoca e sfida gli Israeliti per 40 giorni (1Samuele 17,16).
- David regna per 40 anni (2Samuele 5,4; 1Re 2,10; 1Cronache 29,27).
- Salomone regna per 40 anni (1Re 11,42; 2Cronache 9,30).
- Elia digiuna sul monte Oreb per 40 giorni (1Re 19,8).
- Ninive ha 40 giorni di tempo per convertirsi a Yahweh (Giona 3,4).
Per il NT citiamo anche questi:
- Gesù che digiuna nel deserto per 40 giorni (Matteo 4,2; Marco 1,12; Luca 4,2), da cui la Quaresima cristiana.
- Gesù risorto rimane con gli apostoli per 40 giorni (Atti 1,3).

Pentateuco (Torah)

Narra delle origini del mondo, della nascita del popolo israelita, e delle lotte di questo popolo per conquistarsi un regno, il Regno di Giuda. A guidare questo popolo è Yahweh.

GENESI

Racconta della creazione del mondo, della creazione dell'uomo, delle vicende dei primi uomini, il Diluvio, fino al primo patriarca Abramo a cui seguono il figlio Isacco e il nipote Giacobbe. La storia finisce con Giacobbe che emigra in Egitto per sopravvivere alla carestia. La Genesi è sicuramente il libro più ricco di eventi interessanti di tutta la Bibbia, e per questo il più complesso da seguire. Per meglio capire il testo, facciamo alcune premesse.

Mitologia assiro-accadica nella Bibbia

La prima parte della genesi è stata rubata dagli antichissimi racconti mitologici sumero-accadici di Gilgamesh, Atrahasis, Enuma Elish e Ziusudra, che descrivono con dovizia di particolari tutta la parte che va dalla creazione del mondo fino al diluvio. Le due paginette che la Torah dedica a questi episodi sono una sintesi estrema di questi racconti molto estesi e articolati. Vederemo più avanti come e perché Esdra e Neemia sono i sospettati numero uno di questa operazione editoriale.

Dunque, nella mitologia assiro-accadica gli dèi, che là si chiamano Anunnaki, dominano sulla Terra. Nell'arco di 2500 anni di duro lavoro, essi hanno scavato i grandi fiumi Tigri ed Eufrate e la rete di canali che rendono fertile la terra. Ma siccome lavorare stanca, decidono di creare degli schiavi: gli uomini. Tuttavia questi uomini si dimostrano anche molto rumorosi e disturbano il sonno del capo degli Anunnaki, Enlil; perciò decidono di affogarli tutti mandando un diluvio. Però Enki, fratello di Enlil, avvisa Ziusudra perché è uomo giusto, e lo invita a costruire una barca dove portare in salvo famiglia e animali. Così Ziusudra sopravvive al diluvio e userà una colomba per verificare l'esistenza di terre emerse, poi anche un corvo: sarà quest'ultimo a non ritornare alla barca, così provando l'esistenza di terraferma e la fine dell'ira degli dèi. Non solo Ziusudra viene risparmiato, ma riceve anche in dono la lunga vita. Molto tempo dopo, re Gilgamesh si reca da Ziusudra alla ricerca della lunga vita. Seguendo le istruzioni di Ziusudra, Gilgamesh trova la pianta magica, ma poi questa pianta gli viene sottratta e mangiata da un serpente, così condannando per sempre l'uomo alla sua vita effimera.

Cronologia dei patriarchi

Cronologia dei patriarchi ricostruita usando i dati forniti dalla Bibbia. Rimane incerta l'età in cui Isacco generò Giacobbe perché la Bibbia non la indica; possiamo solo dire che Isacco doveva avere più di 40 anni quando generò Giacobbe.


Cronologia dei patriarchi e loro periodi di vita. Sono anche riportati: l'anno zero del calendario ebraico; il diluvio; l'esodo.

E' curioso notare che:
- Enoc ebbe una vita lunga, ma sparì prematuramente ad appena 365 anni di età rapito in cielo da dio ([VAT]) o rapito dagli elohim ([MASORETICA]). E' solo un breve enigmatico accenno alle avventure narrate nel Libro di Enoc che però là prendono una piega ideologicamente divergente rispetto al Tanach e per questo sono state espunte; vedi [APOCRIFI] al riguardo.
- Noè aspetta ben 5 secoli prima di fare un figlio.
- Noè era ancora in vita quando nacque Abramo.
- Ever (o Eber), tradizionalmente il capostipite degli Ebrei, era contemporaneo di Abramo e di Giacobbe.
- Abramo venne chiamato da Yahweh quando aveva 75 anni e Noè era appena morto.
- Giacobbe viene investito del ruolo di patriarca quando il padre Isacco era ancora vivo e vegeto; Yahweh non prende neppure in considerazione di rivolgersi a Isacco, e di Isacco non sentiremo più parlare.

Albero genealogico

Albero genealogico basilare come dedotto dalla lettura della Bibbia. Sono riportati anche alcuni degli elohim: Astarte, Yahweh, Kamosh e Milcom.



Yahweh è il dio che guida il ramo Abramo della famiglia Terach verso la conquista di Canaan, contro le popolazioni che abitano la stessa regione e che sono anch'esse discendenti di Terach. In un certo senso, l'AT si può sintetizzare come un'epica saga famigliare tra Ebrei discendenti di Terach.

Yahweh cura i problemi riproduttivi

Tra gli uomini dell'AT ci sono molti problemi riproduttivi, forse dovuti al fatto che si sposavano tra consanguinei per tenere unita l'eredità:
Sara (moglie di Abramo) è sterile e farà un figlio (Isacco) solo in tarda età dopo l'intervento di Yahweh.
Rebecca (moglie di Isacco) ha anche lei dei problemi, finché interviene Yahweh e ha un parto gemellare (Esaù e Giacobbe).
La mamma di Sansone è sterile; interviene angelo di Yahweh (Giudici 13,2).
Anche nel NT ci sono problemi, dove l'angelo Gabriele deve intervenire sulla moglie del sacerdote Zaccaria per dargli Giovanni il Battista (Luca 1,25).

La creazione

Il soggetto divino nella Masoretica viene chiamato ELOHIM da Genesi 1,1 fino a Genesi 2,3 poi diventa YAHWEH ELOHIM da lì in poi e quindi si intesta la creazione del mondo (Genesi 2,4) e la creazione dell'uomo dalla polvere della terra (Genesi 2,7). Vedremo come i patriarchi Abramo Isacco e Giacobbe lo conoscevano come El Shaddai e che solo a Mosè verrà rivelato il nome di Yahweh, che verrà usato da lì in poi.

● Genesi 1,1: ci sono profonde differenze tra la Bibbia ebraica e le varie traduzioni:

[MASORETICA] בבראשית ברא אלהים את השמים ואת הארץ
(In principio elohim creò|formò il cielo e la terra)

[VAT] In principio Dio creò il cielo e la terra

● Genesi 1,2:

[MASORETICA] והארץ היתה תהו ובהו וחשך על־פני תהום ורוח אלהים מרחפת על־פני המים
(e la terra era vuota senza forma oscurità sulla superficie abisso ruach elohim si libra sulla superficie)

[VAT] la terra era informe e deserta e le tenebre ricoprivano l'abisso e lo spirito di Dio aleggiava sulle acque

Il soggetto della attività di creazione (alcuni preferiscono tradurre come formazione) è Elohim nella versione ebraica, parola che designa in generale gli esseri superiori che dominano sugli uomini e non specificatamente Yahweh. Questo è perfettamente coerente con il personaggio di Yahweh, che viene presentato come un "signore della steppa" (El Shaddai, Genesi 17,1) e come "prode di guerra" (Esodo 15,3), quindi un conquistatore più che un costruttore e creatore.
Notare anche che in Genesi 14,19 si dice che il creatore [VAT] o possessore [MASORETICA] della terra è Elyon.

Biglino fa una accurata traduzione ed interpretazione del testo ebraico della Genesi (La Bibbia è un libro di storia, parte 3 capitolo 7) da cui si traggono in sintesi questi elementi:

- Il soggetto della Genesi capitolo 1 e fino a 2,3 sono gli Elohim (è anche vero che Yahweh elohim compare da Genesi 2,4 in poi, e quindi Yahweh si intesta tutto quanto come ho spiegato nel box di sopra; anche in 2Re 19,15 Yahweh elohim è il creatore del cielo e della terra; in 1Cronache 16,26 è elohim. L'ambiguità su chi siano i soggetti creatori continua...).
- La loro attività consiste in una serie di opere di bonifica per separare le acque dalla terra per ottenere un terreno coltivabile e una riserva d'acqua per irrigarlo.
- Il "firmamento" creato dagli Elohim è un grossolano errore di traduzione: si tratta invece dell'"acqua in alto", cioè qualcosa come una diga.
- A coronamento di questi lavori idraulici, viene anche creato un giardino recintato, l'Eden.

● Genesi 1,26-27: dio crea gli uomini maschi e femmine a propria immagine, e dice loro di prolificare e riempire la terra; così si conclude il sesto giorno della creazione. Il settimo giorno dio riposa.

Notare che Adamo ed Eva NON sono i primi uomini, come invece il folclore popolare comunemente vuole. Forse contrordine in 3,20: Eva è la madre di tutti i viventi, qualunque cosa ciò voglia dire.

Nel testo ebraico, l'uomo viene chiamato "adam" (האדם). Il particolare uomo scelto per custodire l'Eden viene anch'esso chiamato genericamente adam né mai viene specificato un nome proprio per questo soggetto. Noi qui battezzeremo questo uomo con il nome di Adamo come è pratica comune nelle traduzioni dall'ebraico, ma sia ben inteso che egli non ha un nome proprio.

E' importante anche notare che nel testo ebraico la creazione dell'uomo è opera degli elohim, e ciò che essi riproducono sull'uomo è il loro tselem (צלם) qualunque cosa sia.

Progetto Eden

● Genesi 2,4: nella [MASORETICA] qui compare YAHWEH ELOHIM (יהוה אלהים) per la prima volta e sarà il protagonista d'ora in poi; chi è? Probabilmente si tratta di uno specifico elohim di nome Yahweh, esattamente come in Giudici 16,23 del testo masoretico si nomina un certo "Dagon elohim" dio dei Filistei.

● Genesi 2,7: seconda creazione dell'uomo: dio (ebr. Yahweh elohim) ri-crea l'uomo (ebr. adam) dalla polvere della terra e soffia nelle sue narici l'alito di vita. Questa volta veramente sembra che abbia creato un solo uomo di sesso maschile. Come si spiega questa seconda creazione? E' un completamento o è in contraddizione con la prima creazione?

Prima creazione dell'uomo ● Genesi 1,27 Seconda creazione dell'uomo ● Genesi 2,7
Creatore ELOHIM, quindi un'opera collettiva degli dèi YAHWEH ELOHIM, quindi opera di uno specifico elohim di nome Yahweh
Numero di uomini creati 2 o più 1
Sesso degli uomini creati Maschi e femmine, quindi la creazione di Eva non è necessaria ma serve solo a soddisfare un capriccio di Adamo che non è soddisfatto. Maschio ("Adamo"), quindi si rende necessaria la creazione di Eva.
Coerenza della storia La seconda creazione dell'uomo sarebbe quindi solo una glossa tecnica che spiega la procedura usata in 1,27. La vicenda di Caino ha senso: egli teme gli uomini bruti rimasti fuori dall'eden; eppure fra questi bruti trova moglie. La vicenda di Caino non ha senso, e non si capisce come fa a trovare moglie.

Plot duplicato = diversi autori. La Torah contiene diversi plot duplicati e spesso contraddittori, e qui ne abbiamo appena visto uno con la seconda creazione dell'uomo, questa volta solo maschio. Nel secolo 19o lo studioso tedesco Julius Wellhausen propose perciò l'Ipotesi Documentale o Teoria JEDP dalle 4 fonti. Secondo tale teoria la Torah è la composizione di scritti prodotti da 4 autori denominati Javista (J), Eloista (E), Deuteronomista (D) e Sacerdotale (P=Priest), ciascuno dei quali aveva contribuito con la propria visione religiosa. I curatori della Torah hanno incollato i pezzi tentando, con più o meno successo, di armonizzarli operando come fonte Redactor (R).

Quindi secondo questa teoria abbiamo che Genesi da 1,1 a 2,3 appartiene all'autore Eloista E, mentre Genesi da 2,4 a 2,25 appartiene al Javista J, ecc. Ecco perché troviamo due creazioni dell'uomo, vedremo anche due decaloghi della Legge diversi, diversi nomi di dio|dèi e, in generale, concezioni teologiche diverse. Vedi https://it.wikipedia.org/wiki/Ipotesi_documentale per maggiori info e per altre teorie sulla composizione frammentaria del Tanach.

Siccome la Torah ha subito parecchi interventi redazionali, è oggi difficile separare in modo netto i contributi dei vari autori. Noi qui continueremo ad esaminare il testo come se fosse il prodotto di un unico autore, sottolineando i plot ripetuti e le contraddizioni tra di essi.

● Genesi 2,8: dio (ebr. YAHWEH ELOHIM) rende fertile la terra e pianta il gan eden, cioè un piacevole (eden) giardino recintato (gan) popolarmente noto come Eden. L'Eden viene collocato in Assiria ed è irrigato dai fiumi Tigri, Eufrate e altri due canali. Nell'Eden dio coltiva ogni sorta di pianta bella d'aspetto e che dà frutti buoni da mangiare.

● Genesi 2,15: dio (ebr. YAHWEH ELOHIM) sceglie un adam (cioè un uomo) per servire nel giardino, quindi lo istruisce a riconoscere ogni sorta di animale mentre lo guida nell'Eden.

L'Eden è un giardino persiano. Secondo [LIVERANI] 12.4 l'autore biblico ha tratto ispirazione dai giardini egiziani e persiani protetti da recinzione e irrigati da canali, che costituivano una unità produttiva; i giardini regi comprendevano anche ogni sorta di piante esotiche e animali esotici a scopo di ostentazione. L'autore biblico usa questa ambientazione per presentare il tema della trasgressione e punizione, il tema della paura della morte e della ricerca della immortalità. L'autore biblico ha chiaramente attinto alla mitologia babilonese dei racconti di Adapa e Gilgamesh.

● Genesi 2,17: al centro dell'Eden dio pone due alberi speciali: l'albero della vita e l'albero della conoscenza del bene e del male. Inoltre dio fa divieto ad Adamo di mangiare i frutti del secondo albero, minacciando che se mangerai dall'albero della conoscenza del bene e del male di certo morrai. Infatti li mangeranno, ma non moriranno. Le parole di dio non vanno prese troppo sul serio.

● Genesi 2,21: Adamo è infelice, gli manca qualche cosa. Allora dio ([MASORETICA] YAHWEH ELOHIM) anestetizza Adamo, gli preleva qualcosa (tsela nel testo ebraico, arbitrariamente tradotto in costola), richiude la ferita, e fabbrica una Donna (לאשה). Adamo sembra finalmente soddisfatto: Ora sì che questa è ossa delle mie ossa e carne della mia carne! Sembra quindi che ad Adamo siano stati proposti altri esemplari di donna che Adamo non ha gradito.

● Genesi 3,1-19: Il serpente era la più astuta di tutte le bestie selvatiche fatte dal Signore Dio. La Donna cede alle lusinghe del serpente e mangia il frutto dell'albero della conoscenza del bene e del male, poi offre il frutto ad Adamo. Dio li scopre e condanna tutti, serpente Adamo e Donna a una vita di stenti e infine alla morte:

tornerai alla terra, perché da essa sei stato tratto: polvere tu sei e in polvere tornerai (Genesi 3,19).

LEGGERE TUTTO ATTENTAMENTE perché è una sintesi della mentalità e dei costumi degli uomini dei tempi antichi. Notare che la Bibbia parla genericamente di frutto dell'albero della conoscenza del bene e del male, NON di mela. La parola mela viene forse dalla Vulgata dove la parola latina malum significa sia male che mela e questo ha indotto i lettori medievali a identificare il frutto misterioso con una mela.

Che cos'è l'albero della conoscenza del bene e del male e che cosa rappresenta il suo frutto? perché dio vieta all'uomo di mangiarlo? se l'uomo non conosce ancora la differenza tra il bene e il male, che senso ha la minaccia di dio? Visto che dio non è credibile (infatti la minaccia di ucciderli era finta) non ci rimane che credere al serpente, per cui Adamo e Donna acquisirono una superiore capacità di giudizio del bene e del male.
In Deuteronomio 1,39 si usa l'espressione i bambini non conoscono né il bene né il male nel senso di innocenza: Adamo e Donna adesso possono scegliere, ma la responsabilità delle conseguenze d'ora in poi ricade su di loro. Questa è l'interpretazione più comunemente adottata dagli studiosi. Cosa ne sia di quei poveretti rimasti fuori dell'Eden, che non hanno potuto godere della vicinanza a Dio, che non hanno mangiato il frutto, se mai essi diventeranno consapevoli o se rimarranno sempre immaturi e selvaggi, se saranno uomini inferiori o cosa, non è dato a sapere.
Un'altra possibilità che mi sembra anche più calzante è che l'albero del bene e del male sia stato introdotto come riferimento alla meditazione gnostica, dove il serpente è l'impersonificazione del Male; ne parleremo esaminando la filosofia religiosa gnostica nella sezione dedicata al NT.
Su tutto questo ci si può ricamare molto, ma non so se vale la pena.

Chi è il serpente? Anche qui gli esegeti si sono scatenati nel tentativo di spiegarne la natura: rappresenta il male? è il diavolo? è un angelo mascherato, geloso di Adamo che ha assorbito tutte le attenzioni del capo? è un elohim escluso dal giardino? Numerosi i riferimenti al serpente:
- Il serpente è una creatura infida che si infila dappertutto e morde all'improvviso, quindi impersonifica il Peccato dal quale stare alla larga (Esodo 4,3; Siracide 21,2).
- Un serpente di bronzo viene costruito da Mosè a imperitura memoria dei serpenti di fuoco scagliati da Yahweh contro i dissidenti che se ne volevano tornare in Egitto (Numeri 21,4-9).
- I potenti sono velenosi come serpenti (Salmi 58,1).
- Il mostro Leviatan è un serpente guizzante nemico del popolo di Israele, forse gli Assiri (Isaia 27,1).
- Il serpente sibila come la voce di Nabucodonosor venuto a conquistare l'Egitto dove si sono rifugiati i profughi Israeliti nella speranza di sfuggire al conquistatore (Geremia 46,22).
- Per Paolo, i pensieri cattivi si insinuano nella mente come fa il serpente (2Corinti 11,3).
- Il serpente è il diavolo, satana, secondo Apocalisse 20,2.
Secondo me Paolo è l'unico che ha capito che cosa intendevano dire gli anonimi autori della Genesi: il serpente rappresenta il Male nel momento in cui si insinua "serpeggiando" nella mente. Quindi Eva che parla con il serpente va intesa come "Eva stava riflettendo tra sè e sè quando il Male si insinuò nei suoi pensieri". Quindi Eva era già capace di pensiero autonomo prima del frutto. Quindi Eva fu costruita da Yahweh con il Male già dentro di lei. Tutto ok per Paolo che aveva concezioni gnostiche. Ma gli autori originari hanno introdotto il serpente cercando di allontanare il loro dio del Bene dal Male; al momento di spiegare cos'è il serpente, si sono accorti del vicolo cieco. Ecco perché non ci spiegano chi è il serpente.

Perché è proprio la Donna la prima a peccare? Facile: perché la Torah l'hanno scritta degli uomini. Ci scommetto nella prima bozza era Adamo a peccare di superbia e ambire a diventare dio egli stesso. Poi è intervenuto il correttore di bozze, mentre la correttrice di bozze era occupata in cucina.

CONCLUSIONE: la storia del serpente e dell'albero della conoscenza è un tentativo disperato e senza possibilità di riuscita di allontanare il Male dalle responsabilità del dio del Bene creatore del mondo. Il minestrone di ingredienti che ne segue è solo una cortina fumogena per nascondere la banalità della magagna. Vedremo nel seguito altri tentativi, con lo stesso esito.

Secondo me gli anonimi autori della Bibbia non ne sapevano (o non si sono sforzati di immaginare) più di così. Forse hanno pescato dalle tradizioni orali e scritte che circolavano al loro tempo tra il 6o e il 3o secolo a.C. (vedi [APOCRIFI]) ma non sono riusciti nella quadra del racconto senza rischiare di compromettere la concezione teologica prevalente del loro tempo e combinare un putiferio. Tuttavia si sono sentiti in dovere di mettere quelle due paginette introduttive per dare una parvenza di completezza alla storia. In questo modo sono riusciti ad introdurre i concetti di dio, l'origine del mondo, la creazione dell'uomo, l'origine del Male in un mondo altrimenti perfettissimo, nonché l'origine di quei loro antenati un po' speciali che sono gli Ebrei protagonisti del loro racconto; il tutto senza prendersi l'impegno di spiegarci nulla e senza impegnarsi troppo a chiarirci se il LORO dio è lo stesso della creazione oppure no, questione sulla quale hanno preferito tenersi le mani libere. Il loro vero obiettivo era un altro, e cioè narrare della nascita del popolo Israelita. Considerato il materiale da cui partivano (la mitologia di un piccolo dio cananeo) e date le concezioni metafisiche ancora in elaborazione (vedi [APOCRIFI]), gli anonimi autori sono riusciti in un compito titanico.

● Genesi 3,20: Adamo pone nome Eva a Donna perché è la madre di tutti i viventi (significato incomprensibile, visto che gli uomini, maschi e femmine, vengono creati in Genesi 1,27). Questa è la prima ricorrenza del nome Eva nella Masoretica. Notare che Eva viene battezzata da Adamo, ma Adamo stesso non ha un nome proprio.

● Genesi 3,21: dio (Yahweh elohim) fa delle tuniche di pelle per Adamo ed Eva. Gentile!

● Genesi 3,22: la traduzione di questo versetto è concorde tra tutte le versioni che traducono dalla Masoretica, e recita così:

Yahweh elohim disse: guardate, adesso Adamo è diventato come uno di noi, e conosce il bene e il male. Adesso facciamo sì che non allunghi la mano anche all'albero della vita, ne mangi, e viva per un tempo indefinito.

L'espressione uno di noi è il rebus da risolvere; eccetto per la mia [LEF] che traduce in un ancor più enigmatico ciascun nato da lui per poi estrapolare nelle note che tutti i nati da lui avranno il marchio del peccato originale. In generale qui tutti traducono olam con "per sempre" ma abbiamo già discusso nel glossario il suo reale significato; la mia [LEF] si distingue ancora una volta e traduce "per questo secolo", qualunque cosa voglia dire. In questo solo versetto emergono tutti i casini nella interpretazione della Bibbia e tutti i pasticci che hanno prodotto le traduzioni.
Solo su di una cosa tutti gli interpreti sono concordi, e cioè che Yahweh si stava rivolgendo a una pluralità di suoi pari. Ma a chi esattamente? Questo è uno dei misteri più intriganti della Bibbia.

Che cos'è l'albero della vita? Apparentemente i suoi frutti danno la vita eterna o comunque allungano la vita (Genesi 3,22). Se dà la vita eterna, allora vuol dire che Yahweh manderà poi Gesù a prometterci la vita eterna dell'anima come surrogato della vita eterna del corpo che fu negata ad Adamo ed Eva? Gli unici altri riferimenti all'albero della vita che ho trovato nella Bibbia sono anche in Apocalisse 2,7; 22,2; 22,14; 22,19 dove risulta che questo albero si trova anche nella Gerusalemme celeste post-Apocalisse, produce esattamente 12 frutti ogni mese (ma non dice chi se li mangia e con quali effetti) e le cui foglie sono per la terapia delle genti.

● Genesi 3,23-24: dio caccia Adamo ed Eva dall'Eden e pone dei Cherubini a oriente del giardino per custodire l'accesso all'albero della vita. Il testo non chiarisce se i due coniugi consumavano già regolarmente più o meno consapevolmente il frutto dell'albero della vita oppure no. Si hanno quindi due possibilità:

  1. Adamo ed Eva ignoravano il frutto dell'albero della vita. Quindi essi erano già mortali, e il motivo della cacciata è prevenire che essi possano mangiare il frutto della vita e diventare a tutti gli effetti immortali e una temibile concorrenza per gli elohim stessi.
  2. Adamo ed Eva già consumavano il frutto dell'albero della vita, che faceva parte della loro dieta ordinaria. Quindi essi erano immortali, e la cacciata fa parte della punizione per il peccato commesso. La conseguenza della cacciata è quindi che essi diventano mortali. Paolo sposa questa interpretazione e aggiunge il peccato originale come macchia perenne sugli uomini che li condanna a ricercare il perdono.

● Genesi 4,1: Adamo ed Eva generano prima Caino e poi Abele. Caino diventerà agricoltore, mentre Abele diventerà pastore. Sia Caino che Abele offrono i prodotti del loro lavoro a dio.

● Genesi 4,14: dio dimostra di gradire di più la carne di Abele che le verdure di Caino, e allora Caino uccide Abele per gelosia. Dio (YAHWEH) se ne accorge e scaccia Caino lontano dalla famiglia. Caino piagnucola: chiunque m'incontrerà mi ucciderà. Caino teme le popolazioni umane rozze rimaste lontano dall'Eden. Allora dio gli mette un segno (non sappiamo quale) così chi lo incontrerà non lo ucciderà. Riuscirà comunque a trovare moglie, a moltiplicarsi e a fondare città.

Davvero Adamo ed Eva furono i primi uomini? Secondo certe letture superficiali della Bibbia, Adamo fu il primo uomo sulla Terra. Se fosse veramente così allora sorgerebbero pesanti contraddizioni: perché Caino lamenta che chiunque là fuori potrebbe ucciderlo? Chiunque chi, se sulla Terra sono rimasti solo lui e i suoi genitori? Se il chiunque sono le belve, a che cosa serve il segno? arretrano forse le tigri per via di un segno?
Dunque Adamo non fu il primo uomo, ed Eva non fu la prima donna, perché gli uomini, sia maschi che femmine, vengono creati in numero imprecisato in Genesi 1,27, ma restano fuori dell'Eden. Ed è infatti tra di loro che Caino trova moglie (Genesi 4,17) e fonderà città.

● Genesi 4,26: dopo la tragica morte di Abele e l'esilio di Caino, Adamo ed Eva generano Seth. Anche Seth trova moglie tra le donne create in Genesi 1,27 e infatti:

- [MASORETICA]: A Seth nacque pure un figlio al quale pose nome Enos. Allora si incominciò ad invocare il nome di Yahweh.
- [LEF] [VAT] [bibbia.net] [laparola.net]: A Seth nacque pure un figlio al quale pose nome Enos. Allora si incominciò ad invocare il nome del Signore.

Facciamo due conti: Adamo genera Seth quando ha 130 anni (Genesi 5,3), e a sua volta Seth genera Enos quando ha 105 anni (Genesi 5,6). Dunque secondo la Bibbia ebraica si cominciò a pronunciare il nome di Yahweh solo 235 anni dopo la creazione del mondo; fino ad allora questo nome era ignoto, per cui c'è da sospettare che l'elohim della creazione non sia lo stesso che compare qui.
Quindi secondo la versione ebraica qui viene introdotto un nuovo personaggio, Yahweh, che non è quello della creazione del mondo, ma è quello che Mosè descrive come colui che ereditò l'area di Canaan e il popolo di Giacobbe (vedi Deuteronomio 32,9 nella versione di Qumran); questo Yahweh rivendicherà ripetutamente come suo maggiore successo l'aver tratto gli Ebrei dalla schiavitù dell'Egitto. Dunque la Bibbia parla al 99% di un soggetto identificato come dio che però non è il creatore del mondo. Il discorso non piacerà ai monoteisti ma regge dal punto di vista logico.
Le altre bibbie hanno tentato di cancellare il nome imbarazzante di Yahweh, ma così facendo hanno introdotto insanabili contraddizioni: se abbiamo a che fare con un dio onnipotente creatore del mondo, perché poi rivendica un fatto modesto come l'Esodo come suo maggior successo? e perché deve guidare questo piccolo popolo alla conquista di un fazzoletto di terra con tanto spargimento di sangue quando è già tutto suo? e come dobbiamo interpretare la spiegazione di Mosè data in Deuteronomio 32?

Il Diluvio Universale

● Genesi 5: gli uomini si moltiplicano: dettagliata genealogia da Adamo fino a Noè. Fatto curioso: tra questi patriarchi pre-diluviani solo Enoc non muore perché all'età di 365 anni scompare rapito da Elohim [MASORETICA] oppure da Dio [LEF], senza ulteriori spiegazioni. Secondo Ecclesiastico 44,16 e 49,14 Enoc fu rapito in cielo. Vedremo che questo episodio fa parte di altre narrazioni negli [APOCRIFI]. Questo dei rapimenti in cielo non è un caso isolato perché lo stesso avverrà per il profeta Elia (2Re 2,11) e poi a Gesù.

● Genesi 6,1-4: alcuni versetti un po' oscuri: i figli di Dio (chi sono?) si accoppiano con le figlie degli uomini generando gli eroi famosi fin dai tempi antichi. Nella versione ebraica sono i figli (di|degli) elohim (cioè in definitiva, gli elohim) che insidiano le donne umane, così generando meticci semi-dèi chiamati nephilim; li ritroveremo in Numeri 13,32-33 quando gli Israeliti dovranno affrontare questi super-uomini giganti.
L'interpretazione di questi versetti è piuttosto immediata per chi assume che gli elohim siano gli dèi. Monoteisti e teologi qui devono faticare un po'.

Il Tanach si intreccia con altre storie che venivano elaborate parallelamente. Si tratta di storie che partono da una concezione già monoteistica e che portano a una dottrina piuttosto diversa, e forse per questo sono state espunte dal Tanach che ha mantenuto una impostazione più politeistica. Ne diamo solo un brevissimo cenno, rimandando ad [APOCRIFI] per i dettagli.
Nel Libro dei Giubilei dio invia sulla Terra gli angeli detti Vigilanti con il compito di insegnare agli uomini giustizia e rettitudine; ma i Vigilanti vengono sedotti dalle donne e nascono i meticci semi-dèi detti Nafadem, terribili e voraci, che corrompono gli uomini, gli animali e la Terra; dio opta per il reset totale del Diluvio; solo Noè si salverà per dare inizio a una nuova generazione di uomini perfetti. Ma forse anche no.
Nel Libro di Enoc gli angeli ribelli scendono sulla Terra perché attratti dalle donne; la commistione tra esseri celesti e donne che ne consegue causa quella contaminazione per risolvere la quale Dio ricorre al reset totale e manda il Diluvio; ma prima dio manda Noè; egli è l'uomo perfettissimo, è l'Adamo 2.0 che darà origine a una nuova generazione di uomini perfetti. Ma forse anche no.
Probabilmente Paolo conosceva questa storia degli angeli ribelli, ed è a questa storia che Paolo si riferisce in 1Corinti 11,10 quando mette in guardia gli uomini e le loro donne dalle brame lussuriose degli angeli.

● Genesi 6,5: Yahweh è deluso dall'umanità perché è "malvagia" (6,5) e "violenta" (6,11) senza meglio specificare, perciò decide di sterminarla per annegamento. Ma avvisa prima Noè (~3000 a.C.), che si pone in salvo sulla barca, insieme alla sua famiglia e agli animali; è Yahweh stesso che chiude la porta dell'arca dall'esterno (7,16). Le acque sommergono la terra per 150 giorni, mentre l'arca si ferma sopra alle montagne dell'Ararat che sono ancora sommerse. Noè manda una colomba in volo, e questa ritorna più tardi con una foglia fresca di ulivo nel becco (NON un intero ramo come l'iconografia tipicamente rappresenta). E' il segnale che l'ira divina si è placata.

Perché la barca di Noè viene chiamata "arca"? Quel nome era usato per le barche di giunchi che gli egiziani caricavano di idoli e simboli sacri e che portavano a spalla in processione lungo le rive del Nilo. E anche l'arca di Noè trasportava gli uomini eletti sacri a dio che avrebbero dovuto generare finalmente la specie umana perfetta. Il testo ebraico chiama arca anche la cesta dove il neonato Mosè viene lasciato alla deriva sul Nilo. Anche Mosè costruirà un'arca per custodire e trasportare le tavole della Legge ma siccome nel deserto del Sinai non disponeva di un grande fiume, un cassone gli sembrò più appropriato che una barca. Quindi la mia deduzione è che in generale l'arca è qualcosa per il trasporto di cose sacre, cioè dedicate a dio.

Quali e quanti animali Yahweh ordina di portare sull'arca?
Genesi 6,19-20: due di ogni specie, maschio e femmina.
Genesi 7,2: contrordine: sette coppie per ogni animale puro, una coppia per quelli impuri. Gli animali puri e impuri sono definiti in Levitico 11-15 e in Deuteronomio 14,3-21.
Genesi 7,8-9: Contrordine bis: apparentemente conferma la specifica iniziale di una coppia.
Contraddizioni come questa provano che ci furono almeno due autori diversi del testo (vedi l'Ipotesi Documentale della Bibbia che abbiamo discusso prima): l'autore E (eloista) presenta la soluzione semplice di una coppia per specie, mentre l'autore P (prete, sacerdote) fa una distinzione tra animali puri e impuri in previsione del sacrificio che segue.

● Genesi 8,20: Noè, famiglia e animali possono finalmente sbarcare sulla terraferma. Noè erige un'ara e sopra vi sacrifica ogni sorta di animali puri. Yahweh gradisce e si riappacifica con l'uomo. Di sacrifici di animali sull'ara non si parlerà più nella Bibbia fino ai tempi di Mosè, che riprenderà la pratica in grande stile. Questo pezzo deve averlo scritto l'autore P del versetto Genesi 7,2 perché altrimenti non ha senso bruciare gli animali così faticosamente salvati dal diluvio.

● Genesi 9,4: precetto divino: gli uomini non mangino sangue. Questo comandamento verrà ribadito ripetutamente e motivato in Numeri 17.

● Genesi 9,20: Noè pianta la vigna, fa il vino, e si ubriaca. Il figlio Cam lo sorprende nudo riverso nella tenda in preda ai fumi dell'alcol, e chiama i fratelli perché vedano anche loro lo spettacolo. Invece Sem e Jafet, rispettosi, prendono un mantello, se lo mettono sulle spalle, entrano nella tenda camminando all'indietro, e coprono le nudità del padre senza guardare. Noè, saputo del comportamento di Cam, lo maledice con l'oscura invettiva Maledetto sia Canaan! [...] Benedetto sia il Signore Iddio di Sem, e sia Canaan lor servo! che forse è il pretesto ideologico per il dominio dei semiti sui camiti di Canaan, ma non mi è chiaro.

Torre di Babele

● Genesi 10: da Jafet discendono diversi popoli che parlano ciascuno la propria lingua (Genesi 10,5) e anche da Cam discendono diversi popoli che parlano ciascuno la propria lingua (Genesi 10,20). Quindi ci sono molte lingue, una per ogni popolo.

Tavola dei popoli. Secondo [LIVERANI] 12.5 il capitolo 10 descrive il mondo e le genti che lo popolano dal punto di vista di un giudeo del 6o secolo a.C. Il "centro" del mondo viene collocato più o meno intorno a Carran dove, come vedremo, porrà sede la famiglia Tarach e dove Abramo incontrerà Yahweh per la prima volta. A nord di questo centro si installano i popoli che discendono da Jafet; a sud-ovest (Canaan, Egitto) si installano i discendenti di Cam ("Camiti"); a sud-est si installano i discendenti di Sem (i "Semiti" ai quali appartiene anche Tarach e famiglia). Ovviamente questa tavola dei popoli comprende solo i popoli confinanti al territorio dell'autore biblico, e ignora tutti i popoli che gli erano sconosciuti. La meticolosa e pedissequa descrizione dei popoli, delle loro origini, delle loro identità etniche e relazioni, è uno dei temi ricorrenti dell'AT perché così richiedeva la mentalità tribale degli autori.

● Genesi 11: secondo il testo, tutti i popoli della terra parlano la stessa lingua, cosa in completa contraddizione con quanto affermato poche righe prima (come ha osservato Biglino). Migrando a oriente, gli uomini trovano una piana senza punti di riferimento, e lì costruiscono una città. Innalzano anche una torre, sembra di capire all'unico scopo di fornire alla città almeno un punto di riferimento ben visibile, non certo per salire al cielo e sfidare le divinità (sarebbe stato più conveniente salire su di una montagna).

Anche secondo Yahweh tutti gli uomini parlano la stessa lingua (11,6). Siccome Yahweh non ha gradito l'atto di arroganza e presunzione degli uomini per via di quella torre alta fino al cielo, li punisce confondendo le lingue dei popoli di tutta la terra. La città responsabile di avere scatenato l'ira di Yahweh si chiama Babel. Yahweh se la prende con gli uomini in modo immotivato e li punisce ingiustamente. Succederà ancora altre volte.

Prima dell'intervento di Yahweh gli uomini parlavano la stessa lingua oppure no? Yahweh confonde le lingue perché temeva che gli uomini, uniti, si coalizzassero contro di lui? Yahweh si sentiva così vulnerabile da parte degli uomini? Quanti uomini ci vogliono per sconfiggere Yahweh? E che cosa c'entra in tutto questo la torre? L'autore del capitolo 10 non si è messo d'accordo con l'autore del capitolo 11? In definitiva, che cosa significa il capitolo 11?
La torre di Babele è una ziqqurat. Secondo [LIVERANI] 12.3 la torre in questione è una delle tante ziqqurat nella pianura della Mesopotamia, caduta in rovina per l'incuria dei secoli; i popoli che parlano lingue diverse e incomprensibili sono i deportati dall'impero assiro prima e babilonese dopo impiegati nelle opere di manutenzione; le lingue mescolate sono il caos che dovevano sperimentare queste genti che non riuscivano a spiegasi come mai queste imponenti costruzioni erano incomplete o in rovina; anche il nome babel ha due letture in ebraico che significano sia "porta di dio" che "luogo di confusione". L'autore, un israelita o un giudeo deportato, così trova occasione di sbeffeggiare la presunzione dei popoli oppressori che lo hanno ridotto in schiavitù. Ne segue anche che il racconto va datato all'epoca esilica o post-esilica (Liverani parla di fine 6o secolo).

Storia dei patriarchi: Abramo

Antico oriente, intorno al 2000 a.C. La tavola dei popoli che discendono dai figli di Noè secondo Genesi 10 è tratta da [LIVERANI] figura 47; notare che il centro del mondo è collocato intorno a Carran, città che è punto di riferimento della famiglia Tarach e discendenti fino a Giacobbe.

● Genesi 11,24: Tare (o Tarach secondo altre versioni) ha tre figli maschi Abramo, Nacor (o Nachor) e Aran; la famiglia comprende anche Sarai moglie di Abramo. Aran genera Lot, ma poi muore prematuramente. Poi tutta la famiglia si sposta da Ur alla città di Carran (o Harran secondo altre traduzioni) dove si stabiliscono.

Come morì Aran? Perché proprio Abramo si occupa del povero Lot rimasto orfano? Il Libro dei Giubilei (v. [APOCRIFI]) ci racconta una storia completamente diversa. Lì Abramo è fervente monoteista, tenta di redimere la famiglia di pagani, brucia il tempio degli idoli di famiglia, Aran cerca di salvare le statuette dall'incendio ma rimane ucciso dal fuoco, Yahweh ordina ad Abramo di occuparsi del nipote Lot rimasto orfano di padre. Anche il [CORANO] racconta la stessa storia. Dunque il Tanach ha conservato l'impostazione politeistica ma è rimasto contaminato con tracce del monoteismo che veniva elaborato in contemporanea tra il 5o e il 4o secolo a.C.
Abramo era babilonese. Nulla nel testo biblico è casuale, soprattutto quando si citano personaggi, popoli, e genealogie. Queste tediose elencazioni di personaggi e popoli e rispettive relazioni riflettono la situazione di quando il testo fu scritto piuttosto che la situazione di quando il racconto viene ambientato. Questo è uno dei temi principali affrontato dal [FINKELSTEIN]. In particolare la maggior parte di queste elencazioni e discendenze genealogiche riportate nella Genesi, nelle Cronache e altrove, erano funzionali a stabilire i rapporti di potere ai tempi della monarchia, mentre altre erano funzionali alla pulizia etnica post-esilica descritta in Esdra. Per quanto riguarda la curiosa origine della famiglia di Abramo, collocata nella città babilonese di Ur, il libro a pagina 325 propone come spiegazione la necessità dei sacerdoti ritornati dall'esilio babilonese di legittimare la loro provenienza dal cuore dell'impero civilizzato agli occhi del popolo dei Giudei.

● Genesi 12,1: Yahweh si rivolge ad Abramo e lo ingaggia per conquistare la terra di Canaan. Allora Abramo, Sara e Lot orfano di padre si incamminano da Carran verso sud, attraversano tutto Canaan fino al deserto del Negheb. Yahweh convince Abramo promettendo ricchezze e potere. Nell'Esodo però ci verrà spiegato che i tre patriarchi Abramo Isacco e Giacobbe non conoscevano Yahweh con questo nome, ma con il nome di El Shaddai, che però nella Masoretica compare solo in Genesi 17,1. Agli autori piaceva tanto confondere il lettore, oppure il testo è stato soggetto ad innumerevoli manipolazioni da parte di persone che non avevano una visione d'insieme.

● Genesi 12,10: Abramo deve affrontare la carestia, così emigra in Egitto; ricchezza e potere promessi da Yahweh dovranno attendere. La moglie di Abramo, Sara, è assai piacente, ma purtroppo è sterile. Perciò Abramo la vende al faraone spacciandola per la sorella, realizzando anche un buon profitto. Yahweh punisce duramente l'ignaro acquirente con varie pestilenze, fino a quando il faraone, esasperato, decide di restituire Sara. Da notare il senso di giustizia di Yahweh. Cfr Genesi 20,2 (Abramo vende Sara una seconda volta) e Genesi 26,1-12 (anche Isacco presenta sua moglie come "sorella"): la ripetizione dello stesso plot rappresenta, secondo alcuni studiosi, la prova dell'intervento di diversi autori.

● Genesi 13: Abramo e famiglia tornano in Canaan. Adesso sia lui che il nipote Lot sono così ricchi che decidono di separarsi: Abramo resta in Canaan mentre Lot va a oriente, verso le città di Sodoma e Gomorra. Pessima idea, quella di Lot, perché "gli abitanti di Sodoma erano molto perversi e grandi peccatori contro Yahweh", cioè perché hanno tradito Yahweh in favore di Baal Peor (cfr Deuteronomio 29).

● Genesi 14: i re d'oriente aggrediscono le città di Canaan, compreso Sodoma e Gomorra, e rapiscono Lot che abitava lì. Abramo arma 318 dei suoi migliori servitori, libera le città occupate e libera Lot.

Scopriamo così che Abramo era un mercenario che disponeva di una discreta forza militare. Siccome sappiamo che per esprimere un solo soldato armato ci devono essere almeno da 3 a 4 servitori per la logistica e il vettovagliamento, il contingente paramilitare di Abramo doveva contare tra 1000 e 1200 persone. Forse è per questo che El Shaddai signore della steppa e prode di guerra si rivolge proprio a lui per conquistare Canaan.

Abramo viene ringraziato nientemeno che da Mechisedec re di Salem (forse l'antico nome di Gerusalemme) e sacerdote d'Iddio Altissimo [VAT] (El Elyon nella [MASORETICA]). Prima volta che compare Elyon nella Genesi, e ci viene anche detto che ci sono suoi sacerdoti e si tenevano riti per lui.

● Genesi 14,13: scopriamo che Abramo è ebreo, prima volta che questa parola appare nella Bibbia e senza ulteriori spiegazioni. Possiamo quindi ragionevolmente assumere che anche il papà Tarach era ebreo, e quindi la maggior parte dei personaggi e dei popoli protagonisti dell'Antico Testamento sono Ebrei, qualunque cosa questa parola voglia dire.

● Genesi 14,19: secondo Mechisedec, Elyon è anche il creatore [VAT] o possessore [MASORETICA] della terra, niente meno. Nella Bibbia, Elyon è diventato Altissimo, lasciando intendere che sia lo stesso soggetto che ha ingaggiato Abramo per conquistare Canaan, dimentico di essere già il possessore della terra.

● Genesi 15: Yahweh di nuovo si rivolge ad Abramo per il suo progetto di conquista. Abramo è una persona pratica, e a Yahweh chiede esplicitamente: Che cosa mi darai tu? (versetto 2). E Yahweh promette ad Abramo che i suoi discendenti, un giorno, possiederanno tutte le terre che vanno dal torrente d'Egitto fino al fiume grande Eufrate (versetto 18). Notare che non pone limiti di tempo, ed infatti quel momento deve ancora venire. Non conosciamo la risposta di Abramo alla proposta di Yahweh, ma dalla storia che segue si deduce che Abramo non rimase particolarmente impressionato dall'offerta.

● Genesi 16: pur di essere madre, Sara dà la sua serva, la schiava egiziana Agar, al marito Abramo perché ci faccia un figlio. Il ricorso alla maternità surrogata di Sara non è un caso isolato; vedremo che le mogli di Giacobbe, pur non sterili, ricorreranno anch'esse alla maternità surrogata per aumentare la prole. Una soluzione di ripiego, quella di Sara, perché Agar non è purosangue ebrea e questo non piacerà a Yahweh. Quella della maternità surrogata è una pratica documentata dagli archeologi nella Mesopotamia dell'antichità ([FINKELSTEIN] Appendice A, p. 336).

● Genesi 17,1: viene introdotto un nuovo personaggio che nel testo ebraico e perfino nella mia [LEF] ha il nome di El Shaddai (El della steppa, o signore della steppa) che si capirà essere Yahweh. Qui le bibbie cristiane traducono Signore Onnipotente per un qualche motivo. Dunque, El Shaddai si presenta ad Abramo e gli impone il nome di battaglia Abrahamo perché sarai capostipite di una moltitudine di genti e da lui discenderanno molti re; Canaan sarà per sempre la loro terra (versetto 8). Nessuna di queste promesse verrà mantenuta.

● Genesi 17,10: Yahweh impone la circoncisione perché ciò sarà il segno dell'alleanza tra me e voi.

● Genesi 18: Yahweh insieme a due malakim si sta incamminando verso Sodoma, quando incappa in Abramo (100 anni!) seduto all'ombra di un albero davanti alla sua tenda. Sono sporchi, stanchi e affamati, perciò Abramo li accoglie e offre loro ristoro. E qui scopriamo che Yahweh si sposta a piedi, si sporca, si stanca, ha fame e mangia, inoltre deve trasferirsi fisicamente in Sodoma per verificare se la città lo ha veramente tradito con un altro dio (cfr Deuteronomio 32,32).

Abramo chiede di risparmiare il nipote Lot e la sua famiglia che abitano nella la città. Abramo espone anche il problema di sua moglie sterile. Yahweh promette che Sara (90 anni!) farà un figlio entro un anno. Si sente una risata dentro la tenda: è Sara incredula che stava origliando.

● Genesi 19: Yahweh si deve recare fisicamente a Sodoma per verificare se è vero che la città è passata a un altro dio come da Deuteronomio 29,22-27; segue pistolotto incazzato contro i traditori con gli altri dèi in Deuteronomio 32, e in particolare versetto 32. La stessa sorte toccherà alle città traditrici di (nomi incerti, variano da versione a versione della Bibbia):

Gomorra,
Adma,
Zeboim (o Seboim, o Seboi) e
Lesa (o Bela, o Segor)

che si sono messe al servizio di altri dèi: Perché l'ardore di questa grande collera? E si risponderà: Perché hanno abbandonato l'alleanza del Signore, Dio dei loro padri (Deuteronomio 29,22-27). Anche Deuteronomio 32,16-43 dove Yahweh/Dio è geloso degli altri dèi.

● Genesi 19,1-26: i due angeli che accompagnavano Yahweh entrano nella città di Sodoma e vanno nella casa di Lot per avvisarlo; sono convinti di passare inosservati, ma invece vengono riconosciuti dagli abitanti. Segue colluttazione. Lot e famiglia ricevono ordine di fuggire senza voltarsi, mentre gli angeli iniziano la distruzione della città. Durante la fuga, la moglie di Lot però si volta e rimane impietrita come una statua di sale.

● Genesi 19,23-28: L'ira di Yahweh si abbatte sulle città traditrici:

Il Signore fece piovere dal cielo sopra Sòdoma e sopra Gomorra zolfo e fuoco proveniente dal Signore. Distrusse queste città e tutta la valle con tutti gli abitanti delle città e la vegetazione del suolo. Ora la moglie di Lot guardò indietro e divenne una statua di sale. Abramo andò di buon mattino al luogo dove si era fermato davanti al Signore; contemplò dall'alto Sòdoma e Gomorra e tutta la distesa della valle e vide che un fumo saliva dalla terra, come il fumo di una fornace.

La devastazione del territorio circostante è drammatica, e viene descritta in Deuteronomio 32,32; Sapienza 10,6-8; Isaia 14,19; Geremia 23,14-15; Geremia 50,38-40; Amos 4,11; Sofonia 2,9-11; 2Pietro 2,6; Giuda 7. La valle del Giordano dove sorgevano queste presunte città viene citata in Genesi 14,10 per essere piena di pozzi di bitume (materiale infiammabile e che può liberare metano nell'aria); oggi è una distesa salata nei pressi del Mar Morto. E' stata ridotta così da Yahweh oppure è una formazione naturale? Yahweh disponeva di armi di distruzione di massa capaci di spazzare via intere città in un colpo solo e, nonostante tale deterrente e nonostante la sua mancanza di scrupoli, la sua massima aspirazione era la conquista di Canaan? Intere città spazzate via in un colpo solo, e l'unica testimonianza che ci rimane di tali sconvolgenti catastrofi sono poche righe e solo sulla Bibbia? Forse è più semplice pensare che gli autori della Bibbia si siano lasciati prendere un po' la mano magnificando quanto era potente il loro dio.

● Genesi 19,30-38: Lot e le sue due figlie riparano nella città di Segor. Le figlie, lontano dalla comunità dove vivevano, temono di morire zitelle, così ubriacano il padre ripetutamente mentre ci fanno sesso. I figli di questo incesto saranno i capostipiti dei Moabiti e degli Ammoniti.

● Genesi 20,2: Abramo, per nulla convinto della promessa di Yahweh di avere un figlio da Sara, vende Sara per la seconda volta, sempre spacciandola per sua sorella.
E' interessante notare che lo sfortunato acquirente è Abilemech, re filisteo della città di Gerar. Vedremo che anche Isacco andrà a stabilirsi in Gerar presso i Filistei sotto la protezione di re Abilemech. Osserviamo che si tratta di un anacronismo: i Filistei si insedieranno sulla costa di Canaan solo a partire dal 12o secolo a.C. Osserviamo anche che in generale i nomadi Abramo e Isacco hanno ottimi rapporti con le popolazioni di Canaan ed intrattengono con esse fruttuosi rapporti economici.
Yahweh questa volta risparmia l'ignaro acquirente e va a chiedere spiegazioni ad Abramo. Ed Abramo spiega che in effetti Sara è sua sorellastra (hanno il padre in comune), ma preferisce omettere che è anche sua moglie così la può vendere. A quei tempi le donne erano poco più che oggetti. E notare Yahweh deve andare ad informarsi interrogando Abramo: Yahweh leggerà forse i cuori, ma non sa leggere i cervelli.
NOTA: è possibile che Abramo abbia raccontato una bugia: Sara non era affatto sua sorella, infatti in Genesi 11,26 Tarach ha solo tre figli maschi, e in Genesi 11,31 si dice esplicitamente che Sara è nuora del padre di Abramo, Tare, non figlia.

Storia dei patriarchi: Isacco

● Genesi 21,1: Yahweh fa visita a Sara che rimane incinta e partorisce Isacco. Che cosa abbia fatto esattamente Yahweh non viene specificato. A questo punto Sara invita Abramo a scacciare la schiava egiziana Agar e suo figlio Ismaele. In questo modo Abramo scaccia il figlio biologico Ismaele e si tiene Isacco che è figlio di non si sa bene chi.

● Genesi 22: Yahweh ordina ad Abramo di sacrificare il tanto sospirato figlio unico, Isacco. Dovrà portarlo su di un certo monte nella regione di Moria e lì offrirlo in olocausto a Yahweh. Abramo ubbidisce e, solo all'ultimo momento, la voce di un angelo gli ferma la mano. Yahweh riconosce la fedeltà di Abramo e promette di riempirlo di ricchezze.

● Genesi 24: Isacco (dall'ebraico "uomo che ride") non sembra avere molta autonomia decisionale; Biglino ipotizza che sia affetto da sindrome di down. Suo padre Abramo manda un servo nel suo paese di origine per comperargli una moglie. Il servo ritorna con Rebecca. L'età di Rebecca non viene specificata, ma viene detto che è accompagnata dalla nutrice di nome Debora (35,8). Nelle società tribali del tempo le "donne" di 3 anni e un giorno erano maritabili, quindi è coerente.

● Genesi 25,1: Abramo prende una seconda moglie, Cetura, da cui nasceranno tanti figli tra i quali i discendenti dei Madianiti. Abramo ha anche delle concubine da cui ha avuto figli. Abramo muore all'età di 175 anni dopo avere lasciato tutto in eredità a Isacco.

Storia dei patriarchi: Giacobbe ed Esaù

● Genesi 25,21: anche Rebecca è sterile. Interviene Yahweh e nascono i gemelli dizigoti Esaù (formalmente il primogenito) e Giacobbe. Mentre Giacobbe è moro, Esaù ha il corpo ricoperto di peluria rossa, mangerà la minestra rossa di lenticchie, e da esso origineranno gli Edomiti che abiteranno il paese dalle caratteristiche rocce rosse di Edom intorno al monte Seir (edom = rosso in ebraico, Genesi 25,25 25,30 e 36,8 e Deuteronomio 2,5).

● Genesi 25,29: Esaù vende la primogenitura al fratello gemello Giacobbe pur di avere un piatto di lenticchie caldo fumante. Il contratto però, non è valido: per Isacco l'erede rimane Esaù.

● Genesi 26,1-12: Isacco e famiglia risiedono presso i Filistei. Isacco teme che il bell'aspetto della moglie Rebecca gli possa nuocere, perciò dice che lei è sua sorella. Ma Abimelech, re filisteo della citta di Gerar, sorprende Isacco in intimità con Rebecca ("divertiva" secondo [LEF], "scherzava" secondo [VAT]) quindi capisce che si tratta in realtà della moglie; per questo, forse memore di quello che gli accadde con Sara e l'ira suscitata in Yahweh (cfr Genesi 20,2) Abilemech ordina che Isacco e Rebecca vengano protetti.

● Genesi 27: Rebecca ordisce un astuto inganno per far sì che Isacco, ormai morente, ceda l'eredità al figlio prediletto Giacobbe invece che a Esaù. Ma Esaù se ne accorge e minaccia di uccidere suo fratello gemello Giacobbe. La mamma invita Giacobbe ad allontanarsi, per esempio andando da suo zio Labano che ha giusto due figliuole da maritare; la mamma lo avviserà quando le acque si saranno calmate.

● Genesi 28-32: Giacobbe deve prendere moglie e la va a cercare al paese suo, in Mesopotamia. Va quindi dallo zio Labano che ha due figlie: una gnocca (Rachele) e una cessa (Lea). Naturalmente Giacobbe vuole quella gnocca, ma il prezzo è salato: Giacobbe dovrà lavorare dallo zio per 7 anni. Dopo sette anni, viene finalmente il momento della ricompensa: nottetempo, lo zio manda la figlia nella tenda di Giacobbe. Ma la figlia che manda non è Rachele, è Lea! Giacobbe si accorge dell'inganno solo con la luce del giorno. Lo zio convincerà Giacobbe a comperare anche Rachele e a rimanere a servizio da lui altri sette anni.

FiglioMadre
RubenLea
SimeoneLea
LeviLea
GiudaLea
DanBilha serva di Rachele
NeftaliBilha serva di Rachele
GadZilpa serva di Lea
AserZilpa serva di Lea
IsacarLea
ZabulonLea
DinaLea
GiuseppeRachele
BeniaminoRachele
I 13 figli di Giacobbe in ordine di nascita, capostipiti mitologici delle famose 12 tribù di Israele oltre a Dina. Beniamino nascerà più tardi, quando la famiglia Giacobbe ha già lasciato la Mesopotamia.

Tra le due sorelle mogli di Giacobbe inizia una competizione senza esclusione di colpi a chi fa più figli, propri o con maternità surrogata delle proprie serve, esattamente come fece anche nonna Sara con Agar; pressioni su Giacobbe per adempiere ai suoi doveri coniugali; si ricorre alle piante afrodisiache (mandragola); interviene anche Yahweh a promuovere Lea discriminata. Stravince Lea con 9 contro 4. Nel mondo tribale in cui la prole è un asset famigliare, il valore di una donna si misura in figli.

Complessivamente Giacobbe lavora per lo zio per 20 anni (31,38). Al momento di ritornare finalmente a Canaan, Giacobbe medita la sua vendetta: sottrae gran parte delle greggi allo zio (31,1) e poi fugge con mogli, figli, greggi e tutto (31,20).

● Genesi 31,19: Rachele ruba gli idoli di papà Labano all'insaputa di Giacobbe. In 35,1-4 Giacobbe si prepara a un nuovo patto con dio in 35,9 e perciò si fa consegnare gli idoli e li nasconde sotto terra in un luogo ben preciso. Chissà, forse sono in metallo prezioso, oppure potrebbero tornare utili in futuro a seconda del dio che Giacobbe vorrà sevire.

● Genesi 32,23-33: Giacobbe affronta in lotta e vince contro un uomo che si rivela essere dio; ivi dio impone nome Israel a Giacobbe. Inutile cercare di capire cosa significano questi versetti perché nessuno lo sa. Vedi anche Genesi 35,10 per l'origine del nome Israele.

● Genesi 33: Giacobbe incrocia il fratello Esaù che sta andando verso casa sua sul monte Seir (Deuteronomio 2,4-5) in Edom. Esaù dispone di 400 uomini e il momento è molto teso. Giacobbe offre tutti i suoi averi, la sua famiglia e i suoi servigi a Esaù e promette di seguirlo sulla strada di Seir; solo, dovrà andare più lentamente perché ha molti bambini e bestiame in travaglio. Esaù accetta l'offerta di pace, quindi lo aspetterà a Seir. Ma non si rivedranno mai più, perché Giacobbe prende una strada completamente diversa e punta verso una località di nome Succot dove si installa. E' l'ultimo inganno di Giacobbe ai danni dei parenti.

● Genesi 34: Dina, figlia di Giacobbe, viene rapita e stuprata da un certo Sichem della città di Sichem (sic). Il papà di Sichem offre una ricca dote e un matrimonio riparatore. I figli di Giacobbe respingono l'offerta e pretendono invece che i Sichemiti siano tutti circoncisi. Gli uomini Sichemiti acconsentono ma, proprio mentre sono indeboliti dalla febbre della infezione, i figli di Giacobbe Simeone e Levi assaltano la città, uccidono tutti gli uomini, saccheggiano case e bestiame e riducono donne e bambini Sichemiti in schiavitù.

● Genesi 35,1-8: Giacobbe raccoglie tutti gli idoli rubati allo zio e li seppellisce sotto la quercia che sta presso Sichem, erige un altare ed invoca la protezione di Yahweh. Un non meglio precisato terrore divino si diffonde nelle città vicine, così che Giacobbe e famiglia possono fuggire indisturbati senza subire ritorsioni. E' l'ennesimo inganno di Giacobbe, questa volta contro Yahweh.

Idoli, vitelli, tori e altari. Fa strano che Giacobbe nasconda la forma tangibile degli dèi (cioè gli idoli) per appellarsi a un dio intangibile astratto come Yahweh. E' facile immaginare che nella versione primitiva della storia, Giacobbe abbia selezionato tra tutti gli idoli in suo possesso quello a forma di toro rappresentante Yahweh, e che abbia nascosto gli altri perché non si sa mai che possano tornare utili in futuro. Che l'idolo rappresentante Yahweh fosse un toro ce lo conferma 1Samuele 12,28 dove gli Israeliti che si separano dai Giudei confezionano ben due idoli con tale forma.
 Nella mentalità del tempo la capacità di astrazione della gente era molto limitata e il dio a cui ci si rivolgeva doveva avere la rappresentazione tangibile di un idolo; è a questa rappresentazione tangibile che si rivolgevano le preghiere. Così doveva essere la storia di Giacobbe e, in generale, tutte le storie dei patriarchi, che gli studiosi attribuiscono a tradizioni orali di ambiente Israelita del nord.
 La storia di Giacobbe, visto la sua centralità nell'ideologia giudaica, è stata poi emendata a seguito della riforma religiosa di Giosia che ha accentrato il culto in Gerusalemme e quindi ha vietato gli idoli. Così è stato introdotto il concetto incongruente per il personaggio e per il tempo di un "altare" come pila di sassi che un nomade come Giacobbe avrebbe eretto nel bel mezzo del deserto. La stessa questione si riproporrà nell'episodio del "vitello" d'oro, quando il popolo sente il bisogno di dare una rappresentazione tangibile del dio che non vedono da molto tempo, e un altare di pietra trasportabile non sarebbe stato pratico.

● Genesi 35,9-15: Iddio ([LEF], [VAT]) ovvero elohim ([MASORETICA]) si presenta come Dio Onnipotente ([VAT]) ovvero El Shaddai ([MASORETICA], [LEF]) come aveva già fatto in 17,1 ed impone a Giacobbe il nome di battaglia Israel e gli promette Canaan: nasce il popolo di Israele. Vedi anche Genesi 32,29: storia doppia significa due testi diversi che sono stati (malamente) uniti insieme. Isaia 43,1 conferma che il nome Israel è stato imposto da Yahweh.

● Genesi 35,29: Isacco muore a 180 anni.

● Genesi 37,10: Giacobbe rimprovera Giuseppe e minaccia di rivolgersi a sua madre Rebecca, che però è già morta (v. 35,19).

● Genesi 37-47: su questo episodio ci potrebbero fare un film. Giacobbe ha un figlio prediletto, Giuseppe. Gli altri fratelli, gelosi, lo vendono come schiavo a una carovana diretta in Egitto, realizzando anche un bel guadagno. Giuseppe, che è un tipo sveglio, diventerà un alto funzionario del faraone, e vestirà i paramenti tipici degli alti funzionari egizi. Intanto, la tribù di Giacobbe si trova in difficoltà, e decidono di migrare in Egitto per passare il periodo di carestia. Li accoglie un alto funzionario egiziano...
L'episodio ha un lieto fine, tanto che gli Israeliti si installeranno in Egitto per i seguenti 430 anni (Esodo 12,40), fino al tempo di Mosè.
Cfr con il libro di Daniele: anche lì l'israelita mostra la sua sagacia alla corte del re babilonese.

● Genesi 38: intricata storia che illustra la legge del levirato che verrà formalizzata in seguito (Deuteronomio 25,5): se il marito muore senza aver lasciato figli, la vedova va in sposa al fratello del marito o altro parente prossimo; i figli che nasceranno saranno legalmente attribuiti al marito morto. Ora, Giuda ha due figli di nome Er e Onan. Giuda impone a Er la moglie Tamar. Ma Er muore punito da dio per un motivo non specificato, sicché Tamar adesso spetta a Onan. Ma Onan non ne vuole sapere perché i figli non sarebbero suoi, così negando la posterità al povero fratello, così deludendo dio e Tamar. Tamar escogita un piano astuto e induce Giuda, il suocero, a metterla incinta adempiendo a un obbligo che già allora era in uso.

Epilogo: Giacobbe emigra in Egitto

● Genesi 46,27: gli Israeliti (cioè i discendenti di Giacobbe) ivi compresi i 2 figli di Giuseppe nati in Egitto sono solo 70. Secondo Esodo 1,5 le persone nate da Giacobbe trasferitesi in Egitto erano in tutto 70. Secondo Deuteronomio 10,22 le persone trasferitesi in Egitto erano in tutto 70. Si stabiliscono nel delta del Nilo nella terra di Gosen (Genesi 47,27). Giacobbe alias Israel morità 17 anni dopo, e il suo popolo rimarrà in Egitto per 430 anni fino al famoso Esodo.

Perché Yahweh lascia che il suo popolo rimanga così a lungo in Egitto? Secondo Biglino, in Egitto regnavano degli elohim molto più potenti di Yahweh, e Yahweh mai avrebbe potuto sfidarli (cfr Giosuè 24); gli Israeliti si pongono quindi al servizio e sotto la protezione di questi nuovi elohim. Ecco perché non sentiremo più parlare di Yahweh per 4 secoli. Quindi la famiglia di Abramo posta di fronte a una carestia, tradita nella promessa di successo e prosperità, tradisce a sua volta il giuramento fatto da Abramo a Yahweh e si rifugia in Egitto.

Che cosa fa Yahweh durante questi 4 secoli? La Bibbia non copre questo lasso di tempo. L'unico riferimento che ho trovato sta in Giosuè 24,4. Lì Giosuè spiega che mentre Giacobbe e famiglia riparavano in Egitto per la carestia, Yahweh si occupava di Esaù e famiglia, cioè gli Edomiti (Genesi 25,25 25,30 e 36,8) ai quali aveva concesso il territorio di Edom intorno al monte Seir (Deuteronomio 2,4-5).
Tuttavia nel corso del tempo Yahweh deve aver perso il controllo degli Edomiti perché in Numeri 20,14 abbiamo Mosè che non riesce ad ottenere il permesso di passare attraverso il loro territorio. Secondo altre fonti gli Edomini adoravano Qos, che per certi versi era assimilato a Yahweh e anche suo concorrente; da qui le reticenze del Tanach a nominarlo.
Infine in Malachia 1,2-3 Yahweh dice di odiare Esaù, forse per via del tradimento. Insomma, informazioni scarse e ben confuse.
Rimane però da spiegare come mai dopo 4 secoli Yahweh si fa coraggio, va in Egitto, compie sfracelli e si porta via un intero popolo senza subire l'ira dei suoi colleghi locali.

● Genesi 49: Giacobbe sul letto di morte detta le sue ultime volontà; tra queste:
- Sia Giuda capo politico dei suoi fratelli e di molti popoli. Così si legittima il primato politico che la tribù di Giuda rivendica su tutti gli Israeliti. Vedremo che sarà Yahweh stesso ad assegnare Gerusalemme ai Giudei (Giudici 1,8).
- Condanna Levi e Simeone per la loro violenza, la crudeltà e il tradimento (probabilmente riferendosi all'episodio di Sichem) e perché proveranno gusto nello snervare il bove, perciò verranno dispersi su tutto il territorio di Israele. Ora, Giacobbe che stigmatizza il tradimento fa sorridere, ma qui c'è anche una condanna degli olocausti o sbaglio?
- Varie altre attribuzioni agli altri figli capostipiti delle 12 tribù di Israele, ma il linguaggio è per solutori esperti, io passo.

● Genesi 50: lieto fine con Giuseppe che perdona i fratelli e provvede alle necessità della famiglia. Giuseppe morirà a 110 anni, e il suo corpo imbalsamato verrà riportato nella terra promessa al seguito degli Israeliti.

ESODO

Basilarmente, le avventure di Mosè che conduce gli Israeliti alla conquista di Canaan, la terra promessa. Diciamo subito che Mosè non completerà mai questo piano. Mosè ha un fratello di nome Aronne; essi discendono da Levi figlio di Giacobbe secondo la genealogia paterna indicata in Esodo 6,16-20.

Mosè: un israelita formato alla corte del faraone

Mosè nasce da genitori della tribù di Levi durante le persecuzioni degli egiziani contro figli degli Israeliti. Si salva miracolosamente in una cesta lasciata andare alla deriva nel fiume. Ritrovato e adottato come bambolotto da figlia del faraone, ma dato a balia a pagamento, balia che capita essere proprio la madre. Poi educato presso il faraone come se fosse stato un figlio. Una volta cresciuto, Mosè uccide con la spada un egiziano che stava percuotendo un ebreo; seppellisce il cadavere e si dà latitante. Ripara a Madian dove sposa la figlia di Jetro (o Ietro), sacerdote di un qualche dio locale non precisato. Mosè sta pascolando le pecore del suocero dalle parti del monte Oreb, nel Sinai, quando vede un rovo in fiamme.

La collocazione del monte Oreb è incerta. Forse si trova nel Sinai, perciò sotto controllo egiziano, ma comunque fuori dall'Egitto come si evince da Esodo 17,3. Nella Bibbia lo stesso monte viene anche indicato come monte Sinai; secondo l'Ipotesi Documentale gli autori E,D usano Oreb, mentre gli autori J,P usano Sinai. Noi qui useremo sempre Oreb per non fare confusione con il nome della penisola omonima.
Se la nostra collocazione del monte Oreb è esatta, Mosè stava pascolando il suo gregge in uno dei luoghi più inaccessibili, aridi e inospitali della Terra.

Incuriosito, Mosè si avvicina e:

Yahweh ingaggia Mosè

● Esodo 3,1-6: Yahweh si presenta a Mosè sul monte Oreb nascosto in un rovo in fiamme. Una voce proveniente dal roveto gli impone di togliere i sandali perché il terreno intorno (e solo quello) è sacro, cioè dedicato alla divinità. Qui Yahweh dà l'incarico a Mosè di organizzargli l'esodo.
Traduzione: l'anonimo autore del testo sta usando il linguaggio tipico e un po' criptico del sacerdote, ma comunque è facile capirne il senso. Ci sta dicendo che Yahweh è consapevole di essere fuori dal suo territorio, Canaan, ed è la prima e unica volta che succede nella Bibbia. Qui siamo nel territorio di dèi potenti, gli dèi d'Egitto, perciò Yahweh si deve nascondere in un cespuglio per timore di essere scoperto, e deve incaricare un terzo, Mosè, per andare dal faraone e per prendere contatto con gli Israeliti. Una narrazione così può essere concepita solo dalla mente di un autore che è perfettamente consapevole che sulla Terra ci sono tanti dèi e che il suo dio è solo un piccolo dio.

● Esodo 3,13-15: Mosè si informa sul nome del personaggio che lo sta ingaggiando, e Yahweh fa il misterioso. E' interessante confrontare le traduzioni:

[MASORETICA]: (mia traduzione letterale da ebraico a italiano con l'aiuto di [STEP]):
13 Disse Mosè a elohim: quando sarò andato dai figli di Israele e dirò che l'elohim dei vostri padri mi ha mandato da voi e mi chiederanno qual'è il suo nome, che cosa risponderò?
14 Disse elohim a Mosè: io sono colui che sono (è?), perciò dì ai figli di Isreale: colui che è mi ha mandato.
15 Disse ancora elohim a Mosè: perciò dì ai figli di Israele che Yahweh elohim, elohim dei vostri padri, elohim di Abramo elohim di Isacco elohim di Giacobbe, mi ha mandato. [...]

[LEF]:
13 E Mosè disse a Dio: Quando io sarò andato dai figli d'Israele ed avrò detto loro: Iddio dei padri vostri mi ha mandato a voi, se essi mi domanderanno: Qual'è il suo nome? che cosa risponderò loro?
14 Ed Iddio disse a Mosè: IO SON COLUI CHE SONO! Poi disse: Così dirai ai figli d'Israele: IO SONO, mi ha mandato a voi.
15 Iddio disse ancora a Mosè: Così dirai ai figli d'Israele: Il Signore, Iddio dei padri vostri, Iddio d'Abramo, Iddio d'Isacco, e Iddio di Giacobbe, mi ha mandato a voi. [...]

Notare quanto Yahweh sia modesto: mai rivendica il suo ruolo come creatore del mondo e creatore dell'uomo. Sorge il legittimo sospetto che l'elohim alias Yahweh elohim della Genesi sia un altro soggetto.

● Esodo 4,21: Mosè e Yahweh concordano una manovra a tenaglia infallibile per forzare il faraone a lasciar partire gli Ebrei dall'Egitto: Mosè cercherà di blandirlo, mentre Yahweh gli indurirà il cuore perché non ceda. A Yahweh non piace vincere facile. Mosè ha già 80 anni: Yahweh li vuole ben stagionati i suoi condottieri.

● Esodo 4,24-26: Yahweh colpisce Mosè con una malattia mortale; perciò la moglie di Mosè circoncide loro figlio e con il sangue della ferita bagna i piedi di Mosè, che guarisce. Perché Yahweh vuole uccidere Mosè al quale ha appena assegnato un incarico importantissimo? Come mai Yahweh fallisce nel suo intento omicida? Quale è questa malattia mortale, e chi l'ha diagnosticata? Come fa la moglie a sapere che il sangue del prepuzio del figlio è terapeutico? Questi tre versetti non hanno alcun senso per me e non lo avevano neanche per i lettori antichi; vedremo come l'episodio viene rivisto e corretto nel Libro dei Giubilei (v. [APOCRIFI]).

● Esodo 6,2-8: Qui Yahweh/El Shaddai/Dio rivela il rebus del suo nome perché Mosè non sembra ancora convinto. Riporto per intero il testo della masoretica e quello di due bibbie approvate dal Vaticano, la [LEF] nel 1960 e [VAT] dal sito web attuale, per mostrare come nel tempo il testo viene progressivamente limato. In grassetto le parole cambiate:

[MASORETICA]: (mia traduzione letterale da ebraico a italiano con l'aiuto di [STEP]):
2 Disse Yahweh a Mosè adesso ti mostrerò il grande potere che porterà fuori il (mio?) popolo
3 mi conobbero Abramo Isacco Jacobbe come El Shadday ma non col nome Yahweh
4 inoltre feci patto per dare paese di Canaan dove essi soggiornarono
5 inoltre io ascoltai lamento discendenti Israele e ricordai il patto
6 quindi dico ai discendenti Israele io Yahweh vi traggo dal peso|schiavitù d'Egitto in soccorso e vi redimo tendendo il braccio di grande giudizio
7 vi prendo come mio popolo e sarò vostro elohim io sono Yahweh elohim che vi traggo dalla schiavitù d'Egitto
8 vi porterò nella terra che promisi ad Abramo Isacco Giacobbe e la darò a voi io sono Yahweh

[LEF]:
2 E Iddio parlò a Mosè e gli disse: «Io sono Jahweh!
3 Apparvi ad Abramo, a Isacco e a Giacobbe come El Shaddai, ma col mio nome di Jahweh non fui conosciuto da loro.
4 Ora, come feci il mio patto con loro e stabilii di dar loro la terra di Canaan, terra delle loro peregrinazioni, nella quale hanno dimorato da forestieri,
5 così ho udito pure i gemiti dei figli d'Israele, che gli Egiziani tengono in schiavitù e mi sono ricordato del mio patto.
6 Perciò dì ai figli d'Israele: Io sono Jawheh, io vi toglierò di sotto i duri pesi degli Egiziani e vi libererò dalla loro schiavitù e vi riscatterò con il braccio disteso e con grandi giudizi;
7 e vi prenderò per mio popolo e sarò il vostro Dio e voi conoscerete che Io sono il Signore Iddio vostro, che vi traggo di sotto i duri pesi degli Egiziani;
8 e vi condurrò nella terra che, con mano alzata, ho promesso di dare ad Abrahamo, e a Isacco e a Giacobbe, terra che io vi darò in possesso di eredità: Io sono Jahweh!».

[VAT]:
2 Dio parlò a Mosè e gli disse: «Io sono il Signore!
3 Sono apparso ad Abramo, a Isacco, a Giacobbe come Dio onnipotente, ma con il mio nome di Signore non mi son manifestato a loro.
4 Ho anche stabilito la mia alleanza con loro, per dar loro il paese di Cànaan, quel paese dov'essi soggiornarono come forestieri.
5 Sono ancora io che ho udito il lamento degli Israeliti asserviti dagli Egiziani e mi sono ricordato della mia alleanza.
6 Per questo dì agli Israeliti: Io sono il Signore! Vi sottrarrò ai gravami degli Egiziani, vi libererò dalla loro schiavitù e vi libererò con braccio teso e con grandi castighi.
7 Io vi prenderò come mio popolo e diventerò il vostro Dio. Voi saprete che io sono il Signore, il vostro Dio, che vi sottrarrà ai gravami degli Egiziani.
8 Vi farò entrare nel paese che ho giurato a mano alzata di dare ad Abramo, a Isacco e a Giacobbe, e ve lo darò in possesso: io sono il Signore!».

Notare come la mia [LEF] sia quasi identica alla [MASORETICA] rispetto alla versione cattolica corrente: che cosa hanno fatto negli ultimi 60 anni al testo ispirato da dio? com'è possibile che l'immutabile parola del Signore venga cambiata?

Notare anche che, sempre nella [MASORETICA], il nome di Yahweh viene usato sempre nella Genesi quando egli si rivolge ai patriarchi, ma solo adesso ci viene detto che non era quello il nome con il quale essi lo conoscevano: altra prova di profonde manipolazioni da parte di redattori che hanno molto pasticciato per ricucire storie diverse o per affermare l'unicità di dèi diversi.

● Esodo 9,16: Yahweh manda le piaghe per dimostrare a tutto il mondo il suo potere, affinché il suo nome venga ricordato e temuto per sempre. Il dio d'amore.

● Esodo 12,11-27: Yahweh ordina di sacrificare un agnello e mangiarlo arrostito; il suo sangue andrà sparso sugli stipiti e sulle architravi delle porte delle case degli Israeliti; questo servirà anche a Yahweh per riconoscere le case degli Egiziani dove rastrellare i primogeniti. Yahweh istituisce la festa della Pasqua a ricordare questo episodio (cfr Glossario dell'AT).

● Esodo 12,29: Yahweh uccide tutti i primogeniti d'Egitto, sia uomini che animali. Che colpa hanno?

Partenza dall'Egitto

● Esodo 12,34: gli Israeliti rapinano i beni degli egiziani. O forse gli egiziani glieli cedono purché se ne vadano via.

● Esodo 12,37: circa 600'000 uomini a piedi oltre ai fanciulli lasciano l'Egitto trasportando masserizie e provviste a dorso di mulo. I soldati del faraone, su cavalli e carri da guerra, stentano a raggiungerli. O forse si vogliono ben assicurare che non tornino indietro (cfr infatti Giuditta 5,12: …e gli egiziani li cacciarono lontani da loro).

Indice demografico degli Israeliti in Egitto. Considerato che il numero di Israeliti emigrati in Egitto era solo di 70 individui (v. mie note a Genesi 46,27) e considerato che al momento dell'esodo, 430 anni dopo, il numero di Israeliti pretesi dalla Bibbia sarebbe stato di 600000 uomini più i fanciulli; aggiungendo donne e bambini si arriva a circa 2 milioni di persone; l'indice demografico risultante è +2,4%/anno, che è elevato ma plausibile. Evidentemente in Egitto si sono trovati bene.

Dettaglio del calcolo: formula generale della popolazione dopo N anni con indice demografico D:

PN = P0 (1 + D)N

da cui con N=430, P0=70, PN=2'000'000, si ricava l'indice demografico:

D = exp( log(PN / P0) / N ) - 1 = exp( log(2'000'000 / 70) / 430 ) - 1 = 0,024

● Esodo 13,1-16: Yahweh impone il sacrificio dei primogeniti maschi, sia uomini che animali. Il sacrificio del primogenito maschio umano si riscatta con un agnello, e quindi il tutto si traduce in una tassa sulla primogenitura.

● Esodo 14,11: il popolo si lamenta con Mosè per le dure condizioni di vita ed è scettico riguardo alle sue promesse. Esodo 16,2: idem. Esodo 16,8: Mosè: non lamentatevi con me, ma con Yahweh. Esodo 17,1: Mosè teme linciaggio da parte del popolo assetato.

La lunga marcia nel deserto del Sinai

Il Regno d'Egitto aveva una politica dell'immigrazione molto efficace (v. [FINKELSTEIN] cap. 2): le popolazioni che entravano attraverso il Sinai costeggiando il Mediterraneo venivano intercettate da una serie di presidi militari, identificate, accolte e inviate a lavorare in vari siti del delta del Nilo per bonificarli, renderli fertili e poi costruirvi città; questo iniziale finanziamento sarebbe stato ripagato in seguito con le tasse. Chi voleva fare il furbo e andarsene anzitempo per sfuggire alla "schiavitù d'Egitto" doveva ri-attraversare in senso inverso i presidi militari del nord Sinai. Oppure doveva avventurarsi nell'interno della penisola del Sinai, dove avrebbe trovato morte certa. E' esattamente questo il piano B che ci viene proposto nel racconto dell'Esodo.

Ipotetico itinerario del contingente guidato da Mosè in fuga dall'Egitto, con partenza dalla terra di Gosen nel delta del Nilo, ritorno di Mosè sul monte Oreb per ricevere le tavole, tappa in Ezion Gheber (Numeri 33,36), e poi rotta nord verso Kades, dietrofront per aggirare Edom, e risalita verso Canaan fino al monte Nebo. L'intero percorso richiederà 40 anni.

Breve ricostruzione del viaggio. Gli Israeliti partono dalla terra di Gosen (Esodo 18,8) nel delta del Nilo dove si erano stabiliti ai tempi di Giacobbe. Tutte le rappresentazioni di questo ipotetico viaggio escludono che il contingente abbia effettivamente attraversato le acque del Mare Rosso, ma piuttosto le paludi del delta del Nilo come sembra di capire dal testo ebraico.
Poi, invece che seguire la via più breve lungo la costa del Mediterraneo e così incrociare i territori degli ostili Filistei (Esodo 13,17-18) Mosè sceglie la strada lunga deviando verso il sud del Sinai, destinazione monte Oreb, là dove incontrò Yahweh nel rovo in fiamme. La collocazione del monte Oreb (o monte Sinai) è ipotetica.
Anacronismo: il testo cita i Filistei, i quali però si stabiliranno in Canaan solo a partire dal 12o secolo a.C., sicché è chiaro che le parole, se non tutta la storia che stiamo leggendo, sono state scritte a posteriori quando si era persa la memoria di chi abitava in quella regione al tempo di Mosè.
Il contingente subì da Yahweh una delle sue solite punizioni eque e sensate, per cui verranno condannati a vagare nel deserto per 40 anni, indipendentemente dal loro passo di marcia (Numeri 14,33; Deuteronomio 2,14).
Durante la (lenta) risalita verso Canaan vedremo che il contingente viene respinto dagli Edomiti e deve aggirare il loro territorio. Anche la collocazione del monte Nebo, dove Mosè va a morire dopo aver visto Canaan da lontano, è anch'essa ipotetica. Sarà compito di Giosuè quello di oltrepassare il fiume Giordano verso ovest.

● Esodo 14,21: attraversamento del Mar Rosso: Mosè stende la mano e Yahweh soffia un vento potente da oriente per tutta la notte, causando il ritiro della acque. In realtà si parla di mare e basta. In 15,22 prima ricorrenza del Mar Rosso ([LEF]) ovvero mare di canne o giunchi cioè canneto ([MASORETICA] ebraico מים־סוף, yam suph). Quindi il mistero rimane: che cosa hanno attraversato, esattamente? Hanno attraversato un mare, oppure hanno attraversato l'area paludosa del delta del Nilo, dove il livello delle acque salmastre varia ampiamente a seconda dei venti? Il termine Mar Rosso compare in diverse altre parti della Bibbia [LEF], ma questa traduzione mi pare sospetta.

● Esodo 15,20: Maria, sorella di Aronne, è profetessa. La ritroveremo più avanti nella storia. Cerca "profetessa" per altre profetesse.

● Esodo 16: il popolo ha fame, chiede di tornare in Egitto dove si stava così bene. Yahweh provvede e dal cielo cadono le quaglie che forniscono carne a volontà, mentre da terra raccolgono un misterioso materiale granuloso simile ai semi di coriandolo che chiameranno manna e da cui ricavano il pane. Non abbiamo idea di cosa siano queste cose. Yahweh mette alla prova il suo popolo nella gestione dell'abbondanza e nella osservanza del riposo del sabato. Lo stesso episodio, raccontato con parole diverse, compare in Numeri 11.

● Esodo 17,1-6: sono ormai fuori dall'Egitto, presso il monte Oreb (o Horeb) dove Yahweh si presentò nascosto nel rovo in fiamme. Qui Mosè fa sgorgare miracolosamente l'acqua per il popolo assetato.

● Esodo 17,8: scena: battaglia contro il re degli Amalechiti, Amalek. Mosè incita i suoi soldati alla battaglia tenendo le braccia alzate, ma siccome è vecchio e stanco, e la battaglia si prolunga, le sue braccia cascano e quando cascano gli Israeliti indietreggiano. Decidono quindi di reggergli le braccia in posizione alzata. Anche questo lo vorrei vedere al cinema.

Tavole della Legge versione 1

● Esodo 20,4-5: Yahweh detta le sue leggi, e al numero uno c'è

Non avrai altro dio di fronte a me.

Si tratta ovviamente di una svolta in senso monolatra che permette di datare il comandamento al tempo della riforma di Giosia di cui parleremo. Ma la cosa davvero curiosa è il comandamento numero due che secondo [LEF] recita:

Non ti fare nessuna scultura né immagini delle cose che sono sù nel cielo o sulla terra o nelle acque sotto la terra. Non adorare tali cose né servir loro; poiché Io, il Signore Iddio tuo, sono Dio geloso che punisce l'iniquità dei padri sopra ai figli fino alla terza e quarta generazione [...]

Il divieto di adorare immagini e sculture viene ribadito in Levitico 26,1 e reso ancora più esplicito in Deuteronomio 4,15 deriva evidentemente dalla riforma religiosa di re Giosia e dal conseguente accentramento del culto nel tempio di Gerusalemme (2Re 22). Questo divieto di fare ritratti di dio contrasta con le altre popolazioni di Canaan di quel periodo, e che spiega la profonda differenza tra una sinagoga e una moschea (che rispettano questo comandamento) e una chiesa cristiana (che lo ignora).

Il Concilio di Nicea II del 787 d.C. fu convocato proprio per decidere sulla questione del culto della immagini, che andavano proliferando in sostituzione degli dèi pagani. Ivi si stabilì la distinzione tra adorazione (che è riservata a Dio e al figlio che è fatto della stessa sostanza come stabilito da Nicea I) e venerazione (che è ammessa per gli altri personaggi che popolano il panteon cristiano). Fissato questo punto, si tratta ora di tradurre o reinterpretare opportunamente il versetto qui sopra per risolvere il rebus. In [VAT] la parola adorare è sostituita dalla espressione Non ti prostrerai davanti a loro e non li servirai e quindi Yahweh non si riferiva né alla adorazione né alla venerazione.
La questione è quindi risolta. Forse.

● Esodo 20,7: non nominare il nome del signore invano. Cosa significa invano? Nel dubbio, gli Ebrei hanno coniato l'alias ADONAI.
DOMANDA 1: vista la confusione di nomi che abbiamo visto, forse gli autori hanno voluto tagliare corto e quindi, per evitare altre inutili polemiche, hanno semplicemente imposto di non pronunciare mai il nome del dio per un pretestuoso motivo di rispetto, e hanno imposto di ricorrere a perifrasi o parole generiche come adonai.
DOMANDA 2: La Bibbia cristiana, derivata dalla Septuaginta, usa i termini generici Signore, Dio o Iddio; in questo caso il Dio non ha un nome proprio, e quindi qual'è questo nome impronunciabile per i cristiani?
DOMANDA 3: perché Ezechiele 48 propone di chiamare Jahweh Shamma ("Jahweh è là") la città santa? cioè un nome non pronunciabile? forse che non conosceva i comandamenti?

● Esodo 20,12: il comandamento Onora tuo padre e tua madre viene ribadito in Levitico 19,3 ma là il testo ebraico usa piuttosto l'espressione Temi tuo padre e tua madre. Questo comandamento viene connesso con un cambio di usanza nella trasmissione della eredità molto antico forse risalente al 15-13o secolo a.C. quando si passò da "tutto va al primogenito maschio" a "tutto va al figlio che più lo merita"; questa nuova norma garantisce ai genitori di essere accuditi anche nella vecchiaia (cfr [LIVERANI] 3.6 p.74).

● Esodo 20,13: il comandamento non uccidere è mal tradotto; in realtà in ebraico il senso della frase è non assassinare con intenzione il tuo prossimo di tenda o qualcosa del genere. Vedi anche i commenti a Levitico 19,18 dove viene usata la parola "prossimo" che significa inequivocabilmente "israelita".

● Esodo 22,24: vietata usura con il prossimo, inteso come il compagno del campo paramilitare. Vedremo poi le norme su prestiti e interessi in Deuteronomio.

● Esodo 22,28: sacrificio dei primogeniti; si può riscattare con offerta di un animale (Esodo 13,11). In Esodo 34,20 il riscatto diventa obbligatorio, cioè è una tassa sui primogeniti. Secondo Ezechiele 20,21-25 i sacrifici umani dei primogeniti erano una punizione imposta da Yahweh in un tempo imprecisato, mentre secondo Geremia 7,31 i sacrifici umani per gli altri dèi erano ripresi ai suoi tempi.

● Esodo 23,20: Yahweh pianifica il genocidio ed elenca i popoli che sterminerà: Amorrei, Hetei, Ferezei, Cananei, Hevei, Gebusei.

● Esodo 24,12: Prima stesura delle tavole della Legge. Yahweh chiama Mosè sul monte Oreb per consegnargli le due tavole di pietra scritte con il dito di dio (31,18) con le leggi e i comandamenti. Il giovane Giosuè lo accompagna sul monte. Notare che le tavole le ha fabbricate e scritte proprio Yahweh. Ignote dimensioni e il peso. Segue l'elenco delle leggi (Legge mosaica) che comprendono il diritto civile e il codice penale. Molte norme riguardano la liturgia, i paramenti sacri, il tabernacolo, gli olocausti, la cassa dove custodire le tavole (l'arca). La pena per chi trasgredisce la legge è la morte per lapidazione (Levitico 20) o impiccagione (Deuteronomio 21,22); per le pene lievi, 40 battute a terra (Deuteronomio 25,3). Non si va per il sottile.

● Esodo 30,12: imposta personale: ad ogni censimento, tutti coloro che hanno 20 o più anni pagheranno un riscatto personale, metà del quale va al santuario e metà a Yahweh.

● Esodo 32,1: Mosè resterà sul monte per 40 giorni, senza mangiare e senza bere (Deuteronomio 9,9). Intanto al campo lo danno per disperso e il popolo invita Aronne a dare una nuova guida al contingente. Aronne decide di raccogliere tutto l'oro disponibile, fonderlo, e fabbricare un idolo a forma di vitello: ecco la nuova guida. Il popolo adora.

Il cosiddetto vitello va inteso più probabilmente come toro, poiché questa è la forma primitiva dell'idolo Yahweh. Quindi il popolo si era fatto una rappresentazione di Yahweh e aveva cominciato ad adorarla, un fatto che divenne vietatissimo ai tempi di Giosia, quando il Regno di Giuda divenne una teocrazia monolatra e il culto venne perciò centralizzato nel tempio di Gerusalemme. Vedremo più avanti come fu proprio ai tempi di Giosia che la Torah venne scritta la prima volta e che il monito esemplificato nel racconto divenne legge.

● Esodo 32,7: Yahweh e Mosè s'incazzano di brutto; Mosè spezza le tavole appena ricevute per la rabbia. La repressione è feroce: 3000 morti nel campo (32,28). Ma per Aronne, che era il responsabile dell'iniziativa, neanche un buffetto.
Biglino ipotizza che tutta l'operazione sia servita solo per rastrellare tutto l'oro rimasto al popolo e consegnarlo ai Leviti. Aggiungo a questa ipotesi che così era più difficile disertare il contingente, perché senza oro come forma di pagamento universale non si possono pagare i pedaggi ai confini, non si possono pagare le soste nelle oasi né l'acqua dei pozzi, ecc.

● Esodo 33,5: Yahweh è fuori di sé e manda in sostituzione un malach perché se anche solo per un momento io salissi in mezzo a te [Israele], io ti sterminerei.

● Esodo 33,11: ritorna la serenità tra dio e popolo, e il Signore parlava a Mosè faccia a faccia come uno parla al suo amico, concetto ribadito in Deuteronomio 34,10. Che tra i due ci fosse un rapporto quasi paritario lo si era capito già nell'episodio del vitello d'oro, quando Yahweh minaccia di sterminare tutto il contingente e Mosè lo affronta e lo fa ragionare.

Tavole della Legge versione 2

● Esodo 34,1: Yahweh dà istruzioni a Mosè di procurarsi due tavole di pietra identiche alle precedenti, e di salire di nuovo sul monte Oreb. Questa volta è Mosè che scrive mentre Yahweh detta (34,27). Yahweh dà anche precise istruzioni per la costruzione dell'arca, la cassa dentro la quale le tavole dovevano essere riposte.

In che lingua erano scritte le tavole della Legge?

Le prime tracce di un alfabeto proto-ebraico risalgono al X secolo a.C. (cfr [BIGLINO_DIO] p. 53) per cui al tempo di Mosè (1800-1400 a.C) la lingua ebraica non esisteva ancora, e nessuno ha mai visto le tavole a parte i sacerdoti del tempio. Ma possiamo fare delle ipotesi.

Mosè e la gente che lui guidava uscivano dall'Egitto, e quindi parlavano sicuramente egiziano. Le origini degli Ebrei stanno in Abramo che veniva dalla Mesopotamia, e quindi è possibile che conoscessero almeno un po' il sumero-accadico. Quindi le tavole dovevano essere scritte in lingua egiziana usando l'alfabeto geroglifico o quello ieratico (il demotico apparirà infatti molto più tardi), oppure in lingua sumerica usando i caratteri cuneiformi (meno probabile).

I sacerdoti si trovavano quindi nell'imbarazzante situazione di avere le leggi del loro dio scritte nella lingua del popolo che secondo loro li sfruttava (gli egiziani) oppure nella lingua del popolo che li colonizzerà e deporterà (gli assiro-babilonesi). Forse è questo il motivo per cui non esibivano le tavole, che rimanevano gelosamente custodite (e invisibili) dentro all'arca. Con l'andare del tempo la questione della lingua diventerà ancora più intricata, con il popolo che parla aramaico, la Torah scritta in ebraico, e le tavole scritte nella lingua dei nemici.

Cosa c'era scritto sulle tavole della Legge?

La prima edizione delle tavole sono scritte e fornite direttamente da Yahweh a Mosè e Giosuè sul monte Oreb in Esodo 24,12-13:

[LEF] Poi il Signore disse a Mosè: Sali a me sul monte e rimani lì, ed Io ti darò le tavole di pietra, con la legge e i comandamenti, che io ho scritto per insegnarli a loro. E Mosè si levò con Giosuè, suo ministro, e salì al monte d'Iddio.

Quindi le tavole sono fatte di pietra ma sono abbastanza leggere da potersi reggere in mano (Deuteronomio 32,15), sono due (Deuteronomio 32,15), sono scritte dal dito di dio (Deuteronomio 31,18) sui due lati (Deuteronomio 32,15), e contengono la legge (tutta?) e i comandamenti (quali?). Non viene spiegato che cosa c'era scritto, ma tradizionalmente si citano le prime leggi pronunciate da Yahweh in Deuteronomio 20:

- 20,2 Io sono ([LEF] il Signore Iddio tuo | [MASORETICA] Yahweh elohim) che ti ha fatto uscire dall'Egitto, dalla casa di schiavitù.
- 20,3 Non avrai ([LEF] altro dio | [MASORETICA] altri elohim) difronte a me.
- 20,4 Non ti fare nessuna scultura né immagini delle cose che sono sù nel cielo o sulla terra.
- 20,5-6 Non adorare tali cose né servir loro.
- 20,7 Non nominare il nome ([LEF] del Signore, Iddio tuo, | [MASORETICA] di Yahweh elohim) invano.
- 20,8-11 Ricordati del giorno del riposo del sabato per santificarlo.
- 20,12 Onora tuo padre e tua madre.
- 20,13 Non uccidere (o forse, più accuratamente, non assassinare).
- 20,14 Non commettere adulterio.
- 20,15 Non rubare.
- 20,16 Non dire falsa testimonianza contro il tuo ([LEF] prossimo | [MASORETICA] amico|vicino|compagno).
- 20,17 Non desiderare le cose del tuo prossimo.

che sono 12 norme dalle quali cristiani, ortodossi e protestanti estrapolano ciascuno il proprio decalogo, perché il numero tondo 10 riveste sempre un suo fascino. Notare che al versetto 20,2 il dio rivendica come suo principale merito quello di aver salvato gli Israeliti dalla schiavitù d'Egitto, mentre non fa cenno alla creazione della Terra e alla creazione degli uomini. Il versetto 4 deve essere sfuggito a Michelangelo Buonarroti, che adesso sta bruciando all'Inferno insieme agli artefici di quei monumenti all'eresia che sono le chiese. Al versetto 7 fa divieto di pronunciare il nome di dio, ma siccome nella traduzione cristiana tipicamente il nome è un generico dio, non si capisce qual'è esattamente questo nome impronunciabile. I versetti 8-11 dicono che il giorno del sabato è destinato al riposo; inoltre in ebraico la parola "sabato" e il verbo "riposare" si scrivono con le stesse consonanti. Il versetto 13 dice di non uccidere, ma considerate le stragi che il dio ordina al suo popolo di compiere, evidentemente la parola giusta è non assassinare.

Questa prima versione delle tavole viene distrutta da Mosè nell'episodio del vitello d'oro. La Legge dettata da Yahweh occupa i capitoli da 20 a 31 del libro dell'esodo, che includono i famosi 10 comandamenti ma anche tante altre norme. Comunque troppa roba per stare su due tavole di pietra trasportabili. Quindi sulle tavole doveva esserci una specie di sintesi. Quale sintesi, non lo sappiamo.

La seconda edizione delle tavole, questa volta procurate e scritte da Mosè, e dettate da dio (Esodo 34,27), sono state finalmente riposte nell'Arca. Esse contenevano le dieci parole del patto indicate in Esodo 34,10-28 che è un testo abbastanza breve da stare su due tavole di pietra dal peso ragionevole. Le norme citate, però, sono completamente diverse da quelle di prima e meno famose:

- Non adorare altri dèi e distruggere altari e rappresentazioni degli altri dèi.
- Non sposare donne straniere.
- Non fare idoli in metallo fuso.
- Osservare la festa degli azzimi.
- Riservare a Yahweh tutti i primogeniti; i primogeniti degli uomini vanno riscattati con un agnello.
- Rispettare il riposo del sabato.
- Celebrare la festa della raccolta delle primizie.
- Ogni maschio deve essere presentato a Yahweh una volta all'anno.
- Varie prescrizioni sui sacrifici.
- Dona a Yahweh le primizie della terra.
- Non cuocere il capretto nel latte di sua madre (ribadito in Deuteronomio 14,21 e Esodo 23,19).

Questo elenco di norme si chiude con le parole di Yahweh: Scrivi queste parole poiché in forza di queste parole Io ho stretto un patto con te e con Israele. QUESTO è il patto definitivo, e quindi QUESTO e ciò che doveva esserci scritto sulle tavole.

Ma non è finita qui, perché Mosè richiama il contenuto delle tavole in Deuteronomio 5, e sono i dieci comandamenti della prima edizione! Ma allora questi dieci comandamenti valgono oppure no? e cosa ne è delle norme scritte sulla pietra nella seconda edizione?

Rimane dunque il dubbio: che cosa c'era scritto sulle tavole, esattamente? in cosa consisteva, esattamente, il patto tra Yahweh e il popolo di Israele?

CONCLUSIONE: la Bibbia è confusa e contraddittoria riguardo al contenuto delle tavole della Legge, e quindi non conosciamo quale sia esattamente il contenuto del patto tra Yahweh e gli Israeliti. Ma è interessante notare che nessun comandamento in nessuna versione delle tavole afferma l'unicità del dio.

Per i comandamenti nella versione breve dei vangeli v. Matteo 19,16-24 e Matteo 22,37.

● Esodo 34,11: Yahweh elenca i prossimi popoli da scacciare; tutti i loro simboli religiosi vanno distrutti, ogni memoria dell'esistenza di altri dèi va cancellata.

● Esodo 34,27: questa volta Mosè scrive mentre Yahweh detta. Passano altri 40 giorni.

● Esodo 34,29-35: quando Mosè ritorna dal colloquio con Yahweh non si accorge che la sua faccia è diventata raggiante tanto che il popolo ha timore di avvicinarsi a lui; poi Mosè si coprirà la faccia con un velo per non spaventarli. E' questo l'effetto collaterale della sovraesposizione a un elohim? o si tratta semplicemente dell'artificio narrativo che l'autore introduce per divinizzare Mosè?
Paolo dà una interpretazione spirituale di questo episodio: Mosè era talmente pieno della grazia di dio da suscitare l'imbarazzo del suo popolo di peccatori; per questo si copriva il volto (2Corinti 3,12). Sottinteso di Paolo: tutto l'AT è velato dalla ignoranza dei suoi redattori; solo Paolo porterà la vera verità.

LEVITICO

Contiene parte della Legge che Yahweh comanda a Mosè e che Mosè riferisce al popolo. Siccome si tratta di una elencazione, farò una sintesi per temi. Compaiono diverse entità divine del folclore popolare di campagna: satiri, Molek e Azel; non sappiamo bene chi siano ma evidentemente i sacerdoti erano restii a liberarsi da essi.

REATI PUNITI CON LA MORTE
- Rapporti sessuali tra maschi (omosessualità) (18,22; 20,13).
- Rapporti sessuali con animali (18,23; 20,15).
- Negromanti e indovini e loro clienti (19,31; 20,27). Vedremo come questo divieto verrà violato da re Giosia (che interroga la profetessa e indovina Culda). Isaia ci spiegherà che il futuro è determinato da Yahweh ma nessuno può pretendere di indagare sul suo pensiero. Vedremo alcuni casi di divinazione, che invece è consentita.
- Sacrificio di figlio a Molek (20,2); notare: solo a Molek.
- Adulterio (20,10).
- Bestemmiatori (24,10-16);
- Non rispettare il riposo del sabato (23,3; cfr Numeri 15,32).

ALTRI REATI
- Danneggiamento e lesioni: si applica la legge del taglione (24,17-22).
- Altri reati senza dolo (colposi): si espiano offrendo in olocausto un giovenco (= bue che ha appena passato l'anno di età) (4,1-12).

DIVIETI
- Non mangiare grasso e sangue (3,17; cfr Genesi 9,4). Per quanto riguarda il sangue, la motivazione è spiegata più avanti. Per il grasso, invece, non c'è motivazione.
- No sacrifici ai satiri della campagna (17,7). Probabilmente i satiri sono dèi del folclore popolare che fanno capolino anche nel Pentateuco.
- Questo merita una citazione letterale: Non odiare il fratello, non far vendetta e non far rancore contro i figli del tuo popolo, anzi ama il prossimo tuo come te stesso (19,17-18). Qui mi sembra di leggere Gesù, che dice esattamente le stesse cose. Questo versetto conferma anche il vero significato di prossimo. Ma ovviamente i nemici vanno sterminati e le purghe staliniane di Mosè sono ammesse.
- Non indossare vesti intessute di qualità diversa (19,19). Senza motivazione.
- Tatuaggi (19,28).
- Prostituzione (19,29).

LITURGIA
- Definizione di animali puri e impuri; i primi si possono mangiare e si possono offrire in sacrificio, i secondi no (11-15). Elenco pratico in Deuteronomio 14,3-21.
- Il sangue è sede dell'anima e si carica dei peccati, per questo motivo il sangue non va mangiato e il sangue degli animali sacrificali va versato sull'ara (17,11-14; anche Deuteronomio 12,23).
- I sacerdoti che porgono le offerte devono essere belli e sani (21,16-24).
- Sacerdoti e famiglia possono mangiare le offerte sacre, cioè gli animali e i prodotti agricoli destinati al sacrificio (22,10-16).
- Non fate idoli, simulacri, cippi; non adorate figure (26,1).
- Rito periodico del capro espiatorio: con una apposita cerimonia, la bestia viene caricata simbolicamente con i peccati del popolo di Israele, e quindi viene liberata perché vada da Azel nel deserto, chiunque sia questo Azel del deserto (16).

SANITÀ
- Le malattie infettive vengono diagnosticate dal sacerdote. Sono elencate lebbra, tigna, erpete, scolo. Terapia e profilassi: igiene, isolamento e olocausti (13-15).
- Misure specifiche anche per le mestruazioni che, comportando la fuoriuscita di sangue, richiedono specifica cautela (sparse nei capitoli 13-15).

VARIE
- Rispetto per l'ospite forestiero (19,34).
- Riposo dei campi ogni 7 anni e giubileo ogni 7 cicli di 7 anni (25).
- Gli schiavi possono essere solo stranieri, non Israeliti (25,24).

● Levitico 21,16-23: Yahweh schifa cieco, zoppo, mutilato, deforme, con malattia della pelle; questi non profanino i luoghi santi; è consentito loro di sfamarsi con le offerte al tempio, ma non si avvicinino al velo sacro. Quindi in generale malati, menomati e imperfetti sono condannati alla emarginazione e non hanno speranza. Vedremo come Gesù ribalterà questa loro condizione dando loro una speranza perché nell'imminente Regno di Dio gli ultimi saranno i primi.

● Levitico 26,14-45: monito finale di Yahweh contro il popolo se non rispetta la Legge, perché allora l'ira divina si abbatterà su di lui, verrà esiliato in terra straniera e potrà riscattarsi solo quando avrà riconosciuto le proprie colpe e quelle dei suoi padri. Si direbbe che questa parte sia stata scritta almeno dopo il primo esilio babilonese (circa 700 a.C.) o più probabilmente dopo il secondo esilio babilonese (587 a.C.).

● Levitico 27,30-33: il 10% della produzione agricola e allevamento spetta a Yahweh, cioè ai sacerdoti. Unito al fatto che sacerdoti e loro famigliari possono mangiare le offerte, se ne deduce che la casta sacerdotale costituiva quasi il 10% della popolazione. Ovvero, il 90% della popolazione serviva l'oligarchia.
Con l'affermarsi dei regni, la pressione contributiva sulla popolazione dedita alle attività primarie salirà, con 20% della popolazione come classe dirigente, 60% contadini e 20% pastori ([LIVERANI] 1.2 p. 11).

NUMERI

Libro che racconta della lunga marcia degli Israeliti verso nord dalla penisola del Sinai fino al territorio di Moab ad est del Giordano, delle battaglie, delle rivolte interne, e della vita nel campo militare. Ci sono anche molti numeri, da cui forse il nome del libro. Fatto curioso: in ebraico i numeri sono scritti a parole nella base dieci proprio come facciamo noi, con cifre, centinaia e migliaia e tutto.

Censimento della forza

● Numeri 1,1-46: deserto del Sinai, anno secondo dell'esodo. Yahweh ordina a Mosè e Aronne di fare il primo censimento della forza che comprende tutti gli uomini di età dai 20 anni in su abili alla guerra; ogni tribù avrà un suo comandante. Segue pedissequa elencazione delle tribù, dei capi designati, e l'esito finale del censimento della forza: 603'550 soldati.

● Numeri 1,47-54: ...ma i leviti sono esclusi dal censimento della forza perché loro sono i sacerdoti; ad essi spetta il compito di montare e smontare il tabernacolo e svolgere tutti i riti. Chiunque altro sia colto ad avvicinarsi al tabernacolo venga condannato a morte. Altro compito dei leviti è quello di suonare le trombe d'argento per annunciare al popolo le adunate in assemblea, i riti sacri, le operazioni di spostamento, le operazioni militari (10,1-10).

● Numeri 3,14-39: primo censimento dei maschi leviti: 22'000 maschi di età da un mese in su.

● Numeri 3,40-51: censimento dei primogeniti degli Israeliti non leviti: 22'273. Questo numero lascia molto perplessi gli studiosi perché è incongruente. Infatti ci sono 603'550 maschi abili alla guerra di età da 20 anni in su, ai quali vanno aggiunti i maschi da 0 a 19 anni + gli inabili alla guerra; ogni famiglia ha un solo primogenito, per cui in ogni famiglia ci devono essere più di 603'550/22'273 = 27 fratelli maschi ovvero più di 2*27=54 tra fratelli e sorelle per ogni famiglia, che è un po' altino anche per una società che ammette la poligamia.
Il resto dei versetti è un po' confuso anche per gli studiosi. Secondo una ipotesi, i primogeniti avrebbero il ruolo di rappresentare la famiglia presso Yahweh, ma questo compito viene ora delegato a uno specifico sacerdote levita (lo so che questa spiegazione non spiega nulla, ma tant'è); tuttavia avanzano 22'273 - 22'000 = 273 primogeniti del popolo non "coperti" da un levita, per i quali si fissa invece un pagamento di 5 sicli per il servizio di rappresentanza. Non viene spiegato quali dei primogeniti del popolo abbiano dovuto pagare, oppure se la somma è stata in qualche modo ripartita fra tutti. Comunque, una parte molto oscura e forse poco rilevante.

● Numeri 4: Yahweh distribuisce i compiti tra i leviti: chi si occupa delle stanghe del Tabernacolo, chi delle corde, chi dei teli, ecc.

● Numeri 5,1-4: Yahweh ordina di scacciare dal campo gli infetti: lebbrosi, malati di scolo, i contaminati dal contatto con un morto.

● Numeri 5,5-10: i danneggiamenti vanno indennizzati con una maggiorazione del 20%. Le offerte al sacerdote appartengono al sacerdote.

● Numeri 5,11-31: legge delle gelosie: il marito geloso può sottoporre la moglie a un test divinatorio svolto dal sacerdote. I mariti adulteri non sono contemplati. Secondo gli [APOCRIFI] la stessa Maria madre di Gesù verrà sottoposta a questo test risultando negativa.

● Numeri 6,1-21: istituzione del voto di nazireo (nazireato): l'uomo o la donna che vogliono dedicarsi a Yahweh o abbiano fatto il voto di svolgere servizio ad esso dedicato, devono seguire le prescrizioni elencate, basilarmente: non radersi il capo ma lasciare crescere i capelli, non bere vino, non avvicinarsi a un cadavere. Il periodo di nazireato si conclude con la rasatura del capo, i capelli bruciati, offerta al sacerdote.

● Numeri 9,15-23: una volta rizzato il Tabernacolo, una nube vi si posa sopra, e diventa come di fuoco di notte. Quando la nube si muove, gli Israeliti si mettono in cammino e la seguono fino a quando si ferma di nuovo, e in quel posto erigono il nuovo accampamento. La nube poteva fermarsi per un periodo che va da due giorni a un mese o anche più. Gli Israeliti potevano marciare anche di notte, con la nube luminosa che mostrava il cammino (Deuteronomio 1,33). Sembra di riconosce qui il kavod di Yahweh, anche se non viene nominato esplicitamente neanche nel testo ebraico.

Cresce il dissenso

La terra promessa è una landa arida e desolata. Grande enfasi viene data da Yahweh e da Mosè alle meraviglie della terra di Canaan, una terra che si afferma ripetutamente dà latte e miele (Esodo 3,8; 3,17; 13,5; 33,3; Levitico 20,24; Deuteronomio 6,3; 8,6; 11,8; 26,9; 26,15; 27,3; 31,20; Giosuè 5,6). Quando un bufala viene ripetuta un numero sufficientemente grande di volte, diventa verità, tanto che persino gli esploratori mandati da Mosè confermano (Numeri 13,27; 14,8). Non a caso lo shemà Israel, la preghiera più sentita dal popolo di Israele, segue immediatamente la bufala in Deuteronomio 6,3 e si richiede di ripetere la preghiera almeno due volte al giorno per tutta la vita. Chi dissente sprofonda tra le fiamme dello sheol (Numeri 16,12-35).

La verità sfugge a Yahweh in Deuteronomio 10,12: la terra che vi ho dato non è come l'Egitto piatto e fertile, ma è una terra arida e montagnosa bagnata da piogge capricciose insufficienti. Ma è solo una attimo, e poi si torna alla propaganda.

● Numeri 10,29-32: il primo dissidente: Obab figlio del suocero di Mosè vuole ritornarsene in Egitto, ma Mosè lo convince a rimanere.

● Numeri 11: il popolo ha fame e vorrebbe ritornare in Egitto dove poteva mangiare a volontà cibi vari e succulenti, quali pesce, cocomeri, meloni e verdura. Segue l'episodio della manna che abbiamo visto in Esodo 16, ma con parole diverse. In conclusione, non abbiamo idea di cosa fosse questa manna; il punto è che il popolo ne era ormai disgustato. E la dovrà mangiare per 40 anni (Esodo 16,35).
Anche Mosè avverte il peso di questo onere che gli è stato imposto, e preferirebbe venire fulminato da Yahweh piuttosto che sopportare tale pena. Yahweh ordina dunque di organizzare un direttorio di 70 Anziani che dovranno aiutare Mosè.
Yahweh promette carne in abbondanza finché non vi esca dalle narici. Si leva un vento che trasporta dal mare una enorme quantità di quaglie che sfamano il popolo.

● Numeri 12,1-15: Aronne e sua sorella Maria (che è profetessa, Esodo 15,20) sparlano di Mosè perché ha sposato una donna cuscita (che forse vuol dire etiope) e perché Yahweh parla solo con lui e disdegna loro. Yahweh lo viene a sapere, convoca i due, e così sentenzia:

Se ci sarà un vostro profeta, io, il Signore, in visione a lui mi rivelerò, in sogno parlerò con lui. Non così per il mio servo Mosè: egli è l'uomo di fiducia in tutta la mia casa. Bocca a bocca parlo con lui, in visione e non con enigmi ed egli guarda l'immagine del Signore.

Quindi Yahweh si rivolge in visione o in sogno ai profeti mentre con Mosè ha un rapporto speciale, con lui parla apertamente e senza enigmi. Infine, Yahweh punisce solo Maria risparmiando Aronne per la seconda volta (cfr episodi del vitello d'oro). Questione chiusa.

Risalita dal Sinai verso la terra di Moab

● Numeri 13-14: in vista di nuove conquiste, Mosè forma quindi una pattuglia di esploratori scelti fra i capi delle tribù, e li manda in terra di Canaan. Gli esploratori ritornano e riferiscono all'Assemblea che il paese è ricco, ma è anche abitato da un popolo potente fatto di uomini giganti; si tratta dei nephilim, semi-dèi che abbiamo incontrato in Genesi 6,4 e che evidentemente sono scampati al Diluvio. Per questo motivo gli esploratori invitano a desistere. Mosè, Aronne e Giosuè sono per attaccare comunque, mentre il popolo minaccia di lapidarli e di ritornarsene in Egitto. Interviene Yahweh con il kavod, fulmina gli esploratori e minaccia di sterminare tutti. Ancora una volta Mosè mitiga l'ira di Yahweh.
A questo punto il plot si fa intricato: intimorito dall'ira di Yahweh, il popolo decide di partire all'attacco, ma adesso è Mosè che vuole fermarli perché un Yahweh malmostoso non li aiuterà; loro vanno comunque e vengono sonoramente sconfitti.

● Numeri 15,32: uomo sorpreso a fare legna di sabato viene lapidato per ordine esplicito di Yahweh. La norma verrà poi fissata e ribadita in Esodo 31,12-17 e Esodo 35,2-3 il ché prova il testo ha subito varie elaborazioni nel tempo e che l'ordinamento dei libri non è definitivo.

● Numeri 16 e 17,1-5: 250 dissidenti accusano Mosè di averli ingannati per averli condotti in mezzo al deserto ad affrontare tribolazioni e privazioni, quando l'Egitto era così accogliente. Ira di Yahweh: la terra si apre e i 250 dissidenti, le loro famiglie e tutti i loro averi sprofondano tra le fiamme dello Sheòl.

● Numeri 17,6-15: il giorno dopo, altra ribellione di popolo; interviene Yahweh: 14'700 giustiziati.

● Numeri 18,20-32: i leviti dovranno vivere solo della decima e delle offerte; è fatto loro divieto di possedere altro; il 10% della decima (e quindi l'1% del PIL israelita) va dedicato a Yahweh e quindi va bruciato sull'altare (Levitico 18,25+).

● Numeri 19,11-22: chi tocca un morto o entra nella sua casa diventa impuro; chi entra in contatto con persona impura diventa anch'esso impuro. Procedura di isolamento, igienizzazione e quarantena di 7 giorni per gli impuri.

● Numeri 20,1-21: Il contingente si ferma a Kades nel deserto di Sin. Il re degli Edomiti nega agli Israeliti l'attraversamento del suo territorio. Ricordiamo che in Genesi 25,30 Yahweh era dio degli Edomiti discendenti da Esaù (detto Edom), quindi deduco che Yahweh dopo 4 secoli ruppe le relazioni con gli Edomiti e per questo adesso si sta occupando degli Israeliti.

● Numeri 20,23-29: Yahweh ordina che Aronne sia condotto sul monte Hor perché per lui è tempo di morire; i suoi paramenti passano al figlio Eleazaro.

● Numeri 21: Vittoria contro Arad. Giro lungo nel deserto per aggirare Edom e risalire verso Canaan. Ennesima rivolta contro la quale Yahweh manda non meglio identificabili serpenti infuocati che mordono il popolo riottoso, facendo molti morti; il popolo invoca perdono e Yahweh ordina a Mosè di costruire un serpente di bronzo a imperitura memoria di quello che capita ai dissidenti. C'è un curioso seguito di questo serpente di bronzo in 2Re 18,4. Vittoria sugli Amorrei.

Guerra santa contro i Madianiti

● Numeri 22-24: Israeliti accampati ai confini di Moab minacciano i Madianiti. Balac re di Moab convoca l'indovino Balaam; Balaam si mette in marcia sul suo asino; l'asino parla con la voce di un Angelo mandato dal Signore (ovvero malach mandato da Yahweh) che ordina a Balaam di benedire il popolo di Israele e portare questa brutta notizia a re Balac. E' evidente la volontà dell'autore di questo brano di dileggiare il nemico, ma tre capitoli solo per questo sono troppi. Questa è la seconda e ultima volta di un animale parlante nella Bibbia; il primo fu il serpente nell'Eden.

● Numeri 25-26: intanto, nell'accampamento gli Israeliti vengono sedotti dalle donne Madianite e si convertono al loro dio Baal-Peor: perché fare la guerra quando puoi fare l'amore? Mosè ordina repressione degli apostati: 24'000 giustiziati. La reazione di Yahweh è feroce: Fate guerra ai Madianiti e massacrateli (25,17). Secondo censimento della forza: 601'730 soldati (26,51). I territori conquistati dovranno essere spartiti a sorte (26,55).

● Numeri 27,1-11: ma le donne discendenti di Giuseppe figlio di Giacobbe non ci stanno: la loro famiglia non ha lasciato eredi maschi, per cui non parteciperanno neanche al sorteggio. Yahweh riconosce l'iniquità: legge sulla spartizione della eredità alle figlie in assenza di figli maschi. Il caso di donne con possedimenti e che poi si maritano verrà esaminato nel capitolo 36. Questa è la prima e unica volta che le donne avanzano una istanza collettiva a difesa dei propri interessi; per il resto abbiamo solo singole eroine che prendono l'iniziativa: Eva che vuole la conoscenza; Sara che pur di dare un erede ad Abramo adotta Ismaele; Giuditta che salva la città assediata; Ester che salva il suo popolo dalla persecuzione; fine.

● Numeri 27,12-23: Yahweh scontento di Mosè, ordina di nominare Giosuè come successore; egli avrà potere su tutti gli Israeliti e sul capo dei sacerdoti, Eleazaro.

● Numeri 28-30: elencazione delle offerte in sacrificio da fare periodicamente; particolare enfasi sul soave odore prodotto dagli olocausti, così gradito da Yahweh (28-29). Norme sui voti e sugli impegni (30).

● Numeri 31: i curatori della mia Bibbia [LEF] titolano questo capitolo Guerra santa contro i Madianiti come farebbe un fondamentalista qualunque. Questa sarà l'ultima battaglia di Mosè prima di cedere il comando a Giosuè e quindi morire. Partono 12'000 armati. L'ordine di Yahweh è sterminare tutta la popolazione. I 12'000 ritornano senza neanche una perdita. Mosè si adira con i suoi capi militari: hanno ucciso solo gli uomini e hanno lasciato in vita le donne. Mosè ordina di tornare a finire il lavoro così come era stato ordinato; concede che si tengano le bambine. Segue pedissequa elencazione del bottino di guerra:
675'000 pecore, 72'000 bovi, 61'000 asini, 32'000 giovinette.
per un totale di 840'000 animali. Supponendo che ogni pecora occupi un'area di 1 m2, la sola mandria di pecore occupa un quadrato di 820 metri di lato. Per i bovi, gli asini e le giovinette possiamo stimare aree altrettanto grandi. Tutto il bottino poteva coprire una intera vallata.
Il tributo spettante a Yahweh (cioè ai sacerdoti) viene così specificato:
675 pecore, 72 bovi, 61 asini, 32 giovinette.
Come si vede, il contributo ai sacerdoti è solo lo 0,1% invece dell'usuale decima del 10%. Forse i numeri del bottino hanno due zeri di troppo, cosa che porterebbe anche a valori più credibili. Che cosa se ne facevano i sacerdoti di 32 giovinette?

● Numeri 32: le tribù di Ruben, Gad e metà tribù di Manasse ottengono di stabilirsi nel territorio conquistato di Moab; tutti gli uomini abili alla guerra, però, seguiranno il contingente per conquistare le terre a ovest del Giordano.

● Numeri 33-36: ricapitolazione dell'itinerario del contingente dall'Egitto fino a Moab. Elencazione dei confini del territorio da conquistare e che verrà distribuito tra le rimanenti 9 tribù e mezzo; a ovest c'è il Mar Grande (Mediterraneo). Istituzione delle sei città rifugio e dei pascoli che sono riservati ai Leviti, che peraltro non hanno un territorio loro riservato; le città rifugio accoglieranno anche gli accusati di omicidio in attesa di giudizio da parte dell'Assemblea, in modo da sottrarli alla vendetta tribale. Ripartizione della quota spettante a donne che si maritano (cfr 27,1-11).

DEUTERONOMIO

Secondo la ricostruzione del [FINKELSTEIN], questo è il libro "ritrovato" da re Giosia intorno al 620 a.C. sul quale il re baserà la sua azione di governo. Lo scopo del libro è quello di stabilire una volta per tutte l'assoluta centralità del tempio di Gerusalemme e dei suoi sacerdoti per quanto riguarda il culto di Yahweh; condannare come eresia ogni altro culto; stabilisce norme del diritto civile fondamentali; impone al re di osservare in tutto e per tutto questa Legge; fissa definitivamente una identità nazionale incentrata sul culto di Yahweh, cioè una teocrazia. Ne riparleremo più avanti.

Siamo in terra di Moab appena conquistata, esattamente 40 anni 11 mesi e 1 giorno dalla partenza dall'Egitto (1,3). Qui Mosè riassume le sue vicende ed elenca nuove leggi. Infine, Mosè passa il comando a Giosuè e va a morire come comandato da Yahweh.

● Deuteronomio 1,12: Mosè è stanco, e in particolare è stanco di dover affrontare da solo le continue liti del popolo. Nomina perciò una struttura piramidale di sotto-capi.

● Deuteronomio 2,34-35: sulla conquista dei territori di Sihon: prendemmo tutte le sue città e si dannò allo sterminio ogni città: uomini, donne, bambini; non lasciammo nessuno in vita. Solo fu nostra preda il bestiame e le spoglie delle città che avevamo prese. E' l'undicesimo comandamento: non si fanno prigionieri.

Legge Mosaica

● Deuteronomio 4,12: Mosè insegna la Legge al popolo; ad essa non si dovrà più aggiungere o togliere niente. Gesù è avvisato. Nel capitolo 5 elenca i 10 comandamenti come dalla prima versione delle tavole (ne abbiamo già parlato).

● Deuteronomio 5,11: chi mente nel nome di dio verrà punito.

● Deuteronomio 7,16: Mosè ribadisce l'undicesimo comandamento: Distruggi dunque tutti i popoli che il signore iddio tuo ti dà; non si impietosisca il tuo occhio per loro. Anche 19,1. Fatto l'elenco dei morti (centinaia di migliaia), gli Israeliti sono stati i più assidui sterminatori di Ebrei dell'antichità.

● Deuteronomio 8,3: prima la fede, poi il corpo: non di solo pane vive l'uomo, ma di ogni parola che procede dalla bocca del Signore. Questa verrà citata nei Vangeli.

● Deuteronomio 13: la Legge è ora completa, non aggiungete né togliete nulla; non seguite sedicenti profeti di altri dèi, neanche se fanno miracoli; perché il Signore vi mette alla prova; mettete dunque a morte tali sognatori e profeti e chi invita a seguirli; lapidateli!

● Deuteronomio 14,1-2: gli Israeliti sono il popolo peculiare del Signore. Gesù non ha emendato questa norma, quindi ancora oggi gli Israeliti sono i prediletti dal Signore.

● Deuteronomio 14,3-21: elencazione animali puri e impuri; voi siete un popolo santo; perciò non mangiate bestie impure né bestie morte da sé, datele piuttosto agli stranieri.

● Deuteronomio 14,22-29: tasse: le decime.

● Deuteronomio 16: riti e sacrifici vanno fatti esclusivamente nel luogo che Yahweh sceglierà per farvi dimorare la sua gloria, cioè in definitiva nel tempio di Gerusalemme.

● Deuteronomio 17,2-7: gli apostati e gli eretici, denunciati da almeno 2 testimoni, siano lapidati; i testimoni hanno il privilegio di lanciare la prima pietra, il resto del popolo segue. Ricordare sempre la corretta interpretazione della norma ama il prossimo tuo come te stesso e della norma non assassinare.

● Deuteronomio 16,18-20: istituisce i giudici vicari in ogni città per le questioni minori; ai Leviti spettano i casi più complessi (17,8-13).

● Deuteronomio 17,14-20: se deciderete di darvi un re, venga scelto dai sacerdoti. Norma anti-Salomone: non sia il re troppo ricco; non sia il re distratto da troppe mogli; che il re si dedichi invece al suo popolo.

● Deuteronomio 20: disposizioni in tempo di guerra: gli esonerati dal servizio militare; regole di ingaggio del nemico; sterminio del nemico vinto; sulla costruzione delle macchine da guerra.

● Deuteronomio 21,22: pena capitale mediante impiccagione per i reati gravi; 40 colpi a terra per qulli lievi.

● Deuteronomio 22,22-29: stupro e adulterio: si fanno distinzioni tra vergine, non vergine, sposata e nubile.

● Deuteronomio 23,13-15: prescrizioni per lo smaltimento delle deiezioni umane con apposita pala, paletta o piolo.

● Deuteronomio 23,25-26: prescrizioni anti-povertà: ci si può sfamare con il grano e con l'uva del vicino, ma non la si può raccogliere con il paniere. Gesù nei vangeli si avvarrà di tale facoltà.

● Deuteronomio 24,16: la responsabilità penale è personale: Non si facciano morire i padri per colpa dei figli, né i figli per colpa dei padri; ciascuno sia fatto morire per il suo peccato. Vedi paragrafo "La Legge mosaica" per la discussione.

● Deuteronomio 29,22-27: Yahweh ha distrutto le città di Sodoma, Gomorra, Adma e Seboim perché hanno abbandonato Yahweh per servire ad altri dèi. Vedi anche Deuteronomio 31,16-18: Yahweh dice che Israele lo abbandonerà in favore di altri dèi, e allora ogni genere di disgrazia di abbatterà su Israele.

● Deuteronomio 31: Mosè scrive il libro della Legge e lo consegna ai Leviti perché lo ripongano a fianco dell'Arca dell'Alleanza. La Legge dovrà essere letta al popolo ogni 7 anni. Quindi Mosè passa il comando a Giosuè. Yahweh profetizza il tradimento del suo popolo con altri dèi, e allora quel giorno io nasconderò del tutto la mia faccia. E' esattamente ciò che avverrà subito dopo Giosuè.

Quando Elyon distribuì le terre

● Deuteronomio 32,8-9: in questi due versetti sta tutto il casino della Bibbia e la prova delle manipolazioni per affermare il monoteismo eliminando le altre figure divine. Basilarmente si parla di come le terre siano state divise. Chi è il soggetto che fa le divisioni, e per assegnarle a chi, dipende dalla versione del testo:

[QUMRAN] (cfr https://en.wikipedia.org/wiki/Elyon, https://en.wikipedia.org/wiki/Sons_of_God):
8 Quando Elyon diede alle nazioni|popoli la loro eredità quando divise l'umanità egli fissò i confini dei popoli tra i (figli di Elohim [rotolo 4QDtj] | figli di El [rotolo 4QDtq]).
9 Essendo la parte di Yahweh il popolo di Giacobbe territorio|company|band proprietà|possesso|eredità

[MASORETICA]:
8 Quando Elyon diede alle nazioni|popoli la loro eredità quando divise l'umanità egli fissò i confini dei popoli tra i discendenti di Israele.
9 Essendo la parte di Yahweh il popolo di Giacobbe territorio|company|band proprietà|possesso|eredità

[SEPTUAGINTA]:
8 When the Most High divided the nations, when He separated the sons of Adam, He set the bounds of the nations according to the number of the angels of God.
9 And His people Jacob became the portion of the Lord, Israel was the line of His inheritance.

[LEF]:
8 Quando l'Altissimo consegnò alle genti i loro possessi, quando divideva i figli di Adamo, Egli fissò i confini dei popoli secondo il numero dei figli d'Israele.
9 Poiché la parte del Signore è il popolo suo, Giacobbe è la porzione della sua eredità.

[VAT]:
8 Quando l'Altissimo divideva i popoli, quando disperdeva i figli dell'uomo, egli stabilì i confini delle genti secondo il numero degli Israeliti.
9 Perché porzione del Signore è il suo popolo, Giacobbe sua parte di eredità. [2023-02-07 versetto 9 incompleto nel sito Vaticano, l'ho quindi preso da [CEI]]

Tutte le versioni concordano che un certo soggetto, ai tempi di Giacobbe, spartisce le terre tra altri soggetti o popoli, e da quel momento lì in poi Yahweh si dedica solo a Giacobbe e basta. Chi sia il soggetto che ha l'autorità per fare queste divisioni, e quali siano i beneficiari di queste spartizioni, cambia profondamente tra le versioni:


VersioneChi ha fatto le divisioniBeneficiari
[QUMRAN] rotolo 4QDtjElyonfigli Elohim
[QUMRAN] rotolo 4QDtqElyonfigli El
[MASORETICA]ElyonIsraeliti
[SEPTUAGINTA]Altissimoangeli di dio
[LEF]AltissimoIsraeliti
[VAT]AltissimoIsraeliti
Quadro di sintesi delle diverse versioni di Deuteronomio 32,8 dove la terra viene suddivisa. Riguardo a chi fa queste suddivisioni e in favore di chi, ci sono diverse versioni. Notare che tutte le varianti erano già presenti nella Septuaginta (circa 294 a.C.) e nei rotoli di Qumran (circa 200 a.C.) quindi si tratta di varianti molto antiche e forse congenite alle versioni scritte del Pentateuco.

Un pasticcio più grosso di così non potevano farlo. Siccome non tutti possono avere ragione, se ne conclude che la maggior parte dei custodi dei testi sacri ha barato; e probabilmente hanno barato tutti. L'unica versione della storia che avrebbe senso logico è: Elyon divide le terre e i popoli tra gli elohim, e Yahweh riceve la tribù nomade di Giacobbe, ma resta molto deluso. Purtroppo i testi che circolano fanno un grande pasticcio e danno una storia che non ha senso.
Nella [SEPTUAGINTA] l'Altissimo fa le divisioni tra i i figli di Adamo fissando i confini delle nazioni secondo il numero degli angeli di dio. Non risulta che gli angeli abbiano mai ottenuto dei popoli, e si fa intendere che l'Altissimo sia lo stesso dio che poi assegna a sè stesso Giacobbe, rinunciando così al resto dell'umanità per poi guidare gli Israeliti alla conquista di Canaan e allo terminio delle altre popolazioni, quindi un dio schizofrenico.
Nella [MASORETICA] Elyon fa le divisioni tra i figli di Israele, cosa impossibile perché al tempo di Giacobbe gli Israeliti non esistevano (verranno battezzati con questo nome da Yahweh in Genesi 32,29 oppure in Genesi 35,10).
Nelle altre versioni abbiamo l'Altissimo (che si lascia intendere essere dio) che fa le divisioni delle terre tra gli Israeliti (che ancora non esistono e che comunque non risultano possedere terre ai tempi di Giacobbe), e infine lo stesso dio assegna a sè stesso la sola tribù di Giacobbe per poi lamentarsene per il resto del capitolo 32; il tutto è privo di senso ma funzionale ad affermare il monoteismo.
Nella versione di [QUMRAN] rotolo 4QDtj, Elyon fa le divisioni secondo i figli degli elohim; Yahweh, pur essendo uno di loro, ottiene solo un piccolo popolo nomade; segue profonda delusione e lamentazione di Yahweh nel resto dei capitolo 32. Ciò dà senso a tutto lo spargimento di sangue ordinato da Yahweh al suo popolo pur di conquistare Canaan. E' questa la versione originaria della storia?

● Deuteronomio 34: Mosè, il più grande profeta degli Israeliti, ha 120 anni ed è nel pieno del vigore. Come ordinato da Yahweh, Mosè si incammina verso il monte Nebo dal quale potrà vedere la tanto sospirata terra promessa prima di morire ed essere sepolto nella terra di Moab. Ma nessuno sa dove sia sepolto Mosè perché nessuno in realtà lo ha visto morire ed insieme a Elia, saranno i due profeti non-morti che appariranno nel Vangelo. Giosuè prende il comando.

L'esodo biblico è veramente accaduto?

Mosè era un generale egiziano?

Gli studiosi che credono all'Esodo come fatto storico propongono una ragionevole ricostruzione di come le cose potrebbero essere andate (cfr ipotesi dei fratelli Sabbath). Secondo tale ipotesi, l'Egitto aveva due problemi: 1) proteggere l'Egitto dalle invasioni da nord-est e 2) disfarsi delle popolazioni immigrate mai integratesi nella società egiziana e perciò indesiderate. Pertanto Mosè, funzionario del faraone, riceve l'incarico di formare un contingente militare costituito da soldati egiziani e da civili da inviare in Canaan.

Il compito del contingente sarà quello di fare terra bruciata in Canaan per ostacolare le invasioni, nonché in seguito il compito di presidiare il territorio. Il Regno di Giuda, per secoli protettorato egiziano, sarà il risultato di questa strategia geopolitica.

I soldati egiziani avranno il ruolo di capi e saranno la tribù dei Leviti. Essi saranno comandanti militari, legislatori, governanti, esattori delle tasse, giudici. I Leviti forniranno anche la sovrastruttura culturale del contingente: la retorica della schiavitù d'Egitto, la Legge, il dio Yahweh come fonte di legittimazione del potere; tutto ciò per dare ordine e coesione a una masnada eterogenea di genti tendenzialmente litigiose (le altre 11 tribù della Bibbia). Addirittura, i Leviti inventano una nuova lingua comune per comunicare fra di loro: l'Ebraico; questa soluzione, e solo questa, non funzionerà, la nuova lingua rimarrà strumento esclusivo dei Leviti, mentre il popolo imparerà la lingua locale, l'Aramaico.

La popolazione civile è scelta tra gli "indesiderati" di cui l'Egitto vuole liberarsi. Ai civili che partono si promettono una terra che dà latte e miele, si forniscono incentivi di varia natura, attrezzature, provviste e bestie da soma e anche oro (oro che funziona come moneta internazionale utile per pagare pedaggi, pagare la sosta nella oasi, comprare cibo e acqua, ecc). Ai restii il faraone impone tasse, obblighi e restrizioni. Il compito dei civili saranno i servizi, soprattutto la cura del bestiame che renderà il contingente autosufficiente. I civili forniranno anche la carne da cannone delle infinite battaglie che dovranno affrontare.

Questo spiega anche perché il contingente veniva seguito a distanza dall'esercito mentre attraversava il delta del Nilo: non intendevano intercettarli, ma volevano solo accertarsi che non ritornassero indietro con una manovra ad U portandosi via tutti i beni di cui erano stati dotati per la missione!

Per ovvi motivi, il vero scopo della operazione non poteva essere divulgato e doveva pertanto rimanere riservato: ai civili si raccontavano bugie; alcuni ricevevano più incentivi di altri; Mosè doveva essere uno di "loro"; nessuno doveva sospettare che era in corso una pulizia etnica della società egiziana. Questo potrebbe spiegare perché non troviamo riscontri documentali.

Esaurito il suo compito di rendere operativo il contingente, Mosè nomina capo il suo secondo Giosuè e quindi ritorna finalmente in Egitto per godersi la pensione.

Mosè non è esistito

Secondo storici e archeologi, invece, tutto l'Esateuco è solo fiction:
- Considerato che la popolazione dell'Egitto all'epoca doveva essere intorno ai 3 o 4 milioni di persone ([LIVERANI] 1.2 p. 11), l'esodo di 600'000 uomini (a cui vanno aggiunti donne e bambini per un totale di circa 2 milioni di persone) avrebbe svuotato l'Egitto e provocato una catastrofe sociale ed economica tale che si dovrebbero trovare testimonianze nella copiosa documentazione che gli Egiziani ci hanno lasciato. Ma nulla del genere è stato finora trovato.
- Se un contingente così numeroso avesse veramente vagato nella penisola del Sinai per 40 anni, avrebbe sicuramente lasciato chiare tracce in quella landa desolata, ma nulla è mai stato trovato dagli archeologi ([FINKELSTEIN] p. 74).
- Non esiste prova di una tumultuosa conquista di Canaan da parte degli Israeliti come descritto nell'Esateuco. Il territorio di Canaan del tempo era organizzato in minuscole città Stato, e le tracce di distruzioni trovate nei reperti archeologici coprono un arco temporale di secoli. Cfr [FINKELSTEIN] p. 85.
- Gli Egiziani ci hanno lasciato una minuziosa documentazione delle loro attività anche in terra di Canaan. L'intera Canaan del 13o secolo era una regione controllata dall'Egitto. Un drappello di 50 soldati poteva bastare per raccogliere i tributi degli stati vassalli e per sedare disordini locali ([FINKELSTEIN] p. 73; [LIVERANI] 1.4, 1.5). La tumultuosa conquista di Canaan da parte del contingente di Giosuè, con intere città distrutte e decine di migliaia di morti, non sarebbe passata inosservata ([FINKELSTEIN] p. 88).
- La spettacolare conquista di Gerico (la vedremo in Giosuè 5,13) non trova riscontri sul campo: nel 13o secolo a.C. Gerico era un piccolo insignificante villaggio privo di fortificazioni; simili discrepanze sono state ritrovate anche nei siti di altre città che secondo il libro di Giosuè sarebbero state conquistate e distrutte ([FINKELSTEIN] p. 94).
- Non sono state trovate tracce del favoleggiato Regno di Giuda dei tempi di David e Salomone (che vedremo più avanti); al contrario, a quel tempo Gerusalemme era un piccolo villaggio privo di edifici monumentali ([FINKELSTEIN] p. 248).
- La situazione socio economica di Canaan descritta nella Bibbia intorno al 13o secolo a.C. è ben diversa da quella che gli archeologi hanno potuto constatare dai ritrovamenti di quel periodo, sia per la parte nord di Canaan (fertile e popolosa) sia per la parte sud dove si colloca Gerusalemme (arida e disabitata) ([FINKELSTEIN] p. 119).
- Il personaggio di Mosè, diventato centrale nella ideologia giudaica, risulta sconosciuto ai profeti pre-esilici, salvo un passo di Michea 6,4 di dubbia origine; pertanto l'invenzione di questo personaggio risale all'epoca esilica ([LIVERANI] 14.5 p. 309). Quindi addio tavole della Legge, e addio all'arca dell'alleanza.
- Inoltre il racconto dell'esodo e della conquista hanno costituito il supporto per l'inserimento delle norme della Legge, e hanno fornito un parallelo con le vicende del ritorno dall'esilio babilonese e la presa di possesso di Canaan da parte dei "ritornati" ([LIVERANI 14.5 p. 309-311).
In conclusione, l'epica storia dell'esodo e della travolgente conquista di Canaan da parte degli Israeliti sarebbe nient'altro che il racconto mitologico della fondazione di un popolo. Considerato il contesto in cui la Bibbia colloca questa epopea (geografia, città esistenti, merci scambiate, ecc.) il [FINKELSTEIN] conclude che questa storia è stata concepita o adattata nel 7o secolo a.C. al fine di dare un pretesto religioso e ideologico al progetto unitario di re Giosia, di cui parleremo più avanti; il racconto ha poi subito profonde revisioni nel periodo esilico con l'introduzione del personaggio di Mosè e annessi e connessi per fare da impalcatura di supporto a una serie di nuove leggi.

I 10 comandamenti sono 613 - La legge mosaica

Le leggi dettate da Yahweh sono essenzialmente un regolamento interno al loro contingente paramilitare che vanno dalla quota-dio delle spartizioni, allo smaltimento delle deiezioni umane (Deuteronomio 23,13-15).

La prima norma è scontata: non avrai altro dio al di fuori di me (Esodo 20,3). Questo è il minimo sindacale per ogni dio che si rispetti. La seconda norma imposta da Yahweh vieta l'idolatria, e nello specifico vieta di fare rappresentazioni artistiche della divinità (Esodo 20,4). Basta entrare in una chiesa cattolica per rendersi conto che questa è anche la norma di gran lunga più violata.

La responsabilità penale è personale (Deuteronomio 24,16; Ezechiele 18,14): non si facciano morire i figli per le colpe dei padri. Questo concetto non è mai stato davvero recepito e la mentalità tribale ha sempre prevalso: i figli, gli eredi e in generale i parenti sono responsabili per tutte le pendenze dei padri. Yahweh è il primo a far valere questo principio con Adamo ed Eva, Levi e Simone coi Sichemiti, le tribù contro Beniaminiti, ecc. La distinzione tra pendenze penali e civili, con le prime personali e le seconde ereditarie, deve ancora essere chiarita.

Numerose norme riguardano il diritto di famiglia, la primogenitura, il prestito a interesse, danni e risarcimenti, le funzioni religiose. Si tratta quindi di un mix di codice civile e codice liturgico.

Altre norme curiose: proibito il travestimento di uomini in donne e viceversa (Deuteronomio 22,5); metti parapetti sui tetti (Deuteronomio 22,8); non fare vesti di due tessuti diversi (Levitico 19,19; Deuteronomio 22,11); sul panno della verginità, sullo stupro e sull'adulterio (Deuteronomio 22,13-29); divorzio e libello del ripudio (Deuteronomio 24,1-4).

Altre ancora sono buffe: la rampa di accesso all'ara dei sacrifici non deve essere troppo alta, se no i fedeli scorgerebbero le nudità sotto la veste del sacerdote che sale (Esodo 20,26).

Sono compresi anche gli impegni che Yahweh assume nei confronti del suo popolo (Esodo 23,20-33).

Sono state contate in tutto 613 norme (mizvoth in ebraico), ben più delle 10 comunemente ricordate.

La finanza come strumento di dominio: prestito ed interessi

Quadro riassuntivo sulle norme relative a prestito e interessi. Yahweh dimostra di avere chiaro che la finanza sarà l'arma definitiva del mondo che verrà, e che quest'arma sarà decisiva nella lotta tra i popoli e tra i ceti sociali. Yahweh (o forse è meglio dire i suoi biografi Ebrei) pensava avanti di 3000 anni!

Prestito verso il fratello ebreo: non è ammesso applicare interesse; ogni sette anni c'è l'anno sabbatico e la remissione dei debiti per tutti i debitori (Deuteronomio 15,3; Deuteronomio 23,20; Levitico 25,37). Ovviamente si pone il problema che diventa difficile chiedere e ricevere un prestito quando manca poco all'anno sabbatico; per questo si invitano i creditori alla generosità (Deuteronomio 15,9).

Prestito verso lo straniero: è ammesso applicare l'interesse; non è prevista remissione (Deuteronomio 15,3; Deuteronomio 23,20).

Dominerai su molte genti facendo prestiti allo straniero ma senza accettare prestiti dallo straniero (Deuteronomio 15,6).

I beni del ricco sono la sua roccaforte, la rovina dei poveri è la loro miseria (Proverbi 10,15).

Il ricco prevale sul povero, e chi prende in prestito è schiavo del suo creditore (Proverbi 22,7).

Libri storici

La sezione dei libri storici copre il periodo che va da Giosuè (circa 1200 a.C.) fino al ritorno dall'esilio babilonese e alla costruzione del secondo tempio per il canone ebraico e protestante (circa 420 a.C.), e fino all'arrivo dei Romani in Canaan (circa 160 a.C.) per il canone latino.

Giosuè succede a Mosè e compie la conquista del territorio. Si arriva ai primi re di successo David e Salomone, che danno 80 anni di stabilità al piccolo Regno di Giuda. Segue un periodo turbolento con infinite lotte, interne ed esterne. I Filistei e i Moabiti sono tra i loro nemici e antagonisti ricorrenti (vedi ad es. la favoletta di Sansone che riassumo in appendice).

Salomone avvia un periodo di prosperità e tolleranza religiosa, a cui seguirà lo scisma tra il regno degli Israeliti a nord e il regno dei Giudei a sud. Seguirà la conquista di Canaan da parte degli Assiri, dei Persiani, dei Macedoni, dei Greci e infine dei Romani.

Il ruolo di Yahweh durante tutte queste vicende è solo virtuale, in concorrenza con i soliti Astarte, Camos, Milcom, Moloc e, dice la Bibbia, molti altri ancora. I veri protagonisti sono gli uomini e le loro rivalità mentre si contendono un fazzoletto di terra.

GIOSUÈ

Questo personaggio non riceve una presentazione, ma gli viene dedicato un intero libro. Le poche informazioni su di lui sono sparse: compare per la prima volta in Esodo 17,9 dove comanda una operazione militare; è figlio di tale Nun (Esodo 33,11); il suo nome originale era Osea ma fu ribattezzato Giosuè da Mosè (Numeri 13,16; ma forse si tratta di una operazione editoriale per unire testi discordanti); è servitore di Mosè fin da giovane (Numeri 11,28); poi è aiutante in battaglia di Mosè (Esodo 25,13); poi è promosso primo sacerdote (Numeri 27,18); Mosè lo invita a salire insieme sul monte sacro per ricevere la prima versione delle tavole della Legge (Esodo 24,13; ma con la seconda versione delle tavole in Esodo 34, Yahweh ordina a Mosè di salire da solo); succede a Mosè per ordine di Yahweh (Deuteronomio 31,14); morirà all'età di 110 anni (Giosuè 24,29; Giudici 2,8). Insomma, un fedele servitore prima di Mosè e poi di Yahweh che si è guadagnato i gradi sul campo.

Quindi Giosuè viene designato successore di Mosè in Deuteronomio 31. Giosuè prosegue con la campagna di pulizia etnica nell'area di Canaan avviata da Mosè, ma realizza anche la conquista territoriale. Per una sintesi delle conquiste di Giosuè vedi i capitoli 11 e 12.

● Giosuè 5,13: il capo dell'esercito di Yahweh in persona si presenta a Giosuè con la spada sguainata e lo sprona all'azione.

● Giosuè 6: presa e distruzione di Gerico. Le mura cadono con gli squilli di trombe. L'ordine è di distruggere la città e tutto quanto in essa vi è contenuto; argento, oro, bronzo e ferro sono consacrati a Yahweh e dovranno pervenire al tesoro di Yahweh.

● Giosuè 7: ...ma un certo Acan della tribù di Giuda trattiene per sé parte del bottino, e questo fa arrabbiare tantissimo Yahweh che medita ritorsioni su tutto Israele.

● Giosuè 8: conquista della città di Ai; gli esploratori mandati da Giosuè suggeriscono di mandare solo 3000 cavalieri e lasciare riposare il resto del contingente; ma sottovalutano il nemico e Yahweh è ancora arrabbiato, quindi gli Israeliti vengono battuti. Allora Giosuè prende l'iniziativa tattica e, con una mossa astutissima, espugna la città:

Quand'ebbero terminato di uccidere gli abitanti di Ai passandoli a fil di spada nella campagna e nel deserto, tutti gli Israeliti si rivolsero alla città (di Ai) ed essa pure fu passata a fil di spada. La somma delle vittime di Ai fra uomini e donne fu in quel giorno di 12 mila persone.

E' l'undicesimo comandamento: non si fanno prigionieri!

● Giosuè 10,10: Yahweh interviene in battaglia e scaglia grosse pietre contro i nemici di Israele. Questo è il primo intervento concreto di Yahweh in battaglia.

Il secondo caso lo racconta Giosuè in 24,12 dove Yahweh manda i calabroni contro i re Amorrei facendo vincere gli Israeliti senza combattere; la battaglia potrebbe essere quella descritta in Numeri 21,21-32 dove però gli Israeliti combattono e non si citano calabroni. I calabroni come arma vengono citati anche in Deuteronomio 7,20 dove Yahweh promette di aiutare il suo popolo usando questo curioso strumento offensivo. Tuttavia la traduzione del termine ebraico צרעה (tsirah) è incerta; secondo altri studiosi vorrebbe dire "lebbra" o più in generale "affezione della pelle".

Un terzo episodio compare in 2Samuele 22,8-18 come parte dell'inno di ringraziamento di David a Yahweh, con toni decisamente fantastici. Se potessimo recuperare il Libro delle battaglie di Yahweh citato in Numeri 21,14 potremmo saperne di più sul Yahweh combattente.

● Giosuè 10,40: così Giosuè non lasciò alcun superstite come aveva ordinato Yahweh.

● Giosuè 13: Yahweh si lamenta di Giosuè ormai vecchio, quando ci sono ancora tante terre da conquistare e sono in ritardo con il crono-programma. In realtà queste terre erano state promesse proprio da Yahweh, quindi sarebbe Giosuè a doversi lamentare con Yahweh.

● Giosuè 18,7: nella suddivisione dei territori conquistati, la tribù di Levi non avrà alcun assegnamento perché il ruolo dei leviti è il sacerdozio. Questo principio viene ribadito diverse volte nel libro (21,1).

● Giosuè 24,4: Cosa fece Yahweh durante i 430 anni della schiavitù d'Egitto? Giosuè spiega che mentre la famiglia di Giacobbe riparava in Egitto (per 430 anni) per sfuggire alla carestia, Yahweh si occupava di Esaù e dei suoi discendenti rimasti in Canaan, ai quali aveva assegnato il territorio di Edom intorno al monte Seir (Deuteronomio 2,4-5). Non dice altro, ma è l'unico riferimento che ho trovato alle attività di Yahweh in questo lasso di tempo di 4 secoli.

● Giosuè 24: tutti i territori conquistati sono già stati spartiti tra le varie tribù di Israele. Giosuè raduna tutti i capi e chiede loro con quale dio rinnovare l'alleanza. La famiglia di Giosuè rimarrà fedele a Yahweh, ma riconosce che i loro padri (Abramo) servivano gli dei di Mesopotamia, mentre altri (Giacobbe) si erano posti al servizio degli dèi d'Egitto. Lascia quindi al popolo la libertà di scelta. E il popolo decide e giura solennemente di rimanere fedele a Yahweh.
Morte di Giosuè all'età di 110 anni.

Yahweh virtuale. Da questo punto in poi Yahweh compare nel racconto solo sporadicamente e solo quando viene interrogato, magari per divinazione. Per il resto gli uomini fanno di testa loro e nominano dio solo come intercalare oppure per legittimare delle scelte.

GIUDICI

Curiosamente la Bibbia chiama questo libro Giudici sebbene in realtà parli di una serie di condottieri e governatori che porteranno alla formazione del Regno di Giuda. L'uso del termine improprio è forse dovuto alla confusione tipica nell'antichità tra i ruoli di legislatore, governatore e giudice che si concentravano in una stessa persona, per cui i termini erano equivalenti. Riporto solo gli episodi chiave tralasciando i governatori meno rilevanti.

● Giudici 1,8: Yahweh assegna il territorio della città di Gerusalemme alla tribù di Giuda, e quindi ordina alla tribù di Giuda di assediare e prendere la città. Gerusalemme assediata, la popolazione passata fil di spada, la città messa a fuoco. Con ciò la tribù di Giuda si assicura il primato sulla città di Gerusalemme, dà il nome alla popolazione locale e, in futuro, esprimerà il re del regno.

Le città circostanti diventano vassalle degli Israeliti; questa volta gli abitanti vengono risparmiati. A questo punto non è chiaro quale sia l'estensione del territorio sotto il controllo degli Israeliti. Ma poco importa, perché in questo libro le sorti degli Israeliti si ribalteranno diverse volte e non renderò conto qui di tutti i passaggi.

● Giudici 2,11-13: Giosuè figlio di Nun muore per la seconda volta all'età di 110 anni (testo evidentemente mal editato). Gli Israeliti tradiscono Yahweh in favore di Baalim, Baal, Astarte; e poi anche Asheroth (3,7).

● Giudici 3,15-30: Aod il temerario! Gli Israeliti sono di nuovo sotto il giogo dei moabiti. Aod, temerario, con un pretesto si apparta con il re di Moab e gli pianta il pugnale nel suo ventre grosso e grasso. Anche l'elsa del pugnale penetra dentro la pancia; i tentativi di Aod di estrarre il pugnale hanno l'unico effetto di far fuoriuscire la merda dal ventre del re. Aod sgattaiola via chiudendosi le porte alle spalle. Le guardie non osano entrare perché vedono le porte chiuse e, considerato l'olezzo, pensano che il re stia facendo i suoi bisogni e non lo vogliono disturbare. Intanto Aod raggiunge gli Israeliti e li guida nella battaglia vittoriosa contro i moabiti. Rimangono ancora da sistemare i Filistei.

● Giudici 3,31: Samgar il prode! Al riguardo c'è un solo versetto: Dopo Aod venne Samgar, figlio di Anat, il quale abbatté 600 Filistei con un pungolo da bovi e anch'egli liberò Israele. Nient'altro su Samgar.

● Giudici 6,36: ormai Yahweh non si manifesta più di persona dai tempi di Giosuè. Il governatore Gedeone sonda il volere di Yahweh con il prodigio del vello posato sul prato: il vello si impregna di rugiada mentre l'erba circostante rimane asciutta. Per ulteriore conferma, Gedeone ri-posa il vello sul prato invocando ancora il responso di Yahweh, che puntualmente arriva: questa volta il vello rimane asciutto mentre l'erba circostante è bagnata di rugiada. Mi pare che questo sia il primo caso nella Bibbia dove si ricorre alla divinazione, l'altro caso è 1Re 18,21-39. Vittoria sui Madianiti. Gedeone governa felicemente per 40 anni (8,28).

● Giudici 8,33: gli Israeliti passano sotto il dio Baal Berit.

● Giudici 10,6: gli Israeliti passano di nuovo sotto il dominio di Filistei e ammoniti.

● Giudici 10,13: gli Israeliti invocano Yahweh, ma lui è adirato con loro: Mi avete abbandonato per servire divinità straniere! No, non vi libererò più! Andate ad invocare gli dèi che vi siete scelti! Ma gli Israeliti lo supplicano e Yahweh, che in fondo ha il cuore tenero, cede.

● Giudici 11: Jefte, figlio di una meretrice, viene nominato governatore dagli anziani (11,10). Dovrà guidare gli Israeliti contro gli ammoniti. Pur di vincere la battaglia, fa un voto: quando ritornerà da vincitore, chi per primo uscirà dalla sua casa lo offrirà in olocausto al Signore (11,31). E infatti vince contro gli ammoniti, ritorna a casa, e la prima persona che gli si fa incontro è la figlia, che pertanto finisce arrosto sacrificata a Yahweh. Cfr con il simile episodio del re Mesha che sacrifica il figlio a Kamosh in 2Re 3.

● Giudici 13-16: gli odiati Filistei spadroneggiano sugli Israeliti. Favoletta consolatoria di Sansone, il vendicatore che pesta migliaia di Filistei con le nude mani. E per futili motivi. Senza poi concludere nulla. Vedi capitolo sulle Favolette per una sintesi.

● Giudici 19-21: uomini della tribù di Beniamino stuprano e uccidono donna giudea; per vendicare l'efferato delitto, si forma coalizione israelita contro la tribù di Beniamino e la stermina. Poi fanno un patto contro i superstiti della tribù di Beniamino perché non abbiano più a trovare donne fra il popolo di Israele. La tribù di Jabes non partecipa al patto e perciò viene sterminata anch'essa. I beniaminiti superstiti sono invitati a trovare donne rapendole a Silo. Amara conclusione del libro: In quel tempo non c'era un re in Israele e ciascuno faceva ciò che gli piaceva.

RUT

Il libro è parte del canone ebraico. Solo quattro paginette per presentare la genealogia di David, che sarà re. C'è anche uno spaccato della società israelita e delle usanze dei matrimoni combinati per motivi di eredità.

In breve: un israelita sposa Rut, una moabita (quindi ebrea perché discendente da Lot, ma non israelita); poi questo marito muore e quindi i suoi beni e la sua vedova vanno in sposa al riscattatore cioè il parente più prossimo, in questo caso un israelita di nome Booz; Rut farà un figlio con questo Booz; questo figlio viene dato alla suocera purosangue israelita per essere adottato, allattato ed educato per diventare un israelita DOC. Non mi è chiarissimo il meccanismo della israelitudine, ma fa lo stesso. In 4,18-22 la sintesi della genealogia risultante. Ricordiamo che Gesù discende da David, e quindi la moabita Rut è una sua antenata.

In definitiva, l'autore sostiene che David era sì ebreo, ma non era puro israelita. La questione era importante nel contrasto tra nazionalisti contro universalisti. Vedi anche il libro di Giona, dove emerge lo stesso tema del nazionalismo contro universalismo.

Periodo dei regni di Giuda e di Israele (1020-587 a.C.)


Regni di Giuda e di Israele nel nono secolo a.C. Adattamento e traduzione da: https://en.wikipedia.org/wiki/Kingdom_of_Israel_%28Samaria%29

Tutti i re del Regno di Giuda

Date come da [FINKELSTEIN] p. 33. Durante il regno di Roboamo (circa 930 a.C.) il regno di Israele con capitale Samaria si scinde dal Regno di Giuda con capitale Gerusalemme.

Periodo (a.C.) Nome Riferimenti
1025-1005 circaSaul1Samuele 8
1005-970 circaDavid1Samuele, 17
970-931 circaSalomone1Re 1
931-914Roboamo1Re 14,21
914-911Abijam1Re 14,21
911-870Asa1Re 15,9
870-846 (*)Giosafat1Re 22,41
851-843 (*)Gioram2Re 8,16
843-842Acazia2Re 8,25
842-836Atalia2Re 11,1
836-798Gioas = Jehoash2Re 12,1
798-769 (*)Amasia = Amazia2Re 14,1
785-733 (*)Azaria = Ozia2Re 15,1
729-743 (*)Jotam2Re 15,32
743-727Achaz2Re 16,1
727-698Ezechia2Re 18,1
698-642Manasse2Re 21,1
641-640Amon2Re 21,19
639-609Giosia2Re 22,1
609Joachaz2Re 23,31
608-598Joiakim2Re 23,36
596-586Sedecia2Re 25,1
* Il periodo include la reggenza congiunta.

per un totale di 22 re nell'arco di 439 anni; durata media di ogni regno 439/22 = 20 anni.

Tutti i re del Regno di Israele

Date come da [FINKELSTEIN] p. 33.

Periodo (a.C.) Nome Riferimenti
931-909Geroboamo I1Re 12,25
909-908Nadab1Re 15,25
908-885Baasa1Re 15,33
885-884Ela1Re 16,8
884Zamri1Re 16,15
884-880 (**)Tibni1Re 16,15
884-873Omri1Re 16,23
873-852Acab1Re 16,29
852-851Acazia1Re 22,52
851-842Gioram2Re 3,1
842-814Jeu2Re 10,28
817-800 (*)Joachaz2Re 13
800-784Gioas2Re 13,10
788-747 (*)Geroboamo II2Re 14,23
747Zaccaria2Re 15,8
747Sallum2Re 15,13
747-737Menahem2Re 15,17
737-735Peqehia2Re 15,23
735-732Peqah2Re 15,27
732-724Osea2Re 17,1
* Il periodo include la reggenza congiunta.
** Governo rivale.

per un totale di 20 re nell'arco di 207 anni; durata media di ogni regno 207/20 = 10 anni. Ci sono molte omonimie con i re di Giuda per cui è facile fare confusione: Acazia, Gioram, Joachaz, Gioas.

PRIMO LIBRO DI SAMUELE

Qui le storie dei primi grandi re mitologici di Israele, David e Salomone. Si tratta probabilmente di leggende molto antiche ma poi riadattate in epoca post-esilica. Colpisce il comportamento che oggi potremmo definire immorale di questi personaggi, che può dipendere in parte dalla mentalità degli antichi, dalla origine orientale delle storie, e dalla volontà dei redattori di contenere la popolarità di una figura, quella del re, che al loro tempo non poteva più esistere. Archeologi e storici ci confermano la mancanza di riscontri a queste storie.

Saul primo re di Israele

Samuele è sacerdote capo, mentre i suoi due figli governano sugli Israeliti. Ma il popolo lamenta che questi due governatori sono corrotti e apostati e vuole un re.

● 1Samuele 4: Filistei battono Israeliti, catturano l'Arca e la portano nel loro tempio di Dagon, ma la statua di Dagon cade in pezzi e i Filistei vengono colpiti da misteriosi bubboni della pelle; i Filistei decidono di ritornare l'Arca agli Israeliti.

● 1Samuele 6,19: nel percorso di ritorno, alcuni curiosi aprono l'Arca e ci guardano dentro: 70 morti. L'arca è forse un'arma NBC? Vedi anche 1Cronache 13,9.

● 1Samuele 8-15: il popolo vuole un re per gestire la giustizia e le campagne militari. Yahweh è contrario perché pensa che poi il popolo seguirà il re invece che Yahweh. Samuele mette in guardia il popolo contro gli abusi del potere. Ma invano: il popolo vuole comunque un re. Il giovane e bello Saul viene unto re da Samuele e comincia subito con le campagne militari contro i Filistei. Tutto bene, salvo che Saul pratica un olocausto al posto del sacerdote (13,9), pratica la divinazione (14,41), disubbidisce all'ordine di Samuele di sterminare tutta la popolazione e il bestiame degli Amalechiti (15,3).

● 1Samuele 15,10: ...allora Samuele s'incazza e destituisce Saul, ma Saul resiste sul trono.

● 1Samuele 16: Samuele unge re il giovane pastorello betlemita David figlio di Iesse parente di Rut. Ma il giovane David deve ancora dimostrare il suo valore e deve ancora vedersela con re Saul.

● 1Samuele 17: i Filistei sfidano gli Israeliti in un confronto uno contro uno tra i 2 guerrieri più forti; i Filistei mandano il gigante Golia, mentre per gli Israeliti si offre il giovane outsider David, un pastorello minuto di corpo ma animato da una incrollabile fede in Yahweh. Saul lo dileggia passandogli le sue armi, ma sono troppo pesanti per il piccolo David, perciò David decide di usare il giavellotto. David colpisce Golia in testa e questo stramazza a terra, poi David gli prende la spada e con quella gli taglia la testa.

● 1Samuele 18-21: Gionata figlio di Saul ha una cotta per David (1Samuele 19,1; 20,17; 20,41) tanto che David riconosce che il suo amore per lui è superiore all'amore per una donna (2Samuele 1,26). E' la prima e unica relazione omosessuale nella Bibbia e interessa nientemeno che il più famoso tra i re di Israele. Questo e altri indizi fanno pensare a una redazione della storia molto tarda, risalente al periodo post-esilico quando Israele non aveva più un re.
David acclamato dal popolo suscita la gelosia di Saul. Saul promette sua figlia Mikal in sposa a David, ma pretende cento prepuzi di Filistei. David gliene porta duecento. Saul adesso è veramente geloso e vuole uccidere David. David fugge.

● 1Samuele 22-23: David costituisce una banda di mercenari di 600 uomini (22,2; 23,13), raccolti senza farsi troppi scrupoli tra emarginati e delinquenti comuni, e si mette al servizio dei Filistei per razziare le città del sud, verso l'Egitto e verso il Sinai. Le popolazioni vengono sterminate e il bottino viene diviso con il re dei Filistei. David evita però di andare contro gli Israeliti e il territorio di Giuda. David mette al sicuro i propri famigliari presso il re di Moab.

● 1Samuele 24: Saul da la caccia a David nel deserto, poi si ritira in una anfratto oscuro per fare i suoi bisogni; ma proprio lì nell'oscurità c'è David che si nasconde. David, quatto quatto, risparmia la vita a Saul e gli taglia un lembo del mantello; userà poi il trofeo per dimostrare al re la sua lealtà; Saul si riappacifica con David.

● 1Samuele 25-26: Saul da la caccia a David nel deserto (versione 2 del plot precedente); David, quatto quatto, sorprende Saul nel sonno e gli sottrae la lancia e la ciotola dell'acqua; userà questi trofei per dimostrare al re la sua lealtà; Saul si riappacifica con David.

● 1Samuele 27-28: David ancora braccato da Saul; David e la sua banda si mette al servizio dei Filistei; le cose si complicano quando i Filistei vanno in guerra contro gli Israeliti: da che parte starà David?
Samuele è nel frattempo morto, e Saul non può interrogare Yahweh sul da farsi; perciò Saul si rivolge a una donna medium per interrogare lo spirito di Samuele morto; lo spirito di Samuele è molto contrariato perché il suo riposo è stato disturbato; Samuele preconizza una disastrosa sconfitta degli Israeliti.

● 1Samuele 29-30: i Filistei esonerano David e la sua banda dalla guerra contro gli Israeliti. David si concentra a razziare un po' gli Amalechiti e poi distribuisce il bottino tra le popolazioni bisognose di Giuda.

● 1Samuele 31: Israeliti sconfitti dai Filistei, Saul muore in battaglia insieme ai suoi figli. David accolto come re dai Giudei ma deve ancora vedersela con gli altri Israeliti rimasti fedeli alla casa di Saul.

SECONDO LIBRO DI SAMUELE

David secondo re di Israele

● 2Samuele 1-5: David alla testa dei Giudei affronta e sconfigge gli ultimi Israeliti rimasti fedeli a Saul, poi riconquista la città di Gerusalemme che era occupata dai Gebusei (popolo peraltro sconosciuto agli storici, cfr [LIVERANI] 14.3). David è re degli Israeliti e Gerusalemme diventa capitale e città sacra.

● 2Samuele 6: l'Arca, fino a quel momento custodita nella casa di Abinadab, trasferita in una tenda provvisoria in Gerusalemme; un malcapitato che tenta di avvicinarsi all'Arca per sorreggerla, muore fulminato.

● 2Samuele 7,7: Yahweh pretende da David una casa di legno di cedro. Non la farà.

● 2Samuele 8-10: David sconfigge Filistei, Ammoniti e Aramei.

● 2Samuele 11-12: David vede Betsabea, una bella ragazza hittita (!), perciò la rapisce; da essa nascerà Salomone. Non contento, David fa uccidere il padre di Betsabea per avere anche la madre, da cui avrà un altro figlio. Yahweh non approva e, per punire David, fa morire quest'ultimo bambino. Una delle solite punizioni eque e sensate di Yahweh.

● 2Samuele 13-18: David ha un imprecisato numero di mogli, concubine e figli. Tra questi figli, Amnon stupra la sorella Tamar. A sua volta Amnon viene ucciso dal fratello Assalonne. Assalonne cerca di usurpare il trono ma viene ucciso da Ioab, capo dell'esercito di David.

● 2Samuele 19,42: primi attriti tra la tribù di Giuda (imparentata con David) e il resto degli Israeliti.

● 2Samuele 24: Yahweh provoca David comandando un censimento della forza: 800mila guerrieri per Israele, 500mila per Giuda. Il censimento era sempre preludio a nuove tasse o alla coscrizione in vista di una nuova guerra, per cui era inviso al popolo. Yahweh punisce David per avere fatto ciò che Yahweh stesso gli ha comandato e perciò manda la peste nel paese; muoiono così 70mila persone. David riconosce la profonda ingiustizia di Yahweh: Io ho peccato, ma loro che sono il gregge che cosa hanno commesso?
Tutto ciò è privo di senso; lo stesso smarrimento deve averlo provato l'estensore di 1Cronache 21,1 che descrive lo stesso episodio ma decide di attribuire l'iniziativa del censimento a un generico "satana".

PRIMO LIBRO DEI RE

Salomone terzo re di Israele

● 1Re 1-2: Prima di morire, David designa re il figlio Salomone. Salomone sarà il re saggio per antonomasia. Sarà spregiudicato nelle alleanze e tollerante verso le fedi religiose diverse, portando pace e prosperità. Anche 2Cronache 1, Sapienza 7.

● 1Re 3,1: Salomone si allea con il faraone e ne sposa la figlia.

● 1Re 3,16-28: primo giudizio salomonico su due prostitute che si contendono un bimbo. E' anche l'unico giudizio salomonico citato dalla Bibbia.

● 1Re 5,15: Salomone si allea con il re di Tiro (Libano) per ottenere il legno di cedro necessario alla costruzione del tempio.

● 1Re 6: per ordine di Salomone, 480 anni dopo la fuga dall'Egitto (~1400 a.C.) inizia la costruzione tempio di Gerusalemme (quindi ~920 a.C.). I lavori dureranno 20 anni. Per i dettagli costruttivi vedi 1Re 6; 1Re 7,13-51; 1Re 8,1-11. Anche 2Cronache 1, Esdra 3,7, 2Maccabei 2.

● 1Re 7,23: Pi greco vale esattamente 3.

● 1Re 8,9: L'arca contiene solo le due tavole di pietra della Legge Mosaica.

● 1Re 10: regina di Saba rende onore a re Salomone. Anche 2Cronache 9. Non è dato a sapere dove si trovi questo famoso regno di Saba.

● 1Re 11: Salomone ha una grande passione per le donne di tutti i paesi: 700 mogli e 300 concubine. Ne adotterà anche gli dèi, che la Bibbia elenca così:

Astarte dea dei Sidoni,
Milcom dio degli Ammoniti,
Camos dio di Moab
e, dice il testo, molti altri ancora.

A tutti questi dèi, Salomone fa costruire altari nel tempio e compie riti. Yahweh si adira e commina una delle punizioni equilibrate delle sue: non farà nulla a Salomone, però promette di colpire e dividere il regno che lascerà a suo figlio, causando guerre e sofferenze tra la popolazione.

In termini laici, Salomone stringe alleanze con i regni circostanti per mezzo di matrimoni combinati, così assicurando un periodo di pace e prosperità al suo piccolo regno. La spiegazione teologica è stata fatta evidentemente a posteriori. Notare come il preteso intervento del giudizio divino è palesemente goffo e forzato: da qui in poi il ruolo di Yahweh nella Bibbia è puramente virtuale.

● 1Re 11,40: Salomone cerca di uccidere l'oppositore Geroboamo; Geroboamo si rifugia in Egitto sotto il re Sheshonq I (o Sisach, o Shishac) circa 920 a.C.

● 1Re 11,41: si cita un libro degli atti di Salomone, che è scomparso.

Scisma nel Regno di Israele, che era durato appena 80 anni

● 1Re 11,43: Salomone muore dopo 40 anni di regno. Si apre la lotta per la successione tra:

Nel tempio di Gerusalemme, nella città e anche nelle periferie, si moltiplicano gli altari a tutti i vari dèi. In particolare, sono proprio gli Israeliti che cercano alleanze con tutte le città circostanti e ne adottano i riti religiosi.

● 1Re 12-13: lo scisma politico è anche scisma religioso: Geroboamo fa costruire due idoli in oro rappresentanti un torello da collocare in Betel e in Dan e istituisce sacerdoti che non sono leviti. Il toro è il simbolo di Yahweh prima che il comandamento che vieta le rappresentazioni sacre venisse affermato. Anonimo profeta di Yahweh preconizza che in futuro un re di nome Giosia (13,2) farà giustizia di tutte queste empietà. Ciò dimostra che stiamo leggendo un testo redatto ai tempi di Giosia o subito dopo.

● 1Re 14,25: ...e intanto il faraone fa incursione su Gerusalemme e la tassa un po' tanto per gradire. Ne ha diritto: in fondo sua figlia era la regina moglie di Salomone (1Re 3,1).

Ascesa del Regno di Israele

La mitologia cede il passo alla Storia. Le ricerche archeologiche degli ultimi decenni hanno dimostrato che i fantastici regni di David e Salomone non sono mai esistiti e ricadono quindi nel dominio del racconto mitologico. Tuttavia la ricerca archeologica ha invece confermato che da questo punto in poi il racconto biblico si interseca con la storia che oggi possiamo accertare (v. [FINKELSTEIN]).

In particolare, re Omri è il capostipite di una dinastia che porterà il Regno di Israele alla sua massima espansione territoriale dalle coste dell'Egeo ai confini di Damasco, e alla massima prosperità economica, facendo del regno una potenza regionale cosmopolita e politeistica.

Tuttavia la Bibbia descrive la dinastia omride come apostata e immorale: i sacerdoti Giudei che vivevano nel regno del sud, arido povero e isolato, proprio non riuscivano a spiegarsi come i loro cugini del nord potessero avere tanta fortuna pur adorando Baal e altri dèi, considerato che tutti gli eventi della Storia non potevano che essere determinati da Yahweh. Per questo gli autori sono costretti a rocambolesche piroette narrative dove Yahweh interviene ripetutamente a determinare la vittoria o la sconfitta di Israele, ma più spesso la vittoria. Il racconto della Bibbia che andiamo di seguito a riassumere è ovviamente condizionato dalla visione politica e teologica dei sacerdoti di Giuda, ma i tratti principali delle vicende storiche sono corretti.

Questo periodo di prosperità del Regno di Israele durerà, tra alti e bassi, fino ai tempi di Geroboamo II (743 a.C.), quando gli Aramei prima e gli Assiri poi si espanderanno verso occidente occupando progressivamente il regno.

● 1Re 16,23: 885 a.C., Omri nuovo re di Israele per 12 anni, poi gli succede il figlio Acab.

● 1Re 16,29: Acab, il nuovo re degli Israeliti, si dà al culto di Baal (1Re 16,31; forse ha qualcosa a che fare con il Baal-Peor di Gomorra? o con il Baal Berit di Giudici 8,33? Non lo so.). Gezabele, moglie di Acab, fa uccidere i sacerdoti di Yahweh. Il profeta Elia interviene e uccide i sacerdoti di Baal (v. sezione sulle Favolette).

● 1Re 18,21-39: Elia dimostra a re Acab e ai suoi profeti di Baal che Yahweh esiste, mentre Baal no con il prodigio del fuoco che piove dall'alto sulla mucca squartata. Secondo caso di divinazione che ho trovato dopo Giudici 6,36. E notare che neanche il venerato profeta Elia parla direttamente con Yahweh faccia a faccia come faceva Mosè.

● 1Re 19-22: guerra di Aram contro Israele; Samaria assediata; Acab resiste e respinge gli Aramiti fino a Damasco; Israele estende il suo territorio fin dentro i confini di Aram; Acab muore in battaglia. Acazia (= Acazia) figlio di Acab e Gezabele succede al padre.

SECONDO LIBRO DEI RE

In questo libro continuano le avventure dei vari re di Giuda e di Israele. Lo schema è sempre lo stesso:

● 2Re 1: a re Acab di Israele succede Ocozia, figlio di Gezabele. Si ferisce cadendo dal davanzale; per guarire consulta Baal-Zebub dio di Accaron. Elia si oppone e lascia morire Acazia. Elia compie miracoli come la moltiplicazione della farina e dell'olio (1Re 17,7-16; 2Re 4,1-7), guarigioni (1Re 17,17-24), invoca la pioggia (1Re 18). Vedi appendice con la favoletta su Elia il vendicatore.

● 2Re 2,11: Elia consegna i paramenti al discepolo Eliseo, lo saluta, e sale in cielo su di un carro di fuoco trainato da cavalli. Elia ritornerà in futuro sulla Terra per nuove missioni (cfs Malachia e vangeli). E' il secondo rapimento in cielo dopo il patriarca pre-diluviano Enoc; seguirà Gesù. Eliseo produrrà miracoli come quelli di Elia, compreso la moltiplicazione dei pani (2Re 4,42-44) e dell'olio (2Re 4,1-7) nonché varie guarigioni (2Re 5), resuscita i morti (2Re 4,32-35), purifica sorgente di acqua salmastra (2Re 3,19-22).

● 2Re 3,4: Israeliti di Yahweh contro Moabiti di Kamosh guidati dal loro re Mesha (cfr Stele di Mesha, ~840 a.C.). L'episodio ha dei momenti drammatici: il re Mesha si trova accerchiato e in difficoltà e arriva addirittura a sacrificare suo figlio primogenito sull'altare nel tentativo disperato di capovolgere la situazione; ci riesce e alla fine sono gli Israeliti che devono ripiegare. Cfr con analogo episodio di Jefta (Giudici 11,31).

● 2Re 9-10: Eliseo unge re di Israele un tale Jeu perché uccida il re di Israele Gioram e il re di Giuda Acazia (un altro Acazia, non quello già morto in 2Re 1); Gezabele viene anch'essa uccisa scagliandola contro un muro, il suo corpo maciullato dagli zoccoli dei cavalli e poi mangiato dai cani. Jeu condanna a morte tutti gli eredi della famiglia Acab, uccide tutti i sacerdoti di Baal e ne distrugge gli idoli. Yahweh approva compiaciuto (2Re 10,30).

● 2Re 11: Atalia, madre di Acazia, appena saputo della morte del figlio re, uccide tutti gli eredi (cioè i figli delle varie mogli e magari anche i propri) e si proclama regina. Solo il figlio Gioas si salva dalla furia della usurpatrice, viene proclamato re da un sacerdote di Yahweh, e infine Atalia e gli ultimi sacerdoti di Baal vengono uccisi.

● 2Re 12: nonostante la carneficina, gli altari di Baal e degli altri dèi rimangono, e il popolo continua ad adorarli. Gerusalemme assediata da Hazael re di Aram; Gioas riscatta la città con tutto l'oro e gli oggetti preziosi contenuti nel tempio; siccome l'arca era ricoperta d'oro, forse gli ha dato anche quella. Gioas viene ucciso in una congiura di palazzo.

● 2Re 13: le cose vanno anche peggio sù in Israele, che viene conquistata e sottomessa da Hazael.

● 2Re 14: Amasia re di Giuda fa giustiziare i servi che hanno assassinato papà Gioas, vince la guerra contro gli Edomiti e poi attacca il Regno di Israele del re Gioas (omonimo del padre). I Giudei perdono, Gerusalemme viene espugnata, il tempio viene saccheggiato ancora una volta. Amasia dopo la sconfitta vivrà altri 15 anni per poi essere ucciso in una congiura in Gerusalemme.

● 2Re 15: re Azaria di Giuda è lebbroso e governa da una casa isolata; il figlio Jotam cura gli affari correnti in città.

● 2Re 15,17: circa 740 a.C., Israele viene invaso dagli Assiri di re Ful e devono pagare il riscatto per riavere la libertà.

● 2Re 15,27: Israele viene nuovamente saccheggiato dagli Assiri. Intanto a sud, il Regno di Giuda resiste.

● 2Re 16: Achaz re di Giuda tradisce Yahweh e sacrifica nel fuoco anche il figlio. Gerusalemme viene assediata da Israele e da Aram (Damasco). Gerusalemme usa i tesori del tempio per assoldare gli Assiri contro gli assalitori.

Caduta del Regno di Israele

Gli Assiri occupano Canaan. Nel 7o secolo a.C. l'impero assiro raggiunge la massima espansione, conquista l'Egitto, conquista il Regno di Israele e il Regno di Giuda è suo vassallo. Ezechia, re di Giuda e devoto a Yahweh, impone la purezza del culto, tenta una velleitaria ribellione contro gli Assiri, ma il suo regno viene completamente devastato, Gerusalemme è assediata, ed Ezechia deve pagare un pesante riscatto. Manasse, figlio di Ezechia, accetta il vassallaggio agli Assiri e conduce il regno a un periodo di pace e prosperità. Il Tanach introduce il miracoloso intervento di Yahweh che salva il pio Ezechia asserragliato in Gerusalemme per nasconde il fatto storico che la ostinata resistenza del pio Ezechia ha portato il regno alla completa distruzione ([FINKELSTEIN] p. 265).

● 2Re 17: 724 a.C. gli Assiri di nuovo in Israele chiedono un tributo annuale. Re Osea chiede aiuto all'Egitto ma gli Assiri arrestano Osea e deportano gli Israeliti in Babilonia. Le città israelite vengono occupate da nuove genti provenienti da est che praticano vari culti a vari dèi incluso Yahweh; secondo [LEF] questi popoli sono i Samaritani. E' la fine del Regno di Israele.

● 2Re 18: Ezechia, re di Giuda, è fedele a Yahweh e alla Legge e cancella gli ultimi idoli, tanto che né prima né dopo di lui c'è stato mai un re come lui fra tutti i re di Giuda. La stessa lode verrà rivolta a Giosia, ma pazienza. Lo stesso serpente di bronzo costruito da Mosè (Numeri 21,4-9) si era trasformato in idolo di Necustan, quindi Ezechia fa distruggere anche quello. Ezechia si ribella agli occupanti Assiri. Ma gli Assiri ritornano con i rinforzi, devastano il regno e assediano Gerusalemme dove Ezechia rimane asserragliato. Le ricchezze del tempio di nuovo usate per pagare il riscatto. Il profeta Isaia consola il re.

● 2Re 19,17: nei territori conquistati, gli Assiri distruggono gli idoli di legno e di pietra gettandoli nel fuoco. Quelli però, non erano dèi, ma solo opera delle mani d'uomo, legno e pietra; perciò li hanno distrutti. Confrontare questo con il comandamento di non costruire idoli a Yahweh (Esodo 20,4). Forse il divieto di costruire idoli deriva dalla precarietà della condizione degli Israeliti?

● 2Re 19,35: 185mila soldati assiri muoiono per mano dell'angelo di Yahweh. Lo stesso episodio della ritirata degli Assiri viene descritto anche in Isaia 37 in due forme diverse, per cui abbiamo in tutto 3 versioni. Ezechia resiste assediato in Gerusalemme.

● 2Re 20,20: Ezechia fa costruire il tunnel lungo 533 metri che porta l'acqua in Gerusalemme dalla sorgente di Gihon alla vasca di Siloam. L'ordine degli eventi storici è un po' alterato; probabilmente l'opera fu realizzata nel quadro delle fortificazioni costruite per resistere agli Assiri, e aveva lo scopo di portare l'acqua dentro a Gerusalemme attraversando le spesse mura di cinta.

● 2Re 21: Manasse, re di Giuda, figlio di Ezechia, adora diversi dèi (Baal, Ascera) e ad essi sacrifica il figlio primogenito (e anche altri figli secondo 2Cronache 33,6). Suo figlio Amon fa lo stesso ma regna solo 2 anni prima di essere ucciso dal popolo.

Il Regno di Giuda prepara il progetto unitario

L'impero Assiro è assediato a est dai Babilonesi e dai Persiani e comincia a perdere il controllo delle province remote. Per il Regno di Giuda si offre così l'occasione di conquistare Israele e guadagnare l'indipendenza dagli Assiri: è il progetto unitario della grande Israele che dovrà essere realizzato dal più grande dei re di Giuda: Giosia. La venuta di Giosia salvatore della patria è addirittura preconizzata in 1Re 13,1-2 tre secoli prima della sua nascita. Un miracolo inspiegabile, oppure è solo una delle tante "impronte digitali" lasciate dall'autore su tutti i libri che vanno dal Pentateuco ai libri storici, indizi che puntano dritto al 7o secolo a.C. quando furono scritti questi libri ([FINKELSTEIN] p. 180). Poi nei fatti il progetto fallì, Giosia morì in battaglia prematuramente senza aver esteso il regno in modo significativo, e quello che ci rimane di lui è il suo libro dei sogni.

● 2Re 22: Giosia figlio di Amon nasce nel 647 a.C. e diventa re di Giuda ad appena 8 anni nel 639. Prima di lui non era esistito un re che come lui si fosse convertito a Yahweh con tutto il cuore e con tutta l'anima e con tutta la forza, secondo tutta la legge di Mosè; dopo di lui non ne sorse un altro simile (2Re 23,25).

● 2Re 22,3: nel 622 a.C. re Giosia ha appena 25 anni quando il Libro della Legge viene casualmente "ritrovato" durante i lavori di restauro del tempio. Il re si straccia le vesti e si mette subito all'opera per applicare i dettami della Legge. Non sappiamo quale sia esattamente il libro ritrovato, ma riforma da lui attuata verte su questi punti:
- Gerusalemme e il suo tempio diventano unico luogo di decisione politica e religiosa;
- perciò il culto viene centralizzato nel tempio di Gerusalemme;
- condanna come eresia di ogni altro culto;
- distruzione di tutti gli idoli e degli alti luoghi dove si celebravano i riti per vari dèi; una volta private della rappresentazione materiale dgli dèi, le popolazioni rozze delle campagne saranno così forzate a seguire la liturgia celebrata nel tempio di Gerusalemme;
- interventi anche nel territorio del nord intorno a Samaria, principalmente per ristabilire il culto esclusivo di Yahweh e saggiare la reattività degli Assiri;
- trasformazione del regno in una teocrazia moderna e centralizzata;
- fissazione di norme di diritto civile ed equità sociale;
- subordinazione del re alla Legge.
Ciò considerato, secondo gli studiosi ci sono pochi dubbi che il libro "ritrovato" fosse il Deuteronomio, almeno per quanto riguarda la sezione normativa (Deuteronomio 4-28), essendo il resto interventi redazionali post-esilici (cfr [FINKELSTEIN] p. 290; [LIVERANI] 8.4 p. 194).

Per Yahweh citofonare Culda ore pasti no perditempo. E' curioso notare che, dopo il ritrovamento del libro, Giosia manda il sacerdote capo ad interrogare Yahweh per conoscere il suo giudizio sulla vicenda. E come fa il sacerdote capo ad interrogare Yahweh? Semplice: si rivolge alla profetessa e indovina Culda (o Hulma o anche Ulda secondo altre traduzioni) che abita nel secondo quartiere di Gerusalemme (il testo dice proprio così). Notare come adesso Yahweh più che virtuale sia proprio diventato etereo. Naturalmente risulta che Yahweh è perfettamente d'accordo con la riforma del re.

● 2Re 22,4: per ordine di Giosia, gli arredi del culto di Baal vengono portati via dal tempio di Gerusalemme, e i sacerdoti destituiti. Se ne deduce che il tempio ha servito a molteplici dèi. Cosa ne sia stato delle scritture e dell'arca nel frattempo, non si sa. Vengono smantellati tutti altari eretti nella città e fuori città.

● 2Re 23,10: Giosia vieta i sacrifici umani al dio Moloc. Se ne deduce che anche i sacrifici umani erano ripresi. Al bando Astarte (dea dei Sidoni), Camos (o Kamosh, dio dei Moabiti) e Milcom (o Milkom, dio degli Ammoniti); i sacerdoti vengono sacrificati e ne vengono bruciate le ossa. Alle volte quello del sacerdote può diventare un mestiere usurante.

Anche il profeta Geremia lamenta la corruzione morale del suo popolo, che ha innalzato altari verso tanti dèi sui quali compie anche sacrifici umani di fanciulli, cosa che io [Yahweh] non comandai e che mai mi è venuta in mente, mai! (Geremia 7,31; anche Deuteronomio 12,31).

● 2Re 23,31: circa 609 a.C. il faraone Neko si allea con gli Assiri contro gli emergenti Babilonesi e Persiani. Giosia non comprende questa strategia e teme che gli Egiziani lo stiano tradendo in favore del nemico storico; perciò Giosia attacca gli Egiziani presso Megiddo e muore in battaglia. Insieme a re Giosia muore anche il progetto unitario della Grande Israele.

Caduta del Regno di Giuda

● 2Re 24: i Babilonesi prevalgono sugli Assiri e ne ereditano l'impero; nel 598 a.C. arriva il re babilonese Nabucodonosor. Conquista di Gerusalemme, saccheggio e distruzione del tempio. Esilio babilonese: deportazione della classe dirigente di Gerusalemme in Mesopotamia, inclusi i principi e tutti gli uomini di valore in numero di diecimila insieme a tutti gli artigiani e i fabbri ferrai e agli uomini abili alle armi; non vi lasciò che il popolo povero del paese (2Re 24,14-15). Anche 2Cronache 36.
Fine del Regno di Giuda.

PRIMO LIBRO DELLE CRONACHE

Questo libro riassume in forma didascalica tutto il Tanach da Adamo fino a re David. Secondo gli studiosi, l'autore del libro è lo stesso dei seguenti 3 libri, e cioè 2Cronache, Esdra e Neemia. Questo spiega la pedissequa elencazione della genealogia e dei ruoli assegnati ai personaggi del Tanach, evidentemente funzionale alla pulizia etnica che seguirà nel libro di Esdra. Osservo solo che:

● 1Cronache 13,9: l'arca uccide chi le si avvicina. Anche 15,11 e 1Samuele 4.

● 1Cronache 21,1: Satana ordina il censimento. Lo stesso episodio viene descritto in 2Samuele 24,1 ma l'agente provocatore è Dio stesso. Come abbiamo già spiegato nel glossario, la mia Bibbia [LEF] qui sbaglia introducendo il misterioso personaggio di Satana, mentre ad esempio in Salmi 109 la mia [LEF] traduce "satan" con "accusatore" e spiega questa traduzione nella nota. Sarebbe meglio correggere sistematicamente tutto il testo.

SECONDO LIBRO DELLE CRONACHE

Dallo stesso autore di 1Cronache, questo libro copre il periodo da Salomone alla caduta di Gerusalemme. Anche qui pedissequa elencazione dell'albero genealogico delle tribù. Osservo solo che:

● 2Cronache 1,18: Salomone decide di costruire il tempio di Gerusalemme, che sarà completato in 20 anni (2Cronache 8,1). All'interno verrà posta l'Arca che contiene nient'altro che le due tavole della Legge che Mosè vi aveva posto (2Cronache 5,10).

ESDRA (o Ezra)

Dallo stesso autore di 1Cronache e 2Cronache, la cronistoria del "ritorno" dall'esilio. Non a caso, i primi versetti coincidono con gli ultimi del libro precedente.

Ritorno dall'esilio babilonese

● Esdra 1: nel 539 a.C. circa, il re persiano Ciro invita gli Ebrei in esilio a riprendersi la città di Gerusalemme e finanzia la ricostruzione del tempio.

● Esdra 2: in totale 42'360 persone ritornano in Canaan, compresi servi, personale di servizio e animali; anche tutti gli oggetti preziosi che furono bottino di guerra vengono restituiti. Non si fa menzione né dell'Arca, né delle Tavole della Legge. I ritornati ristabiliscono il loro potere sopra ai rimasti e ricostruiscono il tempio che è il centro di questo potere. In questa fase Canaan è solo una provincia persiana.

In realtà tra i ritornati ci sono solo gli appartenenti alle tribù di Giuda e di Beniamino, le uniche tribù riconoscibili delle famose 12 tribù mitologiche; essi andranno a stabilirsi nel territorio di Giuda intorno a Gerusalemme; in realtà sarà solo questa la parte del territorio di Canaan che essi andranno a governare ([LIVERANI] 321, 322, 358).

● Esdra 7: nel 458 a.C. circa, Esdra, sacerdote esperto della Legge Mosaica, riceve incarico da re Artaserse I di trasferirsi da Babilonia a Gerusalemme per istruire Israele nelle leggi e negli statuti di dio. In pratica Esdra ha potere assoluto sugli altri sacerdoti di Gerusalemme che erano ritornati lì un secolo prima.

● Esdra 9-10: dopo tanti sconvolgimenti etnici, è giunto il momento di ripristinare la purezza della razza ebrea: vietati i matrimoni misti, le donne straniere e i loro figli vanno respinti; ogni uomo dovrà provare la sua discendenza in base a quanto scritto nei libri 1Cronache e 2Cronache, che sono stati scritti apposta. Ancora su Esdra, v. Neemia 8. Questa è la fase in cui probabilmente il Tanach è stato oggetto di ulteriore profonda revisione.

NEEMIA

Insieme a 1Cronache, 2Cronache e Esdra, questo libro chiude la saga del "ritorno".

446 a.C. Artaserse nomina Neemia, allora coppiere alla corte del re, come governatore in Gerusalemme. Quindi Neemia è un funzionario cresciuto e formato in Babilonia, nominato dall'imperatore persiano per governare sulla capitale della provincia persiana di Canaan. E' Neemia che porterà finalmente Yahweh a trionfare su tutti gli dèi cananei e a fare del tempio di Gerusalemme il centro unico del culto di Yahweh. Non a caso la sezione storica del Tanach si ferma a questo libro.

● Neemia 5: condanna l'usura, già vietata dalla Legge (Levitico 25,37), ma diventata pratica comune e piaga sociale in Gerusalemme.

● Neemia 8: il sacerdote capo Esdra dà lettura pubblica della Legge, traducendola e spiegandone il senso. Se ne deduce che avevano compiuto un'altra operazione editoriale sul Tanach. E' qui che Yahweh è diventato il dio unico; o almeno ci hanno provato. Purtroppo il Tanach post-esilico non ci è giunto, ma possiamo immaginare che fosse qualcosa di molto simile alla masoretica.

TOBIA

Non fa parte del canone ebraico. Di questo testo ci è rimasta solo la traduzione in greco e pochi frammenti in ebraico e aramaico che sono stati rinvenuti nelle grotte di Qumran. Sono le vicende famigliari degli Israeliti deportati dagli Assiri. A tratti sembra di leggere il vangelo, perché i concetti sono analoghi. Di particolare interesse è l'uso della parola fratelli per indicare gli Israeliti e loro soltanto; compiacimento, invece, per Ninive che viene distrutta e i suoi abitanti fatti schiavi dai Persiani (14,15). Non mi è chiaro perché questo libro viene posto nella sezione storica invece che tra i profeti. Non mi è chiaro se il Signore è di fatto Yahweh perché manca la versione ebraica; viene citato anche l'Altissimo che probabilmente era Elyon nell'originale.

Riassunto. Tobith è un israelita ma è rimasto fedele al Signore. Gli Assiri del re Salmanassar occupano il Regno di Israele (circa 720 a.C.) e Tobith viene deportato in Ninive. Qui Tobith serve il re assiro con un certo profitto. Diventato vecchio, perde la vista perché i passerotti gli cagano negli occhi mentre dorme (2,10). Raccomanda al figlio Tobia di non sposare straniere (4,12), amare e aiutare i fratelli Israeliti (4,13), non fare agli altri ciò che fa soffrire te stesso (4,15), nutri l'affamato e vesti l'ignudo e fai l'elemosina (4,16), benedici il Signore (4,19) e recupera i 10 talenti che ho lasciato in deposito a Gabael (4,20). Tobia viene inviato a recuperare i soldi ed è accompagnato dall'angelo Rafael. Durante il lungo viaggio, l'angelo esorcizza Sarra dal demone geloso che la possiede, sicché Tobia può sposare Sarra senza venire ucciso dal demone geloso; il papà di Sarra fa una ricca donazione a Tobia che si è finalmente portato via la figlia indemoniata. Tobia, Sarra e Rafael ritornano a casa e l'angelo guarisce Tobith dalla cecità. Esorcismo e guarigione sono prodotti dall'angelo ricorrendo a soluzioni medicamentose all'uopo preparate con interiora di pesce (6,8-9). Papà Tobith profetizza che anche Gerusalemme verrà occupata dagli Assiri e che il tempio verrà distrutto (14,4), poi muore sereno. Tobia fa in tempo a compiacersi nel vedere il regno degli Assiri cadere sotto i Medi (circa 607 a.C.).

Morale. La fede nel Signore porta benedizione (10,10): soldi, bestiame, servi, vesti, vasi, anche durante i tempi tristi della deportazione; tutti gli altri, prima o poi, cadranno in disgrazia.

GIUDITTA

Il libro di Giuditta non fa parte del canone ebraico, ma proviene dalla Septuaginta.

A questo personaggio viene dedicato uno dei libri storici. Contesto: siamo nel 586 a.C. e il re assiro-babilonese Nabucodonosor si prepara ad invadere il medio oriente. Il suo generale Oloferne assedia la città israelita di Betulia da 34 giorni, e gli abitanti della città sono ormai stremati.

Ma Giuditta mette in atto un piano temerario: entra nell'accampamento dei babilonesi, seduce Oloferne e, mentre sono appartati nella sua tenda di notte, lo stordisce e gli taglia la testa. Quindi avvolge la testa in un panno e sgattaiola via nella notte per rientrare a Betulia.

Incoraggiati dalla temerarietà della donna, gli Israeliti mettono in atto l'ultima parte del suo piano: pur essendo in inferiorità numerica, sferrano un attacco a sorpresa contro i babilonesi. I babilonesi, convinti di una facile vittoria, corrono nella tenda di Oloferne, trovano il suo corpo mutilato, e rimangono talmente impressionati che scappano terrorizzati. Il primo incontro Giudei-Babilonesi si conclude uno a zero. Ma è solo la prima battaglia.

ESTER

Eroina alla quale gli Ebrei hanno dedicato la festa del Purim, ovvero del riscatto dalla persecuzione. In poche parole: Serse cerca moglie, e finisce per sposare Ester senza sapere che è giudea. Quindi Ester è regina dei persiani. Aman, funzionario di Serse, emana un editto di persecuzione dei Giudei. Ma Ester si spende presso il re Serse, Aman viene giustiziato e i Giudei sono autorizzati a vendicarsi dei loro persecutori.

PRIMO LIBRO DEI MACCABEI

Questo libro non fa parte del canone ebraico. Arrivano Alessandro Magno, i Greci e poi i Romani. Il personaggio principale è Giuda detto il Maccabeo, che guida la resistenza agli invasori; gli succederanno i fratelli Gionata e poi Simone Maccabeo, poi Giovanni figlio di Simone che avviano una dinastia di re e sacerdoti.

● 1Maccabei 1: arriva Alessandro Magno. Poi Alessandro muore (323 a.C.) ma i Greci rimangono.

● 1Maccabei 1,57: i Greci colonizzano l'Anatolia e il Medio Oriente; ellenizzazione forzata; pena di morte a chi osserva la Legge Mosaica o possiede i libri della legge; distruzione dei libri della Legge.

● 1Maccabei 2,48: i gentili sono i Greci. Occhio perché questa parola verrà usata nei vangeli.

● 1Maccabei 3,1: Giuda detto il Maccabeo guida la resistenza ai Greci.

● 1Maccabei 8: i Giudei invitano i Romani ad aiutarli contro i Greci: Diteci che cosa vi serve, rispondono i Romani. I Romani si prendono la Palestina facendo lo stesso giochino che facevano in Grecia.

SECONDO LIBRO DEI MACCABEI

Questo libro non fa parte del canone ebraico. Materiale vario relativo al processo di ellenizzazione e sulla resistenza, circa 170 a.C. Ripete anche le vicende di Giuda Maccabeo.

● 2Maccabei 2: si racconta come al tempo della deportazione in Babilonia, il profeta Geremia avrebbe nascosto l'arca in una grotta e ostruito l'entrata; lo stesso Geremia consegnò i testi sacri ai deportati perché non dimenticassero le scritture. Il libro di Geremia (v.) non dice nulla in proposito.

● 2Maccabei 6,4: i gentili sono i pagani ellenizzati. Di nuovo occhio, perché questa parola verrà usata nei vangeli.

● 2Maccabei 11,34: lettera dei Romani ai Giudei; i Romani già ad Antiochia e arrivano da nord.

Conclusione: i Maccabei, asserragliati in Gerusalemme, resistono ai governatori Greci. Qui finiscono i libri storici. Per le altre vicende storiche, in particolare le tre guerre giudaiche, v. sezione storica sul NT.

Sapienziali

GIOBBE

Giobbe, fedele servitore di Yahweh, subisce una serie di devastanti disgrazie, ma mai perde la fede nel suo dio, e il dio riconoscente alla fine lo benedice (con beni materiali). Chi esattamente lo sottopone a tali vessazioni, e perché lo fa, è invece il mistero che andiamo a indagare di seguito.

Infatti il racconto è incomprensibile nella forma in cui viene presentato dalle traduzioni che derivano dalla Septuaginta per via della confusione dei personaggi indicati come Dio, Satana, Signore e Onnipotente. Letto nella forma ebraica diventa invece chiarissimo, basta fare le sostituzioni seguenti:

[VAT][MASORETICA]
Dio, Iddioelohim, cioè uno o più dèi
SignoreYahweh, il dio a cui Giobbe è incrollabilmente fedele.
OnnipotenteShaddai, sinonimo di Yahweh; nella ebraica e in [LEF] compare in 24,1 e 27,2 e 27,10 e 33,4 e 35,13 e ...
satanain ebraico è satan (vedi il glossario per la definizione); nel caso specifico di questa storia è uno degli elohim che sfida Yahweh a provare la fedeltà di Giobbe.

Quindi ad esempio il versetto 1,6 da [VAT] è incomprensibile:

Un giorno, i figli di Dio andarono a presentarsi davanti al Signore e anche satana andò in mezzo a loro.

Chi sono i "figli di Dio"? Chi è satana? Perché Dio l'onnipotente non è ancora riuscito a liberarsi da questo personaggio maligno? Perché satana chiede il permesso a Dio per fare del male e Dio glielo concede? In questo modo il testo diventa incomprensibile e solleva più dubbi di quanti ne risolva, fallendo lo scopo del libro sapienziale. La versione [MASORETICA] ebraica è invece molto semplice e lineare:

Un giorno i figli degli elohim andarono da Yahweh e fra loro c'era il provocatore.

dove naturalmente l'espressione "figli degli elohim" è la perifrasi usata nell'antico ebraico per indicare gli elohim, così come "figli di Israele" sta per Israeliti, "figli di Edom" sta per Edomiti, "figli dell'uomo" sta per uomini, e così via.

Quindi, la trama del racconto originario era la seguente: in un conciliabolo tra elohim (1,6; 2,1), Yahweh viene sfidato da uno dei suoi pari (cioè il satan nella lingua ebraica) a provare la fedeltà del suo adoratore Giobbe. Yahweh accetta la sfida ma pone come condizione che lo sfidante non uccida Giobbe (2,6) perché egli è uomo giusto. Allora lo sfidante sottopone Giobbe ad ogni tipo di sevizia e privazione, fino a uccidere i suoi figli e a distruggere nel fuoco il suo bestiame. Ma Giobbe rimane fedele a Yahweh e Yahweh, vinta la sfida, lo benedice riconsegnandogli il doppio del bestiame, il doppio dei figli (altri, perché quelli di prima sono morti), e lunga e felice vita (42,10-17).

La rielaborazione metafisica della stessa storia ha reso indecifrabile la volontà di Dio mischiandola in un minestrone di angeli e demoni. Giobbe si sottomette umilmente a questa volontà inconoscibile (ovvero, incomprensibile) e conserva sempre la sua incrollabile fede, senza protestare mai, convinto di essere nel giusto, e alla fine riceve una ricompensa materiale. Notare però che siamo nell'era giudaica pre-cristiana della Septuaginta, e il concetto di anima immortale e ricompense nell'aldilà dovevano ancora affermarsi ai tempi di questa rielaborazione.

La trasformazione del piccolo dio Yahweh nel grande dio unico onnipotente ha quindi creato il rebus metafisico che viene proposto per spiegare questa favoletta, costringendo poi ad introdurre la popolare figura del diabolico Satana tentatore in piena contraddizione con la stessa concezione monoteistica del dio onnipotente; nel tentativo di aggiustare questa contraddizione bisognerà poi imporre che anche Satana, in qualche modo, agisce per volere e secondo i piani imperscrutabili di dio, e quindi anche il Male rientra nei progetti del dio del Bene (cfr vangelo Giovanni 9 dove Gesù spiega al cieco la sua condizione).

In conclusione, lo stesso racconto ha funzionato per affermare due morali diverse:

Morale originaria: siate sempre fedeli e fiduciosi in Yahweh anche nei momenti più difficili, anche quando sembra che Yahweh vi abbia abbandonato; alla fine la giustizia trionfa sempre e sarete ricompensati con beni materiali.

Morale rielaborata: le motivazioni di Dio sono imperscrutabili e inconoscibili all'uomo; la fede incrollabile salva sempre; gioia e dolore così come ricchezza e miseria non sono metro per giudicare l'uomo, perciò accettate la vostra condizione con serenità e fiducia; alla fine la giustizia trionfa e la ricompensa sono beni materiali.

SALMI

Raccolta di inni e canti patriottici che il popolo guerriero di Israele rivolge al suo dio. Qualche volta sono stati trasformati in canti religiosi e in preghiere, ma dimenticando il loro significato originario, anche a causa delle solite traduzioni manipolate. Ne vediamo alcuni che vengono spesso citati nella liturgia cristiana e che sono citati anche nei vangeli.

● Salmi 82: il famoso salmo dove uno degli elohim (imprecisato) accusa i suoi colleghi riuniti in assemblea di aver male amministrato la giustizia sugli uomini, e inoltre ricorda loro che pur essendo figli di Elyon essi sono pur sempre mortali. E' la parte più manipolata dai monoteisti come lo sono tutte le parti dove compaiono le parole elohim ed Elyon insieme. In questo caso i monoteisti ci hanno visto una assemblea indetta da Dio con sé stesso dove accusa indefiniti "giudici" umani di iniquità e ricorda loro che, in quanto umani, dovranno morire.

● Salmi 110: è l'inno di David re di Israele. Il versetto 1 è importante perché viene citato nei vangeli Matteo 22,44 e Marco 12,36:

[VAT] Oracolo del Signore al mio Signore: "Siedi alla mia destra, finché io ponga i tuoi nemici a sgabello dei tuoi piedi".

E' incomprensibile per via della traduzione pasticciata, ma basta andare all'originale ebraico per scoprire che Oracolo del Signore (il preteso messia nella versione cristiana) è in realtà Yehovah adon nella versione ebraica; mio Signore è il re David a cui il popolo dedica l'inno. Quindi, il significato originale è: Yahweh invita il re di Israele a sedersi alla sua destra per schiacciare insieme i nemici di Israele. La formulazione criptica è ancora più oscura nella versione riportata nei vangeli per via del reato di sedizione incombente.

● Salmi 136: perché Dio è amore ripetuto 26 volte. Molto citato, ma chi lo cita si ferma al versetto 7. Dal versetto 8 in poi viene la parte cruenta che non viene mai citata, dove si ricordano gli innocenti primogeniti d'Egitto uccisi da Yahweh, e i re nemici e i popoli nemici massacrati per rubarne le terre e darle agli Israeliti. Ecco perché gli Israeliti amano tanto il loro dio.

● Salmi 137: invettiva contro i babilonesi che li hanno conquistati: Beato chi prenderà i tuoi bambini e li sbatterà contro i macigni! Cfr le colpe dei padri non ricadano sui figli (Deuteronomio 24,16; Ezechiele 18,14).

PROVERBI

E' una raccolta di massime, per lo più attribuite a Salomone, sintesi della saggezza e del sano buon senso del sesto secolo a.C. Ecco una selezione delle massime più significative, scelte non tanto perché condivisibili, ma per il dibattito che possono suscitare:

- Proverbi 10,15: I beni del ricco sono la sua roccaforte, la rovina dei poveri è la loro miseria.
- Proverbi 12,23: L'uomo accorto cela il suo sapere; il cuore degli stolti proclama la sua stoltezza.
- Proverbi 14,19: I malvagi si inchinano davanti ai buoni; gli empi si inchinano davanti alle porte del giusto.
- Proverbi 15,3: In ogni luogo gli occhi del Signore scrutano i malvagi e i buoni.
- Proverbi 15,22: Falliscono le decisioni prese senza discussione, riescono quelle prese da molti consiglieri.
- Proverbi 16,10: Sono un oracolo le labbra del re, in giudizio la sua bocca non sbaglia (ricordiamo che questi proverbi sono attribuiti a re Salomone).
- Proverbi 16,18: Prima della rovina viene l'orgoglio, e prima della caduta la presunzione.
- Proverbi 16,26: L'appetito del lavoratore lavora per lui, perché la sua bocca lo stimola. La mia Bibbia così spiega: le necessità materiali spingono l'uomo al lavoro. Naturalmente possono esistere anche altre motivazioni.
- Proverbi 17,2: Il servo intelligente s'imporrà a un figlio che fa disonore e avrà parte all'eredità con i fratelli.
- Proverbi 17,12: Meglio incontrare un'orsa orbata [privata] dei figli che uno stolto in preda alla follia.
- Proverbi 17,17: Un amico vuol bene in ogni tempo, è un fratello fatto per la sventura.
- Proverbi 17,28: Anche lo stolto, se tace, passa per saggio e, se tien chiuse le labbra, per intelligente.
- Proverbi 18,13: Chi risponde prima di avere ascoltato mostra la sua stoltezza a propria confusione.
- Proverbi 19,2: Lo zelo senza riflessione non è affatto buono; chi va a passi frettolosi inciampa.
- Proverbi 19,3: La stoltezza intralcia il cammino dell'uomo, e poi il suo cuore si irrita contro il Signore.
- Proverbi 19,4: Le ricchezze moltiplicano gli amici; il povero è abbandonato anche dall'amico che ha.
- Proverbi 19,17: Chi fa la carità al povero fa un prestito al Signore, che gli retribuirà la buona azione.
- Proverbi 19,18: Correggi il tuo figlio finché c'è speranza, ma non accanirti fino a farlo morire.
- Proverbi 19,19: Il violento deve essere punito, e se lo risparmi tu lo aiuti a diventare peggiore.
- Proverbi 20,22: Non dire: «Io mi vendicherò del male!» Confida nel Signore ed Egli ti libererà. I Giudei credevano che Gesù fosse la reincarnazione di Mosè e di Elia; invece era la reincarnazione di re Salomone.
- Proverbi 21,9: E' meglio starsene solo su un angolo del tetto che abitare insieme a una moglie litigiosa.
- Proverbi 21,13: Chi chiude il suo orecchio al grido del povero invocherà a sua volta senza ottenere risposta.
- Proverbi 22,7: Il ricco prevale sul povero, e chi prende in prestito è schiavo del suo creditore.
- Proverbi 25,17: Va di rado in casa del tuo vicino, altrimenti si secca e ti prende a noia.
- Proverbi 25,21: Se il tuo nemico ha fame dagli da mangiare, se ha sete dagli da bere. Mi convinco sempre più che Gesù è la reincarnazione di Salomone.
- Proverbi 26,4: Non rispondere allo stolto secondo la sua stoltezza per non divenire anche tu simile a lui.
- Proverbi 29,19: Lo schiavo non si corregge con le parole, comprende forse, ma non obbedisce.
- Proverbi 29,21: Chi accarezza il suo servo fin dall'infanzia, alla fine ne farà un insolente.
- Proverbi 31,10-31: le qualità della donna ideale. In sintesi: è l'angelo del focolare.

ECCLESIASTE

In questo libro Queleth, personaggio non identificabile con precisione e forse un saggio del tempio, ci presenta la sua visione materialista e disincantata del mondo.

● Ecclesiaste 3,16-22: Queleth ha capito tutto del senso della vita:

E un'altra cosa ho visto sotto il Sole: in luogo del diritto, il crimine, e in luogo della giustizia, il sopruso. E ho detto dentro di me: Dio giudicherà il giusto e l'empio, perché c'è un tempo per ogni azione e per tutto ciò che viene fatto quaggiù. Poi mi son detto: La condotta degli uomini è tale in quanto Dio vuol mostrarli quali sono e far vedere che essi non sono altro che bestie. Infatti la sorte degli uomini e quella delle bestie è la stessa; come muoiono quelli, muoiono queste; la superiorità dell'uomo sulla bestia è zero, perché tutt'e due sono vanità, [...], tutt'e due sono usciti dalla polvere e tutt'e due ritornano nella polvere. [...] Non c'è altra felicità per l'uomo che godere delle opere sue.

● Ecclesiaste 7,15: e non aspettatevi la giustizia divina: Tutto ho veduto nei giorni della mia vanità: perire il giusto nella sua giustizia, vivere a lungo l'empio nella sua iniquità.

Quindi niente paradiso, niente inferno, niente vita eterna, niente ricompense nell'aldilà, niente anima; le uniche cose che contano stanno in questo mondo. Confrontare con l'Apocalisse di Isaia in Isaia 24-26 che va nella direzione opposta della salvezza dell'anima. E' il travagliato percorso del Giudaismo a cavallo dei secoli 5o e 3o a.C. che, senza saperlo, sta gettando le basi per quello che un giorno diventerà il Cristianesimo.

CANTICO DEI CANTICI

Poesia erotica che non capisco come sia finita nella Bibbia. Curiosi riferimenti alle pratiche del corteggiamento e alle fantasie erotiche del tempo antico.

SAPIENZA

Questo libro non fa parte del canone ebraico, ma è incluso nel canone ortodosso e cattolico. E' scritto in greco, ma è possibile che fosse originariamente in ebraico. Pare sia stato scritto da diversi autori nel primo secolo a.C. e pertanto è l'ultimo libro scritto tra quelli inclusi nell'AT Per una panoramica sul contenuto, vedi https://it.wikipedia.org/wiki/Libro_della_Sapienza.

ECCLESIASTICO (o Siracide)

Non fa parte del canone ebraico ma solo del canone cristiano; strano, perché i valori presentati sono proprio quelli degli Israeliti, e non quelli universalistici cristiani.
Si chiama ecclesiastico perché nei primi tempi del cristianesimo veniva spesso letto di fronte ai fedeli, cioè l'ecclesia nella terminologia di Paolo.
E' l'unico libro della Bibbia di cui conosciamo l'autore: Yehoshua ben Sira (tradotto come "Giosuè figlio di Sira", da qui il nome del libro "Siracide"), era un giudeo di Gerusalemme; avrebbe tradotto il libro circa nel 196 a.C.-175 a.C. dall'originale ebraico (andato perduto) al greco. Nel Prologo (che è presente nella [LEF] e [PAOLINE] ma non nelle bibbie recenti) l'autore spiega che ha tradotto dall'ebraico in greco per facilitare la lettura e la comprensione da parte degli Ebrei ellenizzati che pur in terra straniera, sono desiderosi d'istruirsi e disposti a conformare la loro vita alla Legge. I valori espressi sono infatti quelli del popolo di Israele, ma con temi che richiamano i vangeli e la dottrina cristiana.
Usa le parole dio, signore e altissimo; nella versione ebraica probabilmente erano elohim, Yahweh e Elyon rispettivamente.
Sono circa 1300 massime ma con moltissime ripetizioni dello stesso concetto in varie salse; provo a sintetizzare per temi:

Metafisica

- Tutte le cose del mondo e i fenomeni naturali sono opera di dio (42,15 fino 43,34).
- Dio ha dato agli uomini la scienza perché si gloriassero delle sue meraviglie (38,6).
- Tutte le opere del Signore hanno un perché; lo scopriremo a tempo debito (39,16-21).
- La sapienza è insita nel Signore (1,1).
- Avere timore del Signore è fonte di felicità e tiene lontano dal peccato (1,11).
- Sii fedele al Signore, altrimenti verrà il giorno del castigo (5,10).
- Fortune e sfortune vengono dal Signore (11,14), da lui viene la benedizione (7,22).
- Il Signore non induce il male e non induce a peccare mai (15,12).

Regole di vita

- Sii mite, umile, paziente (concetti variamente ripetuti).
- Sii caritatevole, fai l'elemosina, aiuta l'oppresso (4,1).
- Non essere avaro (5,1), non essere orgoglioso né superbo (10,7).
- Ascolta gli altri e pensa prima di parlare (5,15).
- Un amico vale un tesoro (6,5).
- Non fare il male, sii giusto (7,1). Non essere violento con il fratello, il compagno, l'amico (7,12).
- Fai il bene senza aspettarti ricompensa dal Signore (7,9).
- Non accogliere estranei in casa (11,34).
- Il ricco prevarica e grida indignato, il povero viene sfruttato e deve chiedere anche perdono (13,3).
- Ama tuo figlio, sferzalo con regolarità (30,1).
- Mangiato troppo? stomaco pesante? Fai una passeggiata e vomita, starai meglio (31,21; 37,30).
- Sei malato? Allora prega il Signore e ti guarirà (38,9); però chiama anche il medico: servirà anche lui (38,12).
- Beni essenziali: acqua, fuoco, ferro, sale, fior di farina, latte, miele, succo d'uva, olio e vestito (39,26).
- Fai lavorare il servo, usa tormenti e flagelli se necessario (33,27); ma non esagerare, perché se ti scappa come potrai ritrovarlo? (33,31).

Politica

- Rispetta i sacerdoti (7,31) i ricchi e i potenti (8,1).
- Valori e riferimenti: Gerusalemme, Legge, Sion, Tabernacolo, Giacobbe (24,1-34; 35,1-10).
- Il Signore non ha pietà per i popoli maledetti (16,9).
- Signore! abbatti i popoli stranieri (36,2), dai forza a Israele per riconquistare la terra promessa (36,10).
- Gloria a tutti i patriarchi e ai profeti di Israele, ma vergogna su Salomone per le sue eresie (44,1 fino 50,29).

Profeti

Sono i sacerdoti che ricevono un messaggio telepatico da Yahweh; talvolta il messaggio è intermediato da un malach (= angelo). In generale, il profeta annuncia sventure mandate da Yahweh come castigo per l'infedeltà del suo popolo, che adora altri dèi e non osserva la Legge. Isaia 43,26 dice che solo Yahweh conosce il futuro, perché è lui a determinarlo; quindi solo i profeti di Yahweh sono autorevoli.

Il profeta è anche portavoce delle aspettative popolari ([LIVERANI] p.379), indica la via della redenzione, ma spesso viene perseguitato dalla oligarchia al potere. Ne consegue che il profeta dissidente deve trovare il consenso tra il popolo, di solito povero e sfruttato. Da qui seguono i temi sulla giustizia sociale e sulla innocenza del popolo di fronte alle ambizioni di potere della oligarchia (v. Geremia, Isaia, Sofonia, ...). I vangeli riprendono il tema del profeta dissidente che perora la causa degli "ultimi" contro i "primi".

Come al solito, non sappiamo chi realmente ha scritto questi libri, né quando li ha scritti. Ovviamente si tratta di testimonianze post-evento attribuite a personalità autorevoli del passato. E' anche evidente che ogni libro è stato revisionato varie volte e con l'aggiunta di brani che si riferiscono ad eventi variamente collocabili nella Storia.

Cronologia dei profeti, tratta da [LIVERANI] 11.5 p. 246. Le date, approssimate, indicano il periodo di attività, senza tener conto delle successive revisioni.

Nello schema cronologico dei profeti qui sopra, Elia e il suo discepolo Eliseo sono i profeti del Regno di Israele citati nei libri dei re. Dallo schema mancano: Lamentazioni (non attribuibile a un autore specifico, comunque risalente al periodo esilico di Giuda), Baruc (sempre al seguito di Geremia), Daniele (favola probabilmente risalente al 2o secolo a.C.), Giona (favola attribuita al profeta di re Geroboamo II citato in 2Re 14,25).

Non è un caso che l'attività dei profeti di Giuda si intensifica intorno al 7o secolo a.C., cioè il periodo del progetto unitario di Giosia compreso tra il crollo del Regno di Israele e poi il crollo del Regno di Giuda. Per cui leggendo i loro testi nell'ordine cronologico si dovrebbe meglio comprendere quali fossero gli eventi storici in cui erano coinvolti, di quali conoscenze storiche effettivamente disponevano e di quali no.

Qui esamineremo i libri nell'ordine canonico, che però non è quello più adatto alla comprensione.

ISAIA

Secondo gli studiosi questo libro è l'opera di almeno tre autori diversi che hanno scritto nell'arco di almeno 350 anni (cfr [LIVERANI] p. 246) a cominciare dai tempi di re Ezechia del Regno di Giuda fino al periodo post-esilico. I tre autori vengono perciò denominati ProtoIsaia (capitoli 1-35), DeuteroIsaia (40-55) e TritoIsaia (56-66) come riporta [LEF] nella nota a 56,1. Esposizione confusissima, salta da un periodo all'altro, in avanti e all'indietro. Alcuni temi sono comuni a tutti gli altri profeti: le disgrazie di Gerusalemme sono la punizione di Yahweh per il tradimento del suo popolo e il culto degli idoli. Si profetizza però anche il riscatto finale di Gerusalemme, che prevarrà su tutti gli altri popoli, dall'Egitto all'Assiria (cosa che non avverrà mai).

Nella mia [LEF] compaiono qui e là il nome Jahweh (proprio con la J): 1,24; 3,1; 4,17; 10,23-24; 10,33; ... e poi anche Shaddai in 13,6 (che diventa Onnipotente in [VAT]), Dio in 14,13 (che è Elyon in [MASORETICA]).

Contro gli idoli:
- 2,8: ...sono creati dall'uomo e gli uomini si prostrano davanti a opere che hanno fabbricato usando le loro stesse dita.
- 37,19: ...sono fatti di legno e pietra, facili da distruggere.
- 40,18-20: ...sono fatti con legno duro che non si tarla, altrimenti il dio che non si muove soccombe alle tarme.
- 41,7: ...e lo si fissa bene con chiodi perché non si muova.
- 41,21-29: Yahweh contro gli idoli.
- 44,9-: ancora satira arguta contro gli idoli; e c'è chi prende un pezzo di legno e con metà ci cuoce il pane, mentre con l'altra metà ci scolpisce un idolo e poi si prostra davanti a un pezzo di legno.

ProtoIsaia che parla:
- 3,12: i governanti sono bambini e le donne comandano; condanna edonismo delle donne.
- 5: condanna superbi, i falsi e i corrotti.
- 5,14: si citano gli inferi (sheol in ebraico).
- 7: Gerusalemme del re Achaz è assediata dal re Razim di Aram (capitale Damasco) e dal re Romelia di Israele (questo re non risulta dagli altri libri storici).
- 7,14: Isaia profetizza la nascita del principino Emmanuele figlio di Achaz. Il successore sarà invece il figlio Ezechia, ma pazienza. Questo è il famoso versetto che si riteneva profetizzasse la nascita di Gesù:

Ecco la (fanciulla[LEF] | vergine[VAT]) concepisce e dà alla luce un figlio e tu lo chiamerai Emmanuele.

Il fraintendimento risale addirittura al vangelo di Matteo 1,23 secondo il quale questo versetto è la profezia della nascita di Gesù dalla vergine Maria. In realtà il nesso è assente, basta leggerlo attentamente nel contesto per capire che parla del principe figlio di Achaz. La vergine è almah in ebraico (fanciulla). L'errata traduzione dall'ebraico che finì nella Septuaginta era già nota a Giustino Martire (circa 150 d.C.) come riportato da [TOMMASI] p.295 e anche p.163.
La mia [LEF] edizione 1960 si distingue ancora una volta usando il termine corretto ("fanciulla") e non si sbilancia nelle note, presentando come spiegazione sia quella che abbiamo dato qui (per prima) e poi quella "canonica" della profezia della nascita di Gesù (dopo). La conferenza episcopale tedesca ha già corretto la sua Bibbia in questo modo. Quand'è che [VAT] ammetterà che Matteo 1,23 sbaglia?

Qui Isaia è ancora relativamente sobrio, perché più avanti le cose peggiorano.
- 8,3: Isaia è sposato con una profetessa. Cerca "profetesse" per altre profetesse.
- 10,24: arrivano Assiri ed Egiziani contro Giuda. Fantasmagorico riscatto finale di Giuda che conquisterà tutti i suoi avversari da Est a Ovest, dall'Egitto all'Assira! Nulla del genere avverrà.
- 11,1: sarà un re discendente di Jesse|Isai|Iesse (dipende dalla versione) padre di David (cfr Rut 4,17; 1Samuele 16,1) il nuovo messia conquistatore dei popoli. Non avverrà.
- 13: Persiani battono Babilonesi come punizione di Yahweh. Questo e il prossimo capitolo 14 sono ovviamente aggiunte del periodo post-esilico che vanno attribuite al DeuteroIsaia.
- 14,12: si dileggia il re di Babilonia caduto sotto i Persiani, e lo si paragona per presunzione alla stella del mattino ([MASORETICA]) forse intendendo Venere come ultima stella del mattino e prima stella della sera, comunque stella "arrogante" come dal versetto 14,13; ovvero lucente figlio d'Aurora ([LEF]); probabilmente venne tradotto in che fa luce e infine incomprensibilmente diventato Lucifero in [VAT].
- 24-26: qui la cosiddetta Apocalisse di Isaia dove Yahweh (25,8) fa risorgere le anime dei giusti (26,19) e condanna le città e i popoli nemici di Giuda (26,14). Siamo in piena metafisica della salvezza delle anime nel mondo dell'aldilà, in contrasto con la posizione materialistica dell'Ecclesiaste.
- 27,1: i mostri mitologici Laviatan e Drago simboleggiano Assiri ed Egitto, non sò in quale ordine, e non si capisce bene per dire che cosa.

Smaltita la sbornia, Isaia ridiventa storico in una serie di capitoli che non è stata attribuita a nessun particolare Isaia:
- 36: re Ezechia di Giuda deve affrontare gli Assiri (721 a.C.). Ezechia chiede consiglio a Isaia (v. seguito).
- 37,19-20: Yahweh è il vero dio, gli altri sono idoli. Questa è una concezione post-esilica; qui stiamo leggendo Isaia2 o Isaia3.
- 37,8: Isaia profetizza che gli Assiri si ritireranno, e ciò puntualmente si realizza: infatti essi vengono attaccati a Est dal re Libna (presumibilmente Persiano).
- 37,35: Isaia profetizza che gli Assiri si ritireranno, e ciò puntualmente si realizza: infatti un Angelo del Signore interviene e uccide 135000 soldati Assisi. Questa è la versione 2 dello stesso episodio, dice nelle note la mia [LEF].
- 38: re Ezechia si ammala per via di una ferita infetta; chiede aiuto a Isaia che intercede con Yahweh; Yahweh riconosce la bontà di Ezechia e gli accorda altri 15 anni di vita, prescrive un medicamento con schiacciata di fichi, e lo libera dagli Assiri; come segno tangibile di questo riconoscimento, Yahweh farà indietreggiare il Sole di 10 gradi.
- 39: il re di Babilonia (lo chiama proprio così), saputo della guarigione di Ezechia, manda in Gerusalemme una delegazione. Ezechiele mostra alla delegazione tutte le ricchezze custodite nel tempio e nel palazzo reale. Isaia mette in guardia Ezechiele: le ricchezze che hai così fiduciosamente rivelato agli Assiri, un giorno verranno da loro depredate.

DeuteroIsaia che parla:
- 40,5: Una volta che la pace tra popolo e dio sarà fatta, allora si manifesterà la gloria del Signore (aka kavod di Yehovah nella [MASORETICA]) e tutti gli uomini riuniti la vedranno. Il mistero se il Kavod sia un oggetto fisico (un U.F.O.) o un concetto metafisico (la gloria?) continua.
- 40,10-11: Jahweh guida il suo popolo come il pastore guida il suo gregge; Yahweh pascola il suo gregge e lo ricompensa per l'operato.
- 40,27-28: Yahweh è instancabile, tutto vede, e la sua intelligenza è insondabile. Anche 55,8.
- 42,1-9: Yahweh elenca le caratteristiche del suo servo perfetto. Qualcuno ci ha visto la descrizione del messia Gesù. Direi invece che si sta riferendo agli Israeliti per es. in 44,21: Giacobbe ed Israele, ti ho formato perché tu sei mio servo. Ti ho formato perché fossi mio servo, Israele non dimenticarti! o anche 49,3 Tu sei mio servo, Israele nonché 52,13. Il versetto 4 dice che non se ne andrà finché non avrà portato giustizia sulla terra (quale giustizia? la Legge Mosaica?) e inoltre al versetto 8 dice che non cederà ad altri idoli scolpiti né la sua gloria (kavod) né le preghiere.
- 43,1: il nome Israel a Giacobbe è stato imposto da Yahweh.
- 43,3-4: Yahweh ha sacrificato altri popoli per salvare Israel e continuerà a farlo.
- 43,22-25: Yahweh è arrabbiato anche perché non è stato pregato, non hanno fatto gli olocausti, non gli hanno offerto incenso e odori.
- 43,24: Yahweh ha creato il cielo e la terra da solo.
- 43,26: maghi e indovini sono destinati a fallire perché nessuno può sondare il volere di Yahweh; solo Yahweh conosce il futuro perché è lui a determinarlo; quindi solo i profeti di Yahweh sono autorevoli.
- 45,1: Yahweh riconosce messia il re Ciro di Persia perché gli ha custodito il gregge in esilio e lo ha fatto ritornare in Gerusalemme.
- 45,15: Yahweh è un dio nascosto.
- 54,9: cita Noè e il diluvio mandato da Yahweh, prima volta nella Bibbia. Quindi Isaia scriveva quando la prima parte della Genesi era completa.
- 55,1-3: Yahweh nutre l'anima|passione|persona.
- 55,8: la mente di Yahweh è insondabile.

TritoIsaia che parla, e il linguaggio si fa metafisico:
- 56,3-8: il culto diventa universalistico: Yahweh accetta adepti anche da altri popoli purché essi osservino la Legge; le loro offerte sacrificali e le loro preghiere sul monte sacro (presumibilmente intende il tempio di Gerusalemme) saranno bene accette. Sul tema universalismo vedi anche i libri di Rut, Giona. Questi versetti sono citati Gesù quando condanna i mercanti neltempio (v. Matteo 21,13; Marco 11,17; Luca 19,46).
- 58,1-10: in favore dei poveri e degli oppressi. Anche 61,1.
- 58,13: onora il sabato evitando viaggi, affari e contrattazioni.
- 63,1-6: il furore di Jahweh spreme gli uomini e fa colare il sangue.
- 66,1: i cieli sono il mio seggio e la terra sgabello dei miei piedi. Cfr Stefano in Atti 7,44-50.
- 66,21: genti di tutti i popoli potranno fare i sacerdoti e i leviti.
- 66,23: il culto di Yahweh si rivolge a tutti i mortali e chi non aderisce perirà. Boom!

GEREMIA

Le sue figlie sono mogli e madri degli ultimi re del Regno di Giuda. Partecipa alla riforma religiosa di re Giosia. Secondo Geremia l'ostinata resistenza di re Sedecia all'assedio dei Babilonesi porterà alla completa rovina; per questo viene accusato di collaborazionismo col nemico e viene perseguitato. Assiste sgomento alla caduta di Gerusalemme e alla distruzione del tempio. Morirà in esilio in Egitto insieme al suo inseparabile amico e braccio destro Baruc.

In 2Maccabei 2 (che ricordiamo non fa parte del canone ebraico) si afferma che Geremia avrebbe salvato l'arca e la Torah in un luogo segreto, ma a nessuno ha mai rivelato dove.

Ci interessa qui notare che le divinità citate da Geremia sono: Baal (7,18), la babilonese Ishtar regina dei cieli (7,18) e Moloc (32,35). Tutti questi sono dei non-dio (5,7), dèi che non hanno fatto né il cielo né la terra (10,11), idoli inerti anche se fatti di oro e di argento (10,5). Ci sono poi gli dèi degli altri popoli: Camos dei Moabiti (48,7), Malcom degli Ammoniti (49,1).

In Geremia 7,31 lamenta la corruzione morale del suo popolo, che ha innalzato altari verso tanti dèi, altari sui quali si compiono anche sacrifici umani di fanciulli, cosa che io [Yahweh] non comandai e che mai mi è venuta in mente, mai! In Ezechiele 20,25-26 si dice invece che Yahweh ordinò i sacrifici dei primogeniti e altre leggi inique come punizione per gli Israeliti.

LAMENTAZIONI

In ebraico Qinot, cioè lamenti funebri, sono inni poetici che hanno per tema la distruzione di Gerusalemme da parte dei Babilonesi nel 587 a.C. come punizione di Yahweh per il tradimento del suo popolo.

BARUC

Non è nel canone ebraico. La versione [VAT] include la lettera di Geremia seguente, che invece fa parte del canone ebraico. Baruc era lo scriba, il segretario (cfr Geremia 36,4) e il devoto amico di Geremia, e insieme finirono in esilio in Egitto. In sintesi: abbiamo tradito Yahweh e perciò ci meritiamo la deportazione in Babilonia.

LETTERA DI GEREMIA

Questo breve libro viene riportato in [LEF] e quindi attribuito a Geremia. In [VAT] questa lettera è invece attribuita a Baruc ed è inserita come capitolo 6 del suo libro, come era in uso nella Bibbia latina.

In sintesi, la stessa cosa di Baruc; enfasi sui falsi dèi dei babilonesi, idoli dorati o argentati, che suscitano soggezione a vederli, che non fanno la ruggine e non temono le tarme, ma che si coprono di polvere, vengono occupati da pipistrelli, uccelli e gatti, sono immobili e devono essere portati a spalla perché incapaci financo di camminare, così dimostrando la loro impotenza. Forse è da questa concezione che deriva (o deriverà) il divieto di fare immagini di Yahweh? Gli Israeliti, una volta ritornati dall'esilio babilonese, poveri e depressi, privi di risorse per onorare in modo fastoso il loro dio, stabilirono che la mancanza di tali suppellettili era un preciso ordine di Yahweh e non un loro limite (Esodo 20,4).

EZECHIELE

Ezechiele era sacerdote in Gerusalemme e la sua famiglia ha espresso diversi re e governatori, che non si sono distinti particolarmente (v. 2Re). Qui il profeta ci scrive probabilmente dalla Mesopotamia al tempo dell'esilio babilonese, e in questo libro lancia le sue invettive contro i nemici esterni e interni di Israele responsabili della caduta di Gerusalemme. Ci presenta il suo piano per la rifondazione di Gerusalemme e del territorio circostante. Ovviamente il tutto suggellato da una visione divina annunciata da cherubini e investitura ufficiale di Yahweh.

● Ezechiele 1, Ezechiele 3,12, Ezechiele 10: la visione dei cherubini. Il cherubino è un essere biomeccanico volante dotato di 4 ruote e 2 ali che produce un grande fragore e spostamento d'aria, non si capisce bene pilotato da chi o forse del tutto autonomo. In ogni caso, vengono ritratti elementi che nella mentalità antica sono sinonimo di vita e energia vitale: ali, zampe, occhi, ruote, fiamme, vento, fragore. Al centro c'è Yahweh che manifesta il suo potere. Il cherubino riapparirà altre volte nel libro.

● Ezechiele 2,1: si usa l'enigmatica espressione figlio dell'uomo; basti ricordare che in ebraico è figlio di Adam e tutto diventa chiaro. Anche in Daniele 7,13; Daniele 8,17; Matteo 8,20.

● Ezechiele 3,16: il Signore nomina Ezechiele sentinella di Israele e quindi lo promuove profeta.

● Ezechiele 18,14-20: la responsabilità penale è personale: i figli non scontano le colpe dei padri (cfr Deuteronomio 24,16). Contraddice: la condanna perpetua di Adamo e dei suoi discendenti; l'invettiva di Yahweh che punirà i figli fino alla terza e quarta generazione per le iniquità dei padri (Esodo 20,5); la condanna pronunciata da Yahweh sul regno di Roboamo per le colpe di papà Salomone; l'arbitraria condanna del popolo di Israele (Ezechiele 20,21-26) che ha colpito anche i figli e le generazioni future; l'insensata sofferenza inflitta a un uomo giusto come Giobbe e alla sua famiglia. Tuttavia dopo la disfatta di Gerusalemme e l'esilio, Ezechiele si convince che è ora di sollevare il popolo dalle colpe dei padri.

● Ezechiele 20,21-26: ci spiega come un Yahweh profondamente deluso ha punito il popolo di Israele che lo ha tradito con altri dèi: disperdendoli tra paesi lontani (diaspora), e imponendo leggi inique che comprendevano i sacrifici umani dei primogeniti. La cosa viene invece negata da Geremia 7,31 dove Yahweh nega di avere mai richiesto queste pratiche abominevoli, pratiche che attribuisce solo al culto degli altri dèi.

● Ezechiele 20,29: l'espressione alto luogo indica gli altari eretti agli altri dèi sui colli circostanti Gerusalemme.

● Ezechiele 37: Giudei e Israeliti sono un solo popolo; la capitale è Gerusalemme.

● Ezechiele 40-48: espone il suo piano di rifondazione di Israele, compreso la spartizione del territorio tra le tribù, la costruzione del secondo tempio e la nuova liturgia. I sacerdoti non avranno un retaggio, ma vivranno degli oboli. Il Re si occuperà delle tasse. In 48,35 prevede anche un nuovo nome per la città santa che sarà:
- Jahweh Shamma secondo [LEF], che traduce nella nota come "il Signore è là"; come la mettiamo se il nome della città comprende il nome di dio che non si può pronunciare (Esodo 20,7)?
- ovvero Là è il Signore secondo [VAT].
Ezechiele ancora non sa che dovrà fare i conti anche con Serse, Alessandro Magno, Greci, Romani, Arabi, e Ottomani. Se ne riparlerà tra 2500 anni.

DANIELE

Il canone ebraico non comprende Daniele 3,24-90 (preghiera di Azaria per salvarsi dalla condanna a morte) e Daniele 13-14 (storia di Susanna e storia del dio drago) che sono parti tradotte da testi in greco.

Trama:
Daniele è uno dei Giudei deportato in Ninive da Nabucodonosor. Qui i Giudei più svegli vengono istruiti per tre anni per diventare cortigiani del re. Daniele si distingue subito per la sua capacità di interpretare i sogni del re, per la sua capacità di risolvere casi giudiziari, e per l'abilità con cui sfugge alle follie schizofreniche dei vari re sotto i quali presta servizio. Daniele non mangia la carne del popolo oppressore (probabilmente perché non è prodotta secondo le prescrizioni della Legge), ma mangia solo legumi al suo posto (1,11): Daniele è vegetariano! Il racconto è a tratti fantastico e i riferimenti storici a casaccio (vengono nominati re sconosciuti). Naturalmente, Daniele prevale in virtù della sua fede in Dio, che gli dà suggerimenti e gli manda angeli in aiuto. Vari sub-plot ridicolmente fantastici ci parlano del re Assiro costretto a riconoscere la superiorità del dio di Daniele. Le uniche storielle gustose e "verosimili" sono proprio quelle dei capitoli 13 e 14 tradotti dal greco, esclusi dal canone ebraico, e cioè:

Considerato come sono scritte queste tre storie, si riconosce una mentalità assai più evoluta rispetto a quella dei sacerdoti di Yahweh.

Morale: i Giudei sono in generale molto scaltri; l'incrollabile fede in Dio (Yahweh) salva sempre.

Nella [MASORETICA] la numerazione di capitoli e versetti è diversa:

[LEF][MASORETICA]
3,24 fino 3,90mancano
3,98 fino 3,1004,1 in poi

Questo permette di verificare su [STEP] che Daniele convince Nabucodonosor a convertirsi ai seguenti dèi:
- Dio in 3,95 della [LEF] è elah in 3,28 della [MASORETICA], termine che non ho mai incontrato prima.
- Iddio Altissimo in 3,99 della [LEF] è elha illay (dio superiore) in 4,2 della [MASORETICA].
Questi nomi vengono riportati varie volte in Daniele, ma non capisco a quali soggetti si riferiscono, se vanno ricondotti a Yahweh e Elyon rispettivamente, oppure se è un altra girandola di nomi messi a casaccio per confondere il lettore.

- Daniele 9,2: cita il libro di Geremia.

OSEA

Il profeta Osea a cui viene attribuito questo libro non ha nulla a che vedere con il re omonimo di Israele che regnava circa nello stesso periodo. Lettura che ci si può risparmiare.
Trama: le solite lamentazioni degli Israeliti per l'invasione degli Assiri e per la prima deportazione in Mesopotamia, circa 722 a.C. Il motivo è il tradimento di Yahweh in favore di altri dèi, principalmente Baal-Peor (9,10); qui Yahweh pronuncia quella invettiva contro le pratiche idolatre del Regno di Israele che è diventata la famosa massima ([VAT] Osea 8,7):

E poiché hanno seminato vento, raccoglieranno tempesta

che sulla mia [LEF] è resa con il meno efficace E poiché hanno seminato vento mieteranno il turbine.

GIOELE

Quattro paginette con i soliti temi: invasione degli Assiri (702 a.C.) o degli Assiro Babilonesi (60x a.C.) ed evocazione di Jahweh.

AMOS

Apparentemente scritto al tempo della invasione del Regno di Israele da parte degli Assiri e conseguente esilio. Parla un israelita fedele a Yahweh. Le solite lamentazioni per il tradimento di Yahweh con altri dèi e invettive alle varie popolazioni. Altra lettura che ci si può risparmiare. Qui l'esplicita affermazione che il Signore parla solo attraverso i profeti (3,7). E Amos profeta lo nacque.

ABDIA

Attribuito ad Abdia, sacerdote ai tempi di re Acab. Due paginette sulla guerra tra Giudei e Edomiti, epoca imprecisata.

GIONA

A questo profeta è dedicato un intero libro... di due pagine. E' una favoletta della buonanotte per Israeliti in esilio ma che nasconde anche un messaggio politico che spiegheremo alla fine.

Riassunto. Siamo al tempo della cattività babilonese, quando gli assiro-babilonesi hanno conquistato il Regno di Israele e hanno deportato migliaia di Israeliti in Mesopotamia. Qui Giona vive sereno come minoranza etnica, fino a quando riceve un pericoloso incarico da Yahweh: deve andare a Ninive (la capitale dell'impero assiro-babilonese) ed intimare alla popolazione di convertirsi a Yahweh entro 40 giorni, pena la distruzione totale della città.

Giona non ha dubbi sul da farsi: scappare il più lontano possibile. Sale anche su di una barca, ma una tempesta rischia di farla affondare. Tutti i marinai pregano i rispettivi dèi per essere salvati; solo Giona non prega e si nasconde rannicchiato in un angolo. I marinai realizzano che la causa della loro disgrazia deve essere proprio l'ira del dio di Giona, per cui pensano bene di buttarlo in acqua. Immediatamente la tempesta si placa. Ma Giona finisce inghiottito da un grande pesce (non una balena) e rimane nello stomaco del pesce tre giorni proprio come Geppetto nella favola di Collodi. Durante questi tre giorni, Giona prega Yahweh di salvarlo e promette di fare quanto gli ha richiesto.

Yahweh accoglie il pentimento di Giona e ordina al pesce di sputarlo fuori, Giona va a Ninive e riferisce la minaccia di Yahweh agli abitanti. Con grande sorpresa di Giona, gli abitanti, invece che squartarlo, prendono seriamente la minaccia e prontamente si convertono. E così Yahweh, compiaciuto, risparmia Ninive. Ma inaspettatamente Giona è molto deluso, perché si aspettava di vedere il suo dio sterminare i pagani. Yahweh riprende Giona: Volevi proprio che ammazzassi 120'000 creature? Tu non sei pietoso quanto me!

Morale. Yahweh onnipotente comanda ed è temuto da tutti i popoli; ubbidisci e abbi sempre fiducia in Yahweh; Yahweh è pietoso e accoglie anche i popoli pagani che si convertono; quindi tacciano i nazionalisti Israeliti come Giona che vorrebbero sterminare i non-Israeliti. Vedi anche il libro di Rut, dove emerge lo stesso tema del nazionalismo contro universalismo. Ecco spiegato perché questa favoletta viene citata ripetutamente nella Bibbia, soprattutto dagli evangelisti ellenizzati: 2Re 14,25; Matteo 12,39-41; Matteo 16,4; Matteo 16,17; Luca 5,19; Luca 11,30; Luca 11,32.

MICHEA

Sei paginette di Michea, sacerdote ai tempi dei re di Giuda Achaz ed Ezechia (736-693 a.C.) durante l'invasione di Israele e la minaccia su Gerusalemme. In 5,1 la pretesa profezia della nascita di Gesù, ma per sconfiggere gli Assiri: E tu, Betleem Efrata così piccola tra i capoluoghi di Giuda, da te mi uscirà Colui che deve regnare in Israele. [...] egli allora estenderà il suo potere fino agli estremi limiti del paese. Se l'Assiro entrasse nella nostra terra [...] noi schiereremmo contro di lui sette pastori e otto principi.
In Betlemme, una località a 10 km a sud di Gerusalemme, sono nati anche David (1Sam 16,4) e Iesse padre di David (Rut 1,1), nonché Iair eroe che uccide il fratello di Golia (2Sam 22,19). Gli evangelisti Matteo Luca e Giovanni riescono rocambolescamente a far nasce Gesù il Nazareno in questo luogo.

NAHUM (o Naum)

Citato in Tobia 14,4 per la caduta di Ninive e Luca 3 nella genealogia di Giuseppe. "Predice" la caduta di Ninive e la fine della potenza Assira ad opera dei Persiani.

ABAQUQ (o Abacuc)

Tre paginette sul profeta Abaquq, che predice la disfatta degli invasori Caldei, cioè gli Assiri.

SOFONIA

Ai tempi del re di Giuda Giosia, profetizza lo sterminio dei profeti di Baal e dei suoi adoratori, nonché la distruzione dei popoli che minacciano Gerusalemme, compreso Ninive.

AGGEO

In queste due paginette il profeta Aggeo ai tempi di re Dario di Persia (circa 500 a.C.) invita alla ricostruzione del tempio in Gerusalemme.

ZACCARIA

E' tra i ritornati dall'esilio babilonese. La profezia di sventura e redenzione gli viene comunicata da Yehovah (Signore) attraverso un malach (angelo). In 11,7 curiosa allegoria di Zaccaria che pascola le pecore usando due verghe di nome Benevolenza (l'ammaestramento del popolo) e Unione (tra Regno di Giuda e Regno di Israele), ma poi ha dovuto spezzare entrambe le verghe e rinunciare.

MALACHIA

Malachia (=messaggero; del resto questo nome già comprende "malach") è uno dei "ritornati". Ovviamente non si tratta del vero nome dell'autore, per cui il testo rimane anonimo.

Riassunto. Yehovah (così lo chiama nella [MASORETICA]) è adirato coi sacerdoti che gli offrono animali rubati, zoppi, ammalati (1,13) per cui Yehovah spalmerà sterco sulle facce dei sacerdoti (2,3).
In 2,10 una apparente affermazione monoteistica (Non è uno il padre di tutti noi? Non ci ha creato un unico dio?) ma poi in 2,11 scopriamo che esistono altri dèi (Giuda ha profanato il santuario prediletto dal Signore, ha sposato la figlia di un dio straniero.). I versetti 2,10-16 sono un po' confusi, come sempre è confuso il linguaggio dei profeti, ma il tema centrale è il rispetto e la violazione del patto: gli Israeliti hanno fatto un patto con Yahweh ma poi lo hanno violato così commettendo un peccato, per esempio sposando donne straniere; però poi hanno fatto un altro patto con queste donne straniere, e adesso vogliono ripudiarle violando ancora una volta il patto che avevano stipulato con esse così commettendo un altro peccato. Qui Malachia sta contestando le rigide leggi di purezza etnica emanate da Esdra, suo contemporaneo.

Finale col botto. E' imminente l'arrivo del messaggero direttamente nel tempio (3,1), preparatevi al giudizio! Yehovah sintetizza cosa si aspetta dal popolo: decime e primizie (3,8); intanto, ripassatevi per bene la Legge di Mosè, e poi comunque prima vi manderò il profeta Elia che vi prepara perché, se vengo prima io, vi distruggo (3,22-24). Lamentazioni varie sulle eresie e i tradimenti.

Ecco spiegato perché il canone cristiano mette Malachia subito prima dei vangeli: l'invettiva contro i sacerdoti, i riferimenti al messaggero che va nel tempio, a Mosè ed Elia dell'episodio della trasfigurazione, sembrano alludere a Gesù e ai vangeli; in più Matteo 17,10-13 allude a una profezia della venuta di Gesù che è stata riconosciuta essere proprio quella di Malachia.

Ma piano con gli entusiasmi:
- I vangeli canonici si accorgono che Elia non è venuto, quindi lo fanno apparire solo di sfuggita nell'episodio della trasfigurazione, dove confabula con Gesù ma non prepara il popolo.
- Matteo ci mette una toppa peggiore del buco, e afferma addirittura che Elia si è reincarnato in Giovanni il battista (Matteo 17,10-13), primo ed unico episodio di reincarnazione nella Bibbia; invece secondo Giovanni il Battista NON è Elia (Giovanni 1,24-27); Marco e Luca non si pronunciano sulla questione.
- Ad ogni modo, Malachia è convinto della esistenza di altri dèi, è un paladino della Legge, e non ha nulla a che vedere con la religione cristiana.

Favolette

Sintesi delle storielle raccontate nella Bibbia che vengono spesso citate.

Sansone contro tutti i Filistei

Libro dei Giudici 13-16. Contesto: i Filistei spadroneggiano sui Giudei. I Filistei, discendenti di Cam e quindi non Ebrei, sono gli antagonisti ricorrenti dei Giudei.

Una coppia sterile riceve la visita di un angelo, e la moglie rimane incinta: Chiamerete il vostro figlio Sansone, pesterà tanti Filistei ma non dovrete mai tagliargli i capelli. Questa degli angeli inseminatori è una costante in tutta la Bibbia.

Sansone cresce forte e sereno fino a quando si innamora di una donna filistea. Al banchetto di nozze propone ai Filistei un enigma, che i Filistei non riescono a risolvere. I Filistei convincono la neo sposa a farsi rivelare da Sansone la risposta, Sansone lo scopre, si arrabbia, e incomincia a pestare Filistei a migliaia. Per placare Sansone e catturarlo, i Filistei si rivolgono alla meretrice Dalila.

Dalila blandisce Sansone e gli chiede il segreto della sua forza: Mi devono legare con sette nervi non seccati mentre dormo. E i Filistei così fanno, Sansone si sveglia, spezza agevolmente i nervi che lo legano, e pesta i Filistei. Dalila torna alla carica e gli chiede ancora il segreto della sua forza, e di nuovo Sansone si prende gioco di lei suggerendo ogni volta stratagemmi a casaccio, sicché i Filistei finiscono ogni volta pestati.

Ma alla fine Sansone si arrende e rivela il suo segreto a Dalila: Mi devono tagliare i capelli. I Filistei, dimostrando un coraggio e una perseveranza esemplari, rapano a zero Sansone nel sonno, e questa volta finalmente Sansone è ridotto all'impotenza. I Filistei lo legano, gli estirpano gli occhi, e lo mettono a spingere la macina (cfr Conan il barbaro).

Non contenti, portano Sansone nel tempio per umiliarlo in mezzo alla folla. Sansone, barcollando, si fa aiutare da un bambino per appoggiarsi a due colonne del tempio, quindi al grido di Muoia Sansone con tutti i Filistei spinge le colonne facendo crollare il tetto. Sansone muore sotto le macerie portandosi via altri 3000 Filistei. FINE.

Elia il vendicatore

Il profeta Elia è molto amato dagli Israeliti, almeno quanto Mosè. Elia compie miracoli, compresi la moltiplicazione della farina e dell'olio (1Re 17,7-16; 2Re 4,1-7), guarigioni (1Re 17,17-24), invoca la pioggia (1Re 18). Elia viene citato spesso nella Bibbia, e compare anche nel vangelo, quando incontra Gesù insieme a Mosè nell'allegoria della trasfigurazione. Elia è il vendicatore dei re apostati del Regno di Giuda che disconoscono il vero e unico dio dei Giudei: Yahweh.

Primo libro dei re 16,29. Re Acab si dà al culto di Baal (forse il Baal-Peor di Gomorra?) e uccide i sacerdoti del tempio fedeli a Yahweh. Yahweh si arrabbia e manda la siccità sul paese. Viene introdotto il personaggio del profeta Elia (17,1). Elia compie miracoli (resurrezioni comprese, v. 17,22) acquisendo lo status di profeta. Elia concepisce un vero e proprio test per dimostrare che Yahweh è il vero dio, cioè l'unico che risponde alle invocazioni del popolo israelita (18,22-40), e così fa catturare i 450 sacerdoti di Baal e li sgozza personalmente con la sua spada perché colpevoli di adorare il dio sbagliato. Acab rimane però al suo posto e morirà molto tempo dopo in battaglia (22,34).

Secondo libro dei re 1. A re Acab succede Acazia. Intanto i moabiti si ribellano al dominio israelita. Acazia si infortuna (cade dalla finestra) ed è costretto a letto. Chi lo può guarire? Ma naturalmente Baal-Zebub (belzebù?) dio di Accaron, mica Yahweh. Perciò manda i messi ad Accaron per invitare il dio Baal.

Ma Elia intercetta i messi e li respinge. Acazia allora manda 51 uomini per ordinare ad Elia di venire a guarirlo. Elia non gradisce e li fulmina tutti stecchiti. Acazia quindi manda altri 51 messi ed Elia fulmina anche questi. Infine altri 51 messi mandati da Acazia chiedono per piacere ad Elia se vuol essere così gentile da venire, e finalmente Elia acconsente. Totale fanno 102 morti per un invito presentato male.

Così Elia va da Acazia ma, per punirlo per aver tradito Yahweh, non lo guarisce e lo lascia morire.

Secondo libro dei re 2,11. Elia cede i paramenti al discepolo Eliseo, e quindi sale in cielo su di un carro di fuoco trainato da cavalli. Lo rivedremo secoli dopo nei vangeli insieme a Mosè per confabulare con Gesù nell'allegoria della trasfigurazione: i due più grandi profeti combattenti riuniti danno una speranza di riscatto agli Israeliti.

Elia ricompare nei vangeli sinottici nell'episodio della trasfigurazione. Secondo Matteo 17,10-13 Elia si è addirittura incarnato in Giovanni Battista, ma non è stato riconosciuto.

Qui finiscono le avventure di Elia raccontate dalla Bibbia.


Fine