Ho letto la Bibbia - Panoramica

2025-12-01
Appunti di Umberto Salsi
salsi@icosaedro.it
www.icosaedro.it/ho-letto-la-bibbia

Vol. 1: Panoramica
Vol. 2: Antico Testamento
Vol. 3: Nuovo Testamento
Vol. 4: Apocrifi
Vol. 5: Corano

Indice

Scopi

Questi sono i miei appunti riguardo la Bibbia. Il mio intento è cercare di capire cosa gli antichi autori ci hanno voluto veramente raccontare, e cercare di capire qual'è stato il processo che ha portato alla redazione dei testi così come ci sono pervenuti oggi. Confronterò diverse edizioni e traduzioni, incluso il testo masoretico. Farò anche ricorso a elementi di Storia Antica, letteratura apocrifa, e userò altre fonti per cercare di chiarire i passaggi più difficili e per articolare possibili ragionevoli interpretazioni.

Gli accurati lavori esegetici di Mauro Biglino riportati nei riferimenti bibliografici sono stati illuminanti per la comprensione dell'AT, in particolare per rimuovere quel velo opaco fatto di traduzioni sballate, manipolazioni e interpretazioni teologiche che impediscono di comprendere la vera intenzione degli originali autori. Il libro di [FINKELSTEIN] riassume le scoperte archeologiche degli ultimi 40 anni in terra di Palestina e fa una ricostruzione di come e perché sia stato composto l'AT, mentre [LIVERANI] ci dà la ricostruzione storica completa.

Per il NT ho trovato nel libro di [PIRODDI] la chiave per interpretare il linguaggio evidentemente allusivo e in codice dei vangeli. Il [TOMMASI] riassume gli ultimi due secoli di letture critiche del NT.

Il mio lavoro di studio della Bibbia è stato poi la base per la comprensione della letteratura apocrifa e del Corano, che ho analizzato successivamente; nella bibliografia che segue metto i riferimenti ai miei appunti al riguardo.

Userò un linguaggio a tratti irriverente o polemico giusto per non annoiarsi. Commenti, correzioni, invettive ed insulti vanno inviati a: salsi@icosaedro.it

Riferimenti

Panoramica sulla Bibbia

La parola "Bibbia" viene dal greco τὰ βιβλία (tà biblía, ovvero "i libri") perché è una raccolta di libri. Per una panoramica vedi https://it.wikipedia.org/wiki/Bibbia.

Non c'è concordanza tra le varie religioni su quali siano i libri canonici, per cui esistono tomi di diversa altezza. Le bibbie comuni che troviamo in lingua italiana sono quasi tutte approvate dal Vaticano con l'imprimatur, e raccolgono una versione dei testi più o meno stabile ottenuta dalla Septuaginta (v. seguito) integrata parzialmente con la masoretica (v. seguito).

Dei testi originali ne sono sopravvissute solo copie e copie di copie. Il rotoli più antichi sopravvissuti fino a noi sono stati trovati nelle grotte di Qumran nel 1947 e sono datati 200 a.C.

La Bibbia Cattolica inizialmente era composta dalla Septuaginta e dal Nuovo Testamento, poi si è parzialmente allineata al testo masoretico (v. seguito). Rimangono comunque migliaia di punti di differenza.

Non esiste un unico testo ufficiale perché non esistono testi che si possano definire "originali". Il Vaticano certifica con l'imprimatur i testi che non si discostano troppo dalla dottrina. Notare: prima viene la dottrina stabilita dalla Chiesa, e questa dottrina viene usata per certificare il "testo sacro ispirato da dio". Non il viceversa.

Struttura della Bibbia

La Bibbia è un volume strutturato in libri; ogni libro è strutturato in capitoli numerati e versetti numerati. Questa numerazione in capitoli e versetti è il frutto del lavoro di diversi soggetti nell'arco dei secoli: la numerazione in capitoli della Vulgata è opera di Stephen Langton, arcivescovo di Canterbury (1226), mentre la suddivisione in versetti è opera di Sante Pagnini (Lucca, 1527) (vedi ad esempio https://it.aleteia.org/2016/03/08/chi-ha-diviso-la-bibbia-in-capitoli-e-in-versetti/ per i dettagli); per il NT divenne normativa la divisione introdotta dall'editore umanista Roberto Stefano nel 1555 ([PAOLINE] XV).

Qui useremo riferirci a un versetto usando questa sintassi:

Deuteronomio 32,8

dove Deuteronomio è il nome del libro, 32 è il capitolo, 8 è il versetto. Useremo anche delle abbreviazioni per intervalli di capitoli, per esempio Levitico 11-15 che significa libro Levitico capitoli da 11 a 15. Useremo abbreviazioni per intervalli di versetti, per esempio Genesi 3,1-19. Le pubblicazioni dedicate agli studiosi usano abbreviazioni e sintassi un po' diverse per lo stesso riferimento, per esempio Dt 32:8. Alle volte il nome del libro è troppo lungo per essere pratico, per cui anche qui useremo una abbreviazione come 1Re che rimane comunque facilmente leggibile (Primo libro dei re).

I libri sono poi raccolti in 2 sezioni (Nuovo Testamento e Antico Testamento) ed eventualmente anche in sotto-sezioni (per esempio il Pentateuco nell'Antico Testamento). Quali libri e quali sezioni vanno a comporre la Bibbia, dipende dalla religione rispetto alla quale il volume è stato composto.

La Bibbia cattolica è composta dai seguenti libri (per i libri sottolineati vedi le note sotto):

Antico testamento (AT):

Pentateuco (Torah):

GENESI, ESODO, LEVITICO, NUMERI, DEUTERONOMIO

Libri storici:

GIOSUÈ, GIUDICI, RUT, PRIMO LIBRO DI SAMUELE, SECONDO LIBRO DI SAMUELE, PRIMO LIBRO DEI RE, SECONDO LIBRO DEI RE, PRIMO LIBRO DELLE CRONACHE, SECONDO LIBRO DELLE CRONACHE, ESDRA, NEEMIA, TOBIA, GIUDITTA, ESTER, PRIMO LIBRO DEI MACCABEI, SECONDO LIBRO DEI MACCABEI

Libri sapienziali:

GIOBBE, SALMI, PROVERBI, ECCLESIASTE, CANTICO DEI CANTICI, SAPIENZA, ECCLESIASTICO (o SIRACIDE)

Profeti:

ISAIA, GEREMIA, LAMENTAZIONI, BARUC, LETTERA DI GEREMIA, EZECHIELE, DANIELE, OSEA, GIOELE, AMOS, ABDIA, GIONA, MICHEA, NAHUM, ABAQUQ, SOFONIA, AGGEO, ZACCARIA, MALACHIA

Nuovo testamento (NT):

Vangeli:

MATTEO, MARCO, LUCA, GIOVANNI

ATTI DEGLI APOSTOLI

Lettere di Paolo:

PRIMA LETTERA AI TESSALONICESI, SECONDA LETTERA AI TESSALONICESI, LETTERA AI GALATI, PRIMA LETTERA AI CORINTI, SECONDA LETTERA AI CORINTI, LETTERA AI ROMANI, LETTERA AI FILIPPESI, LETTERA A FILEMONE, LETTERA AI COLOSSESI, LETTERA AGLI EFESINI, PRIMA LETTERA A TIMOTEO, SECONDA LETTERA A TIMOTEO, LETTERA A TITO, LETTERA AGLI EBREI

LETTERA DI GIACOMO

Lettere di Pietro:

PRIMA LETTERA DI PIETRO, SECONDA LETTERA DI PIETRO

Lettere di Giovanni:

PRIMA LETTERA DI GIOVANNI, SECONDA LETTERA DI GIOVANNI, TERZA LETTERA DI GIOVANNI

LETTERA DI GIUDA

APOCALISSE

per un totale di 74 libri. Ci sono però alcune differenze rispetto alle altre religioni basate sul Pentateuco:

La Lettera di Geremia compare solo nella mia vecchia Bibbia [LEF] mentre in [VAT] e [CEI] è inserita come capitolo 6 di Baruc come era in uso nella Bibbia latina.

Il canone ebraico NON comprende i seguenti libri: Tobia, Giuditta, Primo e Secondo libro dei Maccabei, Sapienza, Ecclesiastico, Baruc; inoltre non comprende Ester da 10,4 fino 16,24; non comprende Daniele 3,24-90 e Daniele 13-14. Quindi i libri storici si fermano a Neemia, nominato governatore in Gerusalemme dal re persiano Artaserse (circa 446 a.C.). Ovviamente il canone ebraico non riconosce il NT.

Il canone protestante sostanzialmente adotta il canone ebraico per quanto riguarda l'AT. Uguale il NT.

In quali lingue è scritta la Bibbia

L'AT nella versione [MASORETICA] è scritto in ebraico, fatta eccezione per la Sapienza e Secondo Libro dei Maccabei scritti in greco, che infatti non sono compresi nel canone ebraico, e fatta eccezione per alcune parti di Esdra, alcune parti di Daniele e alcune parti di Geremia scritte in aramaico.
La [SEPTUAGINTA] è scritta in greco; l'originale in ebraico da cui fu tradotta è andato perduto.

Il NT è scritto in greco.

Quante versioni della Bibbia esistono, e quando è stata scritta?

Il testo della Bibbia contiene indicazioni contraddittorie riguardo alla sua formazione.
 Tutti conoscono le famose tavole di pietra con i comandamenti, ma pochi hanno notato che Mosè scrisse anche un libro con la Legge dettata da dio sul monte Oreb (Esodo 24); della sorte di questo libro si perdono le tracce.
 Giosuè successore di Mosè evidentemente nulla ricevette dal predecessore perché anche lui scrisse un libro con la Legge e la lesse al popolo, che approvò (Giosuè 24,26); anche di questo libro non conosciamo la sorte.
 Secoli dopo re Giosia ri-scopre il rotolo della Legge nascosto nel Tempio (2Re 22) che doveva essere proprio un rotolone gigante per contenere tutto il Tanach; non sappiamo che fine fece questo rotolo quando il Tempio venne distrutto pochi anni dopo.
 L'ultimo scrittore citato è lo scriba Esdra, che legge al popolo il libro della Legge ancora fresco di stampa (Neemia 8); si doveva trattare di un testo molto breve, perché Esdra lo legge al popolo in una sola mattinata.
 In definitiva la Bibbia non ci fornisce indicazioni attendibili su chi dove quando e cosa scrisse, perciò la questione viene rimandata alle fonti extra-bibliche e alle deduzioni degli studiosi.

Il lavoro degli studiosi è complicato dal fatto che non solo esistono selezioni diverse di libri riconosciuti più o meno sacri, ma anche di ciascun libro esistono più versioni; gli originali (ammesso che sia mai esistito qualcosa che si possa definire originale in un lavoro composto a più mani e più volte rimaneggiato nel corso dei secoli) sono andati persi da tempo.

Tra i rotoli di Qumran, o rotoli del Mar Morto, rinvenuti nel 1947, si trovano quasi tutte le varianti già conosciute, segno che queste varianti sono molto antiche e forse congenite alla prima redazione dei testi sacri dalla forma orale primitiva, avvenuta forse tra l'8o e il 7o secolo a.C. In una battuta, i rotoli di Qumran non hanno risolto gli interrogativi sulle varianti della Bibbia e hanno parzialmente discolpato i copisti e i redattori dei secoli successivi. Qui esamineremo in particolare due rotoli di Qumran che riportano versioni diverse del Deuteronomio 32,8.

I testi sacri hanno subito varie trasformazioni nel corso dei secoli, seguendo l'evolversi delle vicende storiche e delle concezioni ideologiche e metafisiche. Lo sviluppo dei testi non ha seguito un percorso lineare come esemplificato qui ma piuttosto ramificato, producendo una messe di varianti che cercheremo di esaminare. In questo schema mancano del tutto i testi apocrifi; vedremo anche come in certi casi ci sia stata una contaminazione reciproca tra testi canonici e testi apocrifi, indicativa del fatto che tutti furono elaborati parallelamente.

Tanach pre-esilico: archeologi e storici (v. [FINKELSTEIN] e [LIVERANI]) sono ormai convinti che la prima trascrizione dei racconti orali avvenne tra l'8o e il 7o secolo a.C. Questo lavoro redazionale si intensificò particolarmente durante il regno di re Giosia per legittimare le ambizioni unitarie del Regno di Giuda sopra al Regno di Israele. E' a questo punto che nasce il racconto mitologico della origine comune del popolo di Israele, della conquista di Canaan e della egemonia religiosa e politica di Gerusalemme; dal punto di vista religioso si impone l'unicità del dio degli Israeliti, trasformando il regno in una teocrazia monolatra. Il Tanach comprendeva probabilmente le storie dei patriarchi Abramo, Isacco e Giacobbe, l'Esodo, il Deuteronomio e una prima redazione dei libri storici.
Le ambizioni di re Giosia si infrangeranno contro la tumultuosa avanzata dei Babilonesi di Nabucodonosor che nel 587 a.C. conquisteranno Canaan e distruggeranno la città di Gerusalemme insieme al tempio e alla unica copia ufficiale del Tanach che in esso vi era contenuta. Seguirà deportazione delle classi dirigenti sacerdotali e smembramento delle strutture di potere del Regno di Giuda.

Tanach post-esilico: i catastrofici eventi del 587 a.C. e il triste castigo dell'esilio imporranno una profonda riflessione ideologica e religiosa e imporranno una conseguente revisione dei testi sacri, cosa che avverrà probabilmente tra il 5o e il 4o secolo a.C. In ogni caso, nel 300 a.C. doveva essere già completo perché ne verrà realizzata la traduzione in greco, la Septuaginta. Tra i punti fondamentali che hanno richiesto la revisione del testo, citiamo: ridefinizione del rapporto tra il popolo di Israele e il suo dio con svolta monoteistica ancora imperfetta; ridefinizione dei rapporti tribali e dell'albero genealogico ai fini dell'assegnamento delle proprietà immobiliari e dei rapporti di potere tra i ritornati dall'esilio e i rimasti; generale revisione del testo sacro alla luce del fallimento della strategia unitaria. Al Tanach si aggiungono Creazione, Diluvio, Torre di Babele, si aggiornano i libri storici e, in particolare, si aggiungono Cronache, Esdra e Neemia che fissano i ruoli e le prerogative delle tribù e delle famiglie.
Anche questo testo, presente in una unica copia ufficiale nel tempio di Gerusalemme, andrà distrutto insieme al tempio nel 70 d.C. Per molti secoli rimarranno solo copie non ufficiali del Tanach, custodite spesso presso le sinagoghe e usate per la liturgia (Luca 4,17), insieme a frammenti e traduzioni più o meno accurate in aramaico, greco, copto e altre lingue del posto.

Bibbia dei 70 o Bibbia di Alessandria o Septuaginta o LXX: traduzione in greco del Pentateuco realizzata nella biblioteca di Alessandria d'Egitto su commissione del re ellenista Tolomeo II Filadelfo (regno 285-246 a.C.). Si chiama così perché le testimonianze dicono che sia stata completata da circa 70 traduttori oppure in circa 70 giorni o entrambe le cose. Gli altri libri del Tanach verranno tradotti in greco negli anni seguenti. La Septuaginta, completata con il NT, va a costituire la Bibbia in greco per i cristiani ortodossi. Vedi anche https://it.wikipedia.org/wiki/Septuaginta per il contesto storico di questa traduzione e per quanto riguarda la successiva traduzione dei restanti libri del Tanach.

Bibbia Samaritana: include solo i sei libri dell'Esateuco (Pentateuco + Giosuè) scritti in ebraico ma usando l'alfabeto fenicio. Sono migliaia le piccole differenze tra l'esateuco samaritano e quello giudaico, ma nella sostanza l'esateuco samaritano ci tiene a promuovere il monte Gazirim come luogo sacro privilegiato perché sorge nell'area di Samaria; per altre piccole differenze vedi ad es. Torah e storiografie dell'Antico Testamento di Gianantonio Borgonovo, ed. ELLEDICI (2012) pagina 86. Vedi inoltre qui la voce Samaritani nel Glossario del Nuovo Testamento per la la discussione sull'origine del termine.

Altre traduzioni in greco tratte dai testi ebraici circolavano già nel 2o secolo d.C. come quella di Aquila di Sinope e Teodozione di Efeso (cfr [ESPOSITO_SU_GESU] p. 85) probabilmente ricavate da copie non ufficiali del Tanach disponibili presso le sinagoghe.

Vulgata o Bibbia Latina: nel 320 d.C. il teologo e traduttore Sofronio Eusebio Girolamo, noto anche come San Girolamo, ricevette dal Papa il compito di tradurre i vangeli dal greco al latino; successivamente egli passò alla traduzione dell'AT attingendo sia al testo ebraico a sua disposizione, sia alla Septuaginta. Il suo lavoro durò 23 anni e si concluse con la pubblicazione della cosiddetta vulgata editio ovvero l'edizione per il popolo di lingua latina. Con il Concilio di Trento (1543) la Vulgata divenne la versione ufficiale della Bibbia cattolica e la base per le traduzioni in altre lingue nei secoli a seguire almeno fino al 20o secolo. Le edizioni moderne preferiscono fare riferimento al testo ebraico della Masoretica per l'AT e agli originali in greco per il NT per un risultato più accurato.

Testo masoretico, o Bibbia di Gerusalemme: sforzo della scuola della tradizione (=masorah) di Gerusalemme di recuperare i testi "originali" del Tanach, compiuto tra il 6o e 9o secolo d.C. Il testo ebraico antico viene aggiornato con la suddivisione delle parole, si introducono le vocali e la punteggiatura.
Il testo masoretico intende recuperare il testo originale andato distrutto nel 70 d.C., ma già il fatto che gli estensori (Ebrei) fossero guidati dalla loro tradizione (masorah = tradizione) e dovessero convivere in un ambiente dominato da religioni monoteistiche più o meno ostili (quella islamica e quella cristiana) ha causato forse qualche condizionamento in senso monoteista.
Di questo testo è sopravvissuta una sola copia completa oggi custodita presso la Libreria Nazionale Russa di San Pietroburgo, e nota con il nome di Codice di Leningrado datata 1008 d.C. (https://en.wikipedia.org/wiki/Leningrad_Codex); è un manoscritto ricco di note a margine lasciate dagli stessi studiosi masoreti.
Da quest'ultima è stata ricavata la Bibbia Ebraica Stuttgartensia o BHS, che è una edizione adattata per la pubblicazione (https://en.wikipedia.org/wiki/Biblia_Hebraica_Stuttgartensia).
Il testo masoretico è oggi canonico per la religione ebraica.

Nuovo Testamento. Si conoscono circa 2500 manoscritti, che spesso ci sono pervenuti solo come frammenti di rotoli (di papiro o pergamena) e codici (ovvero pagine di papiro o pergamena unite insieme in un libro e spesso scritte su ambo i lati).
E' noto fin dall'antichità il Codice Vaticano datato 4o secolo d.C. custodito presso la Biblioteca Vaticana.
Scoperto solo nel 1800 il Codice Sinaitico datato anch'esso 4o secolo, i cui frammenti sono custoditi in vari luoghi.
Ulteriori scoperte risalgono al periodo tra il 1920 e il 1930 e sono il codice P52 e il codice Beatty. Il codice P52 è datato 2o secolo d.C., contiene frammenti del vangelo secondo Giovanni ed è custodito presso la Biblioteca Rylands di Manchester. I papiri Beatty sono custoditi presso la Biblioteca Chester Beatty di Dublino, sono datati 3o secolo d.C. e contengono frammenti di Septuaginta e NT, nonché frammenti del Libro di Enoch.

Perché esistono così tante versioni della Bibbia?

Provo a raccogliere qui un elenco di ipotesi:

In definitiva l'immutabile parola di dio non è mai stata immutabile, anzi il testo e la sua interpretazione da sempre seguono l'evolversi del pensiero e delle vicende umane.

Chi sono Ebrei, Israeliti e Giudei?

La parte storica dell'AT ci parla di vari popoli: Ebrei, Israeliti, Giudei, Samaritani, e molti altri ancora, che sono i protagonisti di secolari vicende belliche. La Bibbia dà una sua definizione di questi popoli:

Ebrei: termine usato dalla Bibbia per la prima volta in Genesi 14,13 riferito ad Abramo, e quindi possiamo ipotizzare che almeno suo padre Tarach fosse anch'esso ebreo. Il termine viene poi usato altre 19 volte nel Pentateuco e circa altre 21 volte nel resto della Bibbia, NT incluso. La storia delle sanguinose battaglie tra le tribù dei discendenti di Tarach, e quindi tra Ebrei, è il tema principale del Pentateuco.
Secondo la tradizione ebraica, gli Ebrei sono tutti i discendenti di Ever (o Eber; vedere albero genealogico; Genesi 10,24; Genesi 11,14). Il plurale ebraico fa evrhim.

Israeliti: secondo la Bibbia sono i discendenti di Israel, il nome di battaglia che Yahweh impone a Giacobbe in Genesi 32,29. Mission: conquistare terra di Canaan e, molte generazioni dopo, fondare il Regno di Giuda con capitale Gerusalemme.
Ad oggi l'archeologia può solo confermare della esistenza di un Regno di Israele con capitale Samaria esistito tra il circa 1000 a.C. e fino al 702 a.C., quando verrà conquistato dagli Assiri; più a sud il Regno di Giuda con capitale Gerusalemme resisterà alle invasioni fino al 587 a.C. I due regni non sarebbero mai stati uniti. La prima ricorrenza archeologicamente documentata di questo nome si trova nella stele di Merenptah datata circa 1230 a.C.

Giudei: gli abitanti del Regno di Giuda con capitale Gerusalemme, piccolo reame esistito tra circa il 1000 a.C. e la caduta nel 586 a.C. probabilmente a lungo protettorato Egiziano. Secondo la Bibbia è Yahweh che ordina alla tribù israelita di Giuda di conquistare Gerusalemme e i territori circostanti (Giudici 1,8), così assicurando alla tribù il primato tra gli Israeliti e il diritto al trono. Sempre secondo la Bibbia, il Regno di Giuda raggiungerà la massima estensione sotto re Salomone, poi seguirà lo scisma del regno del nord degli Israeliti. L'archeologia non ha potuto finora confermare né l'esistenza di re Salomone, né l'unità del regno del nord e del sud.

Samaritani: secondo (2Re 17,24) sono popolazioni provenienti dalla Babilonia che occuparono l'area intorno alla città di Samaria, sostituendo gli Israeliti deportati in Babilonia dal re assiro (circa 730 a.C.). I Samaritani ritengono invece di essere i "rimasti" e i veri custodi delle Scritture di cui ancora oggi conservano una copia scritta in caratteri fenici; sottinteso, i "ritornati" dalla deportazione in Babilonia sono stati traviati. Vedi anche il Glossario del NT per un'altra definizione di Samaritani.

Riassunto della Bibbia

La Bibbia è una straordinaria raccolta di testimonianze di uomini che hanno cercato di definire la loro identità, il loro passato, il loro presente e il loro destino. Definire la Bibbia un libro di religione o di mitologia non è solo riduttivo, ma è proprio sbagliato. In questa breve sintesi cercherò di spiegare perché. Diciamo subito che i temi centrali della Bibbia sono: chi è il popolo di Israele? quali sono le sue leggi? qual'è la sua terra? perché le ambizioni di questo popolo sono andate frustrate dalla Storia? quali sono le cause di questa sconfitta? come può questo popolo riscattarsi? Ma procediamo con ordine.

Il racconto

I libri del Pentateuco coprono il periodo che va dalla creazione del mondo (~4000 a.C.?) fino alla fuga dall'Egitto verso Canaan. Descrivono la nascita del popolo israelita e il patto che questo popolo fa con il dio Yahweh: servizi resi in cambio della terra promessa (ed eventuali altri aiutini). Tra i servizi resi: offerta della decima (10% dei beni prodotti), combattenti per le guerre di conquista, olocausti per placare l'ansia della divinità. Tra gli aiutini: liberazione dalla schiavitù in Egitto (ripetutamente rivendicata da Yahweh), qualche intervento di fecondazione sui capi tribù sterili, e poco altro; nel mentre, Yahweh detta a Mosè la Legge che il popolo dovrà seguire scrupolosamente. A me non mi sembra uno scambio equo.

I Libri storici vanno dalla conquista di Canaan alla nascita del grande Regno di Israele unito per mano del mitologico re David (~1000 a.C.?), alla guerra civile di secessione del regno del nord, la caduta del regno del nord sotto gli Assiri, il velleitario tentativo di re Giosia di ricostituire il mitologico grande regno unito, fino alla caduta del Regno di Giuda per mano dei Babilonesi (586 a.C.) e conseguente deportazione delle classi dirigenti in Mesopotamia (esilio babilonese o cattività babilonese). Seguono la dominazione dei Persiani, Alessandro Magno, Greci e Romani, questi ultimi invitati proprio dai patrioti Giudei per liberarli dai Greci. La narrazione degli ignoti autori si interrompe qui. La sezione storica del Tanach non include i libri dei Maccabei, e quindi si ferma addirittura all'esilio babilonese e al successivo rientro in patria (libro di Neemia, quinto secolo a.C.).

I Libri sapienziali comprendono insegnamenti, canti patriottici e approfondimenti culturali. I Libri dei profeti comprendono varie elucubrazioni etiliche dei sacerdoti di Yahweh che analizzano le varie situazioni politiche contingenti con particolare riguardo alle ragioni della caduta di Gerusalemme, alle ragioni dell'ira di Yahweh per il suo popolo eletto, e alle possibilità di riscatto futuro per il popolo eletto di Israele e la sua terra.

Il Nuovo Testamento raccoglie testi inerenti al personaggio di Gesù.
 I vangeli sono 4 rielaborazioni della parabola di questo personaggio a cui dio ha dato il compito di salvare il popolo di Israele e instaurare il Regno dei Cieli. Il progetto fallisce nel quadro di un deliberato imperscrutabile disegno divino, Gesù viene giustiziato dai Romani, muore, risorge, va in Cielo, ritorna in Terra per annunciare il suo imminente ritorno, e quindi si ritira di nuovo in Cielo.
 Paolo, già guardia del tempio di Gerusalemme addetto alla repressione di ogni eresia della Legge Mosaica, intorno al 50 d.C. ha una improvvisa visione di Gesù risorto che lo converte a un pensiero filosofico e religioso universalistico e inclusivo che lo porta presto a scontrarsi coi compatrioti Giudei; minacciato di morte, ottiene protezione dai Romani e scappa a Roma, da dove per qualche anno continua la sua predicazione; la sua storia viene narrata negli Atti degli Apostoli e nelle lettere che gli sono attribuite; di lui si perdono le tracce dopo il 64 d.C.
 Nel libro dell'Apocalisse (="rivelazione") l'autore ci spiega come avverrà il Giudizio Universale, quando finalmente Yahweh chiamerà il suo popolo eletto in Cielo per abitare accanto a lui nella Gerusalemme Celeste appositamente creata; tutto il resto viene distrutto e riassorbito.

L'ideologia

L'Antico Testamento fu concepito dalle oligarchie sacerdotali del tempio di Gerusalemme nel 7o secolo a.C. ai tempi di re Giosia per affermare il primato del piccolo Regno di Giuda su tutta Canaan e per legittimare il progetto politico e religioso unitario volto a ricostituire il grande Regno di Israele, in realtà mai esistito. Gli eventi storici porteranno invece a una sconfitta militare, alla deportazione delle classi dirigenti in Babilonia, e alla dominazione straniera. Al fallimento del progetto unitario seguirà un completo ripensamento sia politico che religioso in senso monolatra prima e monoteista poi, la concezione monarchica viene ridimensionata, mentre il vero dominus diventa la Scrittura e la Legge che essa contiene; tale Scrittura funziona come fulcro di una identità nazionale Israelita che andrà rinforzandosi nei secoli.

La seconda parte della Bibbia comprende i 27 libri del Nuovo Testamento. Il NT è solo apparentemente incentrato sul personaggio di Gesù, uno tra le migliaia di martiri insorti contro l'occupazione romana già finiti crocifissi per la loro attività eversiva. Di questo Gesù storico nessuno sapeva granché e quel poco era meglio non raccontarlo. Ed è così che a sua insaputa i posteri useranno il suo nome per proporre ideologie agli antipodi.

Paolo scrive le sue lettere tra il 50 e il 64 d.C ma non dice quasi nulla della biografia di Gesù, personaggio che usa soltanto per legittimare la sua filosofia religiosa universalistica che porterà successivamente al Cristianesimo. Paolo non ha conosciuto personalmente Gesù né mai Paolo attribuisce direttamente a Gesù quelle che sono solo sue personali convinzioni. Dopo avere inizialmente aderito alla setta di Gesù, Paolo viene minacciato di morte per eresia, e quindi fugge a Roma da dove mantiene i contatti epistolari con la rete delle primitive comunità di quelli che verranno poi chiamati Cristiani. Ci sono evidenti indizi che il vero ruolo di Paolo fosse quello dell'infiltrato, prima per conto del Sinedrio, e poi per conto dei Romani. Poi, abile ed egocentrico quale era, nella sua vita pubblica Paolo si proclamò unico depositario della Rivelazione di Gesù, diventando filosofo e teologo dell'amore universale tra le nazioni.

Decenni più tardi, anonimi autori scrivono i vangeli, che solo a una lettura superficiale appaiono come una biografia di Gesù. Una analisi più approfondita rivela che si tratta invece della testimonianza ideologica di Israeliti delusi e angosciati per la tragica condizione del loro paese, e in cerca di riscatto.
 Tra i punti fondamentali di questa ideologia vi sono: mobilitazione delle masse di peccatori in un progetto rivoluzionario di liberazione del popolo di Israele che ha nome in codice "Regno dei Cieli"; temporanea sospensione della Legge Mosaica che verrà ripristinata solo a compimento del progetto; la guida del movimento di liberazione è affidata a un personaggio carismatico che ha le caratteristiche di un messia davidico; a questo messia davidico viene data tangibile concretezza nel martire Gesù; gli aspetti più violenti ed eversivi di questa ideologia vengono astutamente nascosti usando un linguaggio in codice comprensibile solo agli iniziati ma inaccessibile ai Romani; l'origine non proprio nobile di Gesù e la sua fine tragica vengono opportunamente mitigati.
 Possiamo considerare i vangeli come il manuale operativo del messia davidico che verrà a liberare Israele e, forse, la risposta polemica dei Gesuani alle fumisterie filosofiche e teologiche del giudeo rinnegato Paolo. Gli evangelisti hanno lavorato molto di fantasia per imbastire questa ideologia del messia davidico all'interno di quella che sembra una biografia di Gesù. Così si spiegano le innumerevoli incongruenze dei vangeli sul piano storico, geografico e narrativo. Il contenuto ideologico che gli evangelisti intendevano veicolare, invece, è rimasto intatto e coerente, riuscendo a superare repressione e censura per 2000 anni.

Il libro dell'Apocalisse è l'ultima testimonianza della setta dei Gesuani prima che i Cristiani prendano il sopravvento nella gestione del personaggio di Gesù; ivi si fantastica del Giudizio Universale dove tutti i nemici di Israele saranno finalmente sconfitti e il popolo eletto andrà a vivere per sempre in beatitudine accanto al suo dio.

In conclusione, l'AT appartiene all'area ideologica del Giudaismo, mentre il NT appartiene all'area ideologica dei Gesuani (con i vangeli) e dei Cristiani (con le lettere di Paolo). La possibile saldatura tra Gesuani e Cristiani è un tema solo sfiorato nei vangeli e negli Atti degli Apostoli là dove i Greci (che hanno dei conti da regolare coi Romani) si accostano ai Gesuani (che hanno anche loro dei conti da regolare coi Romani). Ci vorranno ancora secoli prima che tutti questi movimenti ideologicamente incompatibili si separino nettamente, ciascuno per la sua strada e in competizione.

Evoluzione della teologia

Diciamo subito che la Bibbia raccoglie contributi che originano all'80% da scardoti Giudei e il resto da sacerdoti Israeliti. Al centro delle loro preoccupazioni non ci sono le questioni metafisiche e filosofiche, ma piuttosto la necessità di definire l'identità del loro popolo, le origini, il loro destino, la loro Legge, le loro travagliate vicende storiche. Tuttavia il lettore moderno apre la Bibbia essenzialmente aspettandosi un testo che parla di religione, e magari anche di teologia e filosofia. A mio modesto parere questi aspetti sono largamente minoritari e secondari nelle scala delle priorità degli autori. Sarebbe invece più fruttuoso per la comprensione della Bibbia di studiare il particolare intreccio tra Storia e politica che hanno portato alla scrittura di questo libro. Pertanto il tema oggetto di questo paragrafo non troverà qui una risposta definitiva semplicemente perché non è questo il motivo per cui la Bibbia fu scritta.

I Giudei avevano un rapporto molto concreto e utilitaristico con gli dèi: vedremo diversi esempi in cui i protagonisti contrattano la loro fedeltà al dio che gli si presenta (Abramo, Giacobbe), vedremo opportunistici passaggi da un dio all'altro (es. Giacobbe con gli idoli a Sichem), vedremo che il papà di Abramo e il fratello di Abramo servivano altri dèi (Giosuè 24,2), vedremo che è del tutto normale per le genti di quel tempo servire gli dèi del luogo in cui si vive e cambiarlo quando ci si trasferisce, vedremo consultazioni generali per stabilire quale dio servire (es. Giosuè 24), vedremo gli Israeliti e i loro re cambiare spesso dio (numerose volte), vedremo che il tempio di Salomone serviva diversi culti, vedremo che il popolo al di fuori di Gerusalemme continuerà ad adorare decine di dèi diversi almeno fino alla imposizione della monolatria da parte di re Giosia, vedremo vari casi in cui i protagonisti sono perfettamente consapevoli che popoli diversi adorano dèi diversi (es. giuramento di Giacobbe a Labano sugli dèi dei loro padri). Decisamente la teologia era una disciplina di pensiero completamente estranea ai Giudei così come ai popoli che li circondavano almeno fino alla svolta culturale del Periodo Assiale, quando emergeranno nuove concezioni metafisiche.

Del resto gli studi critici degli archeologi e degli storici (cfr. [FINKELSTEIN], [LIVERANI]) che descrivono come perché la Bibbia fu scritta, non hanno neppure bisogno di prendere in esame la questione teologica, tanto essa è secondaria rispetto alle vere ragioni che hanno mosso gli autori dei testi sacri.

Tuttavia oggi il profano che per la prima volta si avvicina allo studio della Bibbia è proprio questa una delle prime domande che si pone: acquisito il fatto evidente che i racconti della Bibbia nascono in un contesto politeistico, come e quando è avvenuto il passaggio al monolatrismo e poi al monoteismo?

Politeismo materialistico

Nell'antichità i Sumeri, gli Egiziani, i Greci, i popoli germanici, tutti avevano una concezione politeistica e avevano un rapporto utilitaristico con gli dèi. Lo stesso vale per i Giudei e gli altri popoli dell'area di Canaan.

La contrapposizione tra bene e male come concetti morali era del tutto sconosciuta alla mentalità giudaica, che usa le stesse parole ma per riferirsi ai beni materiali e alla sofferenza fisica: Yahweh "benedice" la fedeltà di Giobbe con figli e greggi, mentre punisce la disubbidienza di Adamo ed Eva che hanno mangiato il frutto del "bene e del male" con la fatica del lavoro e la sofferenza del parto. In breve, nella concezione giudaica i premi e le punizioni sono tutti nell'aldiquà.

Monolatrismo materialistico

Nel 7o secolo a.C. il piccolo Regno di Giuda, assediato su tutti i confini, reagisce con una svolta nazionalista che accentra il potere e il culto in Gerusalemme, trae legittimazione dal dio Yahweh, fissa le norme religiose e civili nella Scrittura, e si prepara ad estendere il suo dominio nel territorio del nord. Dunque un popolo, un dio, un territorio, una Legge, una nazione, un unico destino. La teocrazia di re Giosia è un momento di svolta che durerà appena qualche anno ma che lascerà il segno, anche dopo la catastrofe finale della caduta di Gerusalemme.

Monoteismo materialistico

Dopo l'esilio babilonese (conseguente alla occupazione di Gerusalemme da parte degli assiro-babilonesi) gli Israeliti cominciano l'elaborazione in chiave più strettamente monoteistica della Bibbia, cercando di accreditare l'idea di un unico dio fortissimo contro idoli di pietra inerti. Provo ad elaborare possibili motivazioni di questa transizione:

Adeguare la traduzione ai gusti sofisticati della cultura ellenistica offrì una grande opportunità. Infatti nella cultura e nella lingua semitica non esistono i concetti metafisici e non esistono le rispettive parole per indicarli quali: dio, creare dal nulla, immortalità, eternità. Ma adesso, con la lingua greca, si aprono nuove possibilità espressive. I traduttori, che erano sicuramente Giudei osservanti, dovevano anche risolvere il problema di come offuscare il nome sacro del loro dio, che gli infedeli avrebbero sicuramente pronunciato senza ritegno in violazione del comandamento. La Septuaginta ha quindi condotto quella deliberata trasformazione del testo in chiave monoteistica e metafisica che non era accessibile alla lingua originale.

La seguente tabella mostra la conversione dei termini da politeisti materialisti (come nel Tanach) a monoteisti metafisici (come nella Septuaginta). NON SI APPLICA al Nuovo Testamento, che è scritto direttamente in greco e da persone con una mentalità completamente diversa e che vogliono dire cose completamente diverse.


Terminologia politeista materialista Terminologia monoteista metafisica
barà creare dal nulla
olam eternità
el, elohim, eloha dio, iddio, dèi, ma anche giudici
Elyon, El Elyon altissimo
Yahweh signore, eterno
Yahweh elohim signore iddio
El Shaddai iddio onnipotente
malach (pl. malakim) angelo, arcangelo
kavod gloria
ruach spirito

Nel glossario dell'AT vedremo nel dettaglio il significato di tutti i termini della tabella.

La Bibbia masoretica e le bibbie ebraiche moderne hanno parzialmente ristabilito quello che si pensa fosse il testo originale pre-esilio babilonese, ma siccome non sono sopravvissute copie di quel testo, non possiamo averne la certezza; l'unica certezza è che i testi che abbiamo non sono quelli composti nell'arco di tempo tra il 1000 a.C. e il 586 a.C.

Ecco perché edizioni diverse della Bibbia possono differire in molti punti anche in modo importante, soprattutto quando è coinvolta la divinità.

Monoteismo metafisico

Filone di Alessandria (25 a.C - 50 d.C.) rilegge l'AT in chiave filosofica: Adamo creato dal fango destinato a morire ritornando fango è la metafora del nostro corpo effimero; tuttavia la differenza la fa il soffio vitale iniettato da dio che va a costituire l'intelletto dell'uomo, intelletto che si esprime con la parola, e che nell'insieme va a costituire l'anima immortale (cfr [BARTON] p. 185). Ragionamenti come questo saranno ripresi da Paolo per rielaborare l'AT in una versione monoteistica palatabile ai gusti dei Gentili, e poi da Giovanni evangelista per elevare la figura del messia davidico liberatore di Israele a quella di profeta del verbo divino. La contrapposizione tra queste due mentalità opposte, quella materialistica e quella metafisica, diventa evidente quando Gesù tenta di spiegare la sua concezione metafisica ai Giudei, e questi ultimi lo lapidano (Giovanni 8,30-59). La formazione del Cristianesimo come costola del Giudaismo richiederà ancora secoli di elaborazioni prima di diventare religione autonoma.

La figura del diavolo come signore del male fu introdotta nella teologia cristiana e islamica in contrapposizione al dio del bene per spiegare come mai il male è ancora presente sulla Terra; tale personaggio non esiste nel Tanach (vedi il Glossario per i dettagli). Per questo motivo Satana come personificazione del male assoluto viene introdotto dalla Bibbia solo in Luca 10,18 per poi venire ulteriormente sviluppato nella teologia cristiana in contrapposizione al soggetto divino del bene assoluto. In breve, nella concezione cristiana e islamica i premi e le punizioni sono tutti (o quasi tutti) nell'aldilà e da qui la necessità del concetto di anima che sopravvive alla morte del corpo.

Antico Testamento

Ho letto la Bibbia - Antico Testamento

Nuovo Testamento

Ho letto la Bibbia - Nuovo Testamento

Critica alla Bibbia

Dopo oltre 2000 anni forse abbiamo finalmente la possibilità di analizzare criticamente l'AT (nelle sue diverse forme) e il NT, e comprendere questi testi antichi per quello che i loro autori ci hanno realmente voluto dire, e infine possiamo ricostruire il lungo percorso che ha portato alla compilazione di quei testi e alle loro trasformazioni nel tempo. I curiosi che affrontano questo studio senza preconcetti religiosi, ci troveranno allora una straordinaria avventura del pensiero umano che può insegnarci molte cose sulla Storia e sul mondo contemporaneo. Chi ha fede religiosa potrà selezionare da quei testi le parti che concordano con le sue aspettative e guardare con indulgenza al resto, ma così facendo tradirà l'intenzione degli anonimi autori e non coglierà l'insegnamento che se ne può trarre.

Quali fasi redazionali ha subito la Bibbia?

Plausibilmente, all'origine dei racconti mitologici condivisi dal popolo di Israele e trasmessi oralmente vi sono i racconti dei patriarchi Abramo, Isacco e Giacobbe e forse anche i mitologici re David e Salomone, ma le loro storie furono pesantemente rielaborate durante il progetto di riforma di Giosia nel 7o secolo a.C., di cui abbiamo già parlato.

Tutte le elaborazioni successive dell'AT sono opera dei sacerdoti di Yahweh e riflettono le concezioni politeistiche del loro tempo, per cui Yahweh è il dio cananeo protettore degli Israeliti. L'introduzione alla Genesi con la creazione del mondo e fino al diluvio sarebbero aggiunte post-esiliche del 5o e 4o secolo a.C. palesemente ispirate alla mitologia assiro babilonese. Queste modifiche avvennero mentre parallelamente venivano elaborate narrazioni alternative di stampo monoteistico, come il Libro dei Giubilei e il Libro di Enoch; le contaminazioni e le intersezioni tra il Tanach e queste narrazioni alternative sono evidenti e le abbiamo esaminate punto per punto.

L'AT come ci è giunto nella Masoretica ha ricevuto una sistemazione definitiva all'epoca del governatore Neemia e del sacerdote capo Esdra nel 4o secolo a.C. quando la Giudea era provincia persiana.

La traduzione in greco del 3o secolo a.C. ha prodotto la Septuaginta che è stata adottata successivamente dal Cristianesimo.

Il NT è stato redatto indicativamente tra il 57 d.C. con le lettere di Paolo, e si chiude intorno al 150 d.C. con il vangelo secondo Giovanni e l'Apocalisse. Gli autori di questi testi sono tutti Giudei o Giudei ellenizzati, fatta eccezione per le lettere di Pietro, Giuda e Giovanni che potrebbero essere state elaborate molto tempo dopo interamente in ambito cristiano e quindi attribuite agli apostoli.

La Bibbia è un manifesto identitario, politico e ideologico

Mi sembra abbastanza evidente che la Bibbia non è né un libro di storia né un libro di religione. Sì, qualche elemento di storicità qui e là lo si trova, ma gli autori della Bibbia non sono certo degli storici. Sì, qualche accenno al rapporto tra il popolo e la divinità c'è, ma anche questo è minoritario rispetto alla massa delle altre questioni trattate. La mia conclusione è che la Bibbia è principalmente un manifesto identitario, ideologico e politico in evoluzione, redatto in tempi diversi da persone con forma mentale diversa e con scopi diversi. Nella introduzione a questo documento abbiamo già sintetizzato il contenuto ideologico dell'AT e del NT come esito finale della nostra analisi.

Cosa dice la Bibbia del ritorno di Gesù Cristo?

La mia analisi del NT mi ha portato alla seguente conclusione. Bisogna distinguere tra diversi Gesù:
- Il Gesù storico fu un ribelle anti-Romano giustiziato per sedizione; di lui non sappiamo quasi nulla perché finì come finirono migliaia di altri ribelli come lui rimasti in gran parte anonimi; egli non ritornerà mai per la semplice ragione che è morto.
- Il Gesù di Paolo è una creatura divina che intendeva rivolgersi a tutta l'umanità, che si è già manifestato da vivo ai Giudei (che non ci hanno capito nulla) e che si è rivelato in visione a Paolo (incaricato di informare tutti gli altri); la pura fede in Gesù (e negli insegnamenti di Paolo) è l'unico requisito per la salvezza; pertanto questo Gesù non ha motivo di ritornare.
- Il Gesù dei vangeli sinottici è il messia davidico mandato per liberare Israele e destinato a ritornare trionfante entro questa generazione (Marco 9,1; Luca 21,27) e comunque non è mai morto. In tal senso i vangeli sono una sorta di manuale operativo del messia davidico che verrà, questa volta trionfante. L'ultimo messia di cui abbiamo notizia fu Simon Bar Kokhba nel 135 d.C.; non sappiamo se applicò il manuale ma, se lo fece, non funzionò. La situazione internazionale di oggi è completamente cambiata, e se un messia davidico ritornasse nella Palestina di oggi si troverebbe piuttosto smarrito.
- Il Gesù di Giovanni è un profeta del verbo divino, ma è anche un messia liberatore di Israele che sale a Gerusalemme per prendere il titolo di re e poi finisce giustiziato dai Romani per sedizione; prima dell'addio definitivo lascia tutto in carico a Pietro, con il seguito che sappiamo. In definitiva, si tratta di un Gesù ibrido un po' profeta e un po' messia, con il secondo ruolo largamente preponderante sul primo, per cui si applicano le considerazioni precedenti.
Quindi in definitiva la risposta al titolo di questo paragrafo è un netto NO.

Cosa dice la Bibbia del Giudizio Universale?

Nella Bibbia di solito vengono riconosciute tre versioni del Giudizio Universale:
- L'apocalisse nel libro di Isaia capp. 24-26 dove Yahweh fa risorgere i giusti (26,19) e distrugge le città e i popoli nemici di Israele (25,2), quindi in realtà nient'altro che una invettiva contro i popoli nemici (nello specifico, i Moabiti in 25,10).
- Il giorno del giudizio (NON universale) citato ripetutamente dai vangeli, è in realtà una epurazione che seguirà l'installazione di Gesù sul trono di Gerusalemme.
- Il giudizio universale nel libro dell'Apocalisse, dichiaratamente il sogno lieto di un giudeo Gesuano che immagina il suo popolo salire in cielo verso la Gerusalemme Celeste mentre il resto del mondo viene distrutto dalla furia divina.
Le concezioni escatologiche propriamente formate con tanto di Giudizio Universale, Paradiso e Inferno sono estranee al Giudaismo e sono successive alla Bibbia, quindi le ritroviamo nella teologia Cristiana e Islamica.

Cosa dice la Bibbia su Bene, Male, Morte, Aldilà, Anima, Paradiso, Inferno e Predestinazione?

Chi cerca oggi nella Bibbia risposte a questi temi, rimarrà deluso.

Il destino del Corpo è indubbiamente quello di ritornare alla terra (Genesi 3,19) per cui la resurrezione dei corpi è categoricamente esclusa dalla Torah e da qualunque religione basata sulla Torah. Quindi niente resurrezione per Giudei, Cristiani e Musulmani. Perciò se qualcosa deve sopravvivere alla morte allora dev'essere qualcos'altro.

Per i Giudei l'Anima risiede nel sangue degli uomini e degli animali e rappresenta una sorta di Estratto Conto dei loro peccati ed è pertanto sostanza impura; per questo motivo si impone di buttare il sangue degli animali macellati e si pongono divieti al contatto con il sangue (Levitico 17, Deuteronomio 12). La vita inizia e finisce nell'Aldiquà; premi e punizioni sono tutti nell'Aldiquà (Giobbe 42; Ecclesiaste 3). In definitiva, l'Anima dei Giudei non ha lo scopo di sopravvivere al corpo.
 Unica voce fuori dal coro l'autore della Sapienza, dove i giusti da morti condanneranno gli empi e gli empi moriranno giovani (4,16); le anime dei giusti sono presso dio (3,1-5); ma si tratta di un'opera in greco redatta nel 1o secolo a.C. in piena rivoluzione monoteistica.

Paolo tenta di andare un pochino oltre il Giudaismo e fa timide allusioni escatologiche, in particolare in 1Tessalonicesi 4,13-18 (resurrezione dei morti che hanno creduto in Gesù); 1Corinti 15,19-58 (c'è vita dopo la morte); 2Corinti 5,1-10 (esiste vita eterna nei cieli); Filippesi 3,20-21 (qualcosa sopravvive alla morte del corpo).

Riguardo alla Predestinazione, è Yahweh a determinare il presente e il futuro degli uomini; la Storia è il percorso che Yahweh ha stabilito per il suo popolo eletto degli Israeliti. Il pensiero di Yahweh è imperscrutabile e gli uomini che ricevono da Yahweh una anticipazione su questo pensiero diventano profeti. Agli uomini viene solo richiesto di adempiere agli obblighi e ai divieti della Legge Mosaica ma, a parte ciò, essi sono liberi fin dai tempi in cui Adamo perse l'innocenza (e ricevette per questo la prima punizione esemplare da Yahweh). Dunque il Bene è adempiere alla Legge e perciò essere premiati da Yahweh; il Male è violare la Legge e perciò essere puniti da Yahweh. Il personaggio di Satana come impersonificazione del Male, qui non trova posto.

Il nucleo centrale dell'Antico Testamento fu sistemato nel periodo esilico e post-esilico, tra il 6o e il 4o secolo a.C., quando si impose di riflettere sulle cause della disfatta del Regno di Giuda, sul Bene e sul Male, sull'Anima, e sulle altre concezioni metafisiche. Traccia di questa elaborazione si trova solo in qualche profeta temerario e inascoltato che fa qualche timido cenno alla questione, ma con scarsa convinzione; il cruccio è come riconquistare la benevolenza di Yahweh e riprendersi Gerusalemme e la Terra Promessa. In Isaia 26 i corpi dei giusti verranno risuscitati e saliranno a dio, mentre gli iniqui verranno distrutti dal fuoco.

Nel Nuovo Testamento l'Anima sopravvive alla morte del corpo e viene scollegata dal sangue; Yahweh diventa il dio del Bene. A questo punto si pone il problema di cosa impersonifica il Male al quale attribuire tutti i misfatti della Terra, ma questo tema non viene sviluppato nel NT. Per Gesù l'uomo deve cercare la vita eterna (Giovanni 8) e la salvezza dell'Anima (Luca 22). Per Pietro e Giuda le anime dei giusti si salveranno (1Pietro 1,9; Giuda 21).

Paolo parla di Giudizio, salvezza dell'Anima, vita eterna e ricompensa nell'Aldilà (2Corinti 5; Ebrei 11,6) ma rimane vago. Paolo ha evidenti concezioni gnostiche, il dio a cui egli si riferisce non è Yahweh ma è il dio del Bene. Paolo si rivolge ai suoi conterranei, ma fatica a far digerire loro questi concetti, perciò cerca di mitigarli un pochino usando un linguaggio non troppo esplicito. Quindi Paolo getta le fondamenta di una nuova dottrina alternativa alla Legge Mosaica obsoleta, apre all'universalismo, definisce nuovi riti sull'ara con pane e vino ma senza più sacrifici di animali, e costituisce una nuova struttura gerarchica a supporto delle chiese in sostituzione dei sacerdoti Leviti; da qui nascerà il Cristianesimo nei secoli seguenti.

Il libro dell'Apocalisse (dal greco "rivelazione") rivela una prospettiva escatologica per i Giudei, che verrà respinta sia dai Giudei che dai Cristiani. Secondo l'Apocalisse, nel giorno del Giudizio i pochi salvati sono essenzialmente i Giudei virtuosi; i loro corpi avvolti in tuniche bianche salgono in cielo nella Gerusalemme Celeste, la città illuminata da dio dove la Legge Mosaica raggiunge il suo compimento e i beati potranno vivere per un tempo indefinito; invece i dannati verranno uccisi e i loro corpi distrutti; nel finale si ringrazia inopinatamente Gesù, che di cose simili non ha mai parlato. E qui finisce la Bibbia.

Concezioni più articolate su Bene, Male, Dio, Satana, Anima, Aldilà e Predestinazione si trovano solo nella letteratura extra-biblica degli gnostici e dei profeti apocalittici che hanno elaborato queste teorie tra il 4o secolo a.C. e il 4o secolo d.C e che concorreranno a comporre la dottrina Cristiana; vedi ad esempio [APOCRIFI]. Per le rappresentazioni folcloristiche del Paradiso e dell'Inferno come li immaginiamo noi oggi bisognerà però aspettare ancora qualche secolo. Per l'interpretazione di questi concetti secondo l'Islam vedi [CORANO].

Cosa dice la Bibbia delle donne?

Cosa dice la Bibbia della schiavitù?

La schiavitù era una condizione sociale normale e accettata in tutto il mondo antico, e la Bibbia riflette questo atteggiamento in vari punti:
- Tutti gli schiavi maschi vanno circoncisi (Genesi 17,12).
- Abramo possiede numerosi schiavi, oltre alla famosa Agar serva di Sara (Genesi 17,27).
- Agar è schiava egiziana di Sara.
- I figli di Giacobbe uccidono gli uomini della città di Sichem e riducono donne e bambini in schiavitù.
- Giuseppe figlio di Giacobbe viene venduto come schiavo dai propri fratelli invidiosi.
- Le norme sono sparse qui e là:
- I figli della schiava ebrea presa in moglie rimangono schiavi del padrone anche quando la schiava viene liberata (Esodo 21,2).
- Il padrone che colpisce a morte lo schiavo non è colpevole se lo schiavo muore dopo oltre due giorni (Esodo 21,20); ma se lo acceca allora lo manderà libero (Esodo 21,26).
- Il ladro si può vendere come schiavo in ragione del valore della refurtiva (Esodo 22,2).
- La Legge Mosaica stabilirà successivamente che gli Israeliti non possono ridurre in schiavitù altri Israeliti, ma sono ammessi solo schiavi stranieri (Numeri 25,24).
- Se compri uno schiavo ebreo, ti servirà per sei anni e al settimo sara anno sarà libero (Esodo 21,1-6; Deuteronomio 15,12-18).
- Lo schiavo ebreo di un forestiero può chiedere il riscatto pagando il tempo rimanente, ma comunque va liberato al giubileo (Levitico 25,39-54).
- Se un israelita debitore si vende come schiavo al suo creditore pure esso israelita, il periodo della schiavitù non può superare i 6 anni (Deuteronomio 15,12-18).
- Sono schiavi i prigionieri di guerra; se si prende la donna prigioniera di guerra può essere fatta schiava, ma se la si prende come moglie, poi non la si può vendere come schiava perché è disonorata (Deuteronomio 21,10-14).
- Il creditore può fare schiavi i figli del debitore (2Re 4,1).
- Tobia si compiace per i Persiani che riducono in schiavitù gli abitanti di Ninive.
- Lo schiavo va trattato con fermezza altrimenti si ribella (Proverbi 29,19).
- Paolo è riluttante ma invita comunque gli schiavi ad accettare la loro condizione (1Corinti 7,21; 1Timoteo 6,1; ...); lo stesso Paolo ha un collaboratore schiavo di nome Onesimo che però ha convertito e che tratta come "fratello" (cfr Lettera a Filemone).
Tra le religioni monoteiste derivate dalla Torah, solo il [CORANO] pone dei limiti allo sfruttamento dello schiavo e formula un percorso di affrancamento dello schiavo da questa condizione, ma siamo ormai alla fine del mondo antico.

Bibbia e folclore

Michelangelo Buonarroti non ha capito nulla della Bibbia

Proverbi, massime, detti e parole tratte dalla Bibbia

- Costume adamitico (Genesi 2,25) ovvero nudità.
- Conoscere biblicamente il partner (Genesi 4,1; 19,8; Luca 1,34): avere un rapporto sessuale.
- Inviare o ricevere una colomba della pace (Genesi 8,10) ovvero un messaggio di riconciliazione.
- Babele (Genesi 11) ovvero confusione di voci e lingue incomprensibili.
- Vendersi per un piatto di lenticchie (Genesi 25,29): ovvero condanna morale di chi si prostituisce ideologicamente o economicamente per inettitudine o ingratitudine.
- Capro espiatorio (Levitico 16) ovvero soggetto innocente sul quale riversare le proprie colpe.
- Muoia Sansone con tutti i Filistei! (Giudici 16,30) ovvero causare un danno anche fatale a sè stessi pur di fare vendetta sui nemici.
- Manna dal cielo (Numeri 11,1) ovvero inaspettato evento favorevole che capovolge una situazione disperata.
- Non tentare il Signore (Deuteronomio 6,16; Matteo 4) ovvero dio non si dimentica di te e provvederà se e solo se sei meritevole; ovvero non provocare dio dubitando del suo intervento; ovvero ironicamente non provocare il potente.
- David contro Golia (1Samuele 17) ovvero epica lotta del debole contro il forte, con il debole che vince in virtù della sue superiori qualità e fede.
- Unto del Signore (1Sam 10) ovvero salvatore designato da dio o dal destino.
- Geremiade (dal libro Geremia) ovvero tediosa reprimenda del solito vecchio trombone.
- Chi semina vento raccoglie tempesta (Osea 8,7) ovvero chi si comporta male poi ne patisce le conseguenze.
- Strage degli innocenti (Matteo 2,16) ovvero le vittime innocenti e inconsapevoli di un potente.
- Porgere l'altra guancia (Matteo 5,38; Luca 6) ovvero resistere a una offesa offrendo generosamente pace.
- Discorso della montagna (Matteo 5) ovvero così si definisce ironicamente una solenne e seriosa proclamazione di principi fondanti di un pensiero filosofico o politico.
- Nessuno può servire a due padroni, non potete servire a dio e a mammona (Matteo 6,24) ovvero prima viene il dovere e poi il piacere.
- Non gettare perle ai porci (Matteo 7,6) ovvero non dispensare risorse a chi è troppo ignorante per apprezzarle.
- Chi cerca trova e a chi bussa sarà aperto (Matteo 7,8; Luca 11,9-10) ovvero chi si impegna con umiltà trova la via giusta; ovvero ironicamente "chi cerca trova" riferito a chi non vede neanche le cose che ha sotto il naso.
- Gesù: Chi non è con me è contro di me (Matteo 12,30) ovvero chi non è mio amico è mio nemico.
- Gesù a Pietro: Uomo di poca fede, perché hai dubitato? (Matteo 14,31) ovvero si stigmatizza il dubbio e si promuove la cieca fede; il senso critico è un disvalore.
- Sono ciechi guide di ciechi (Matteo 15,14) ovvero non conoscono e pretendono di insegnare.
- Scacciare i mercanti dal tempio (Matteo 21; ecc.) ovvero condannare coloro che fanno interessi personali abusando di un luogo o di una funzione che dovrebbe servire a uno scopo elevato.
- Rendere a Cesare ciò che è di Cesare e a dio ciò che è di dio (Matteo 22,15-22; Luca 20,20-26).
- Tutti quelli che prendono la spada, di spada moriranno (Matteo 26,52) ovvero la violenza genera violenza di ritorno.
- Lavarsene le mani (Matteo 27,24) ovvero sottrarsi a un dovere morale.
- Vendersi per 30 denari, fare il Giuda (vangeli) ovvero tradire per vile denaro o alta utilità di poco conto rispetto alla immensità del patto di fedeltà che viene violato.
- Il bacio di Giuda ovvero atto di apparente gentilezza e subordinazione che nasconde il vile tradimento.
- Moltiplicazione dei pani e dei pesci (vangeli) ovvero così si commenta ironicamente un inverosimile o preteso aumento di risorse.
- Guardare alla pagliuzza nell'occhio del fratello senza vedere la trave nel proprio occhio (Matteo 7,3) ovvero essere severissimo nel giudicare gli altri ma molto indulgente con sè stesso; ovvero mancare di senso autocritico.
- Non me ne importa un fico secco: cosa o persona priva di valore e perciò sacrificabile (Luca 13,1-9).
- Il popolo sceglie Barabba (Luca 23) ovvero gli ignoranti scelgono personaggi accattivanti e popolari ma di dubbia moralità mentre non riconoscono la serietà e il sacrificio delle persone rette ma seriose.
- Padre, perdona loro perché non sanno quello che fanno (Luca 23,33) ovvero così ironicamente si stigmatizzano le azioni deleterie degli inconsapevoli idioti.
- Sepolcro imbiancato (Matteo 23,27; Atti 23,3) ovvero pulito fuori e marcio dentro; ovvero ipocrisia dell'apparenza.
- I primi saranno gli ultimi e gli ultimi saranno i primi (Marco 10) ovvero verrà il giorno in cui si farà giustizia e gli emarginati prevarranno sui privilegiati.
- Nessun profeta è bene accetto in patria (Marco 6,4; Luca 4,14-30; Giovanni 4,44) ovvero il personaggio di valore è costretto a lasciare la comunità di origine che non lo apprezza e deve cercare con fatica chi sa riconoscere il suo merito.
- Portare la croce (Marco 8,34-35; Matteo 10,38; Luca 14,27) ovvero deliberatamente sobbarcarsi colpe altrui, tipicamente per fini più elevati come senso del dovere, spirito di servizio, per spirito di sacrificio verso amici e compagni.
- Chi è senza peccato scagli la prima pietra (Giovanni 8,8) ovvero chiamata in correo degli astanti, ai quali si attribuiscono colpe almeno pari a quelle dell'accusato; ovvero siamo tutti colpevoli e perciò nessuno è colpevole.
- La verità vi farà liberi (Giovanni 8,31-32); ovviamente la verità in questione è una qualche ideologia intricata e molto questionabile, mentre la libertà coincide con le aspettative degli astanti.
- Lazzaro! alzati e cammina! (Giovanni 11,41) ovvero enfatico riferimento a un progetto dato per morto ma riportato in vita inaspettatamente.
- Simonia (Atti 8) cioè l'acquisto e la vendita di oggetti sacri come tentò di fare il mago Simone.
- Folgorazione sulla via di Damasco (Atti 9) ovvero l'improvviso inverosimile cambio di idea del voltagabbana opportunista.
- C'è più gioia a dare che a ricevere (Atti 20,35) ovvero il donare come manifestazione dell'istinto di socialità può dare una gratificazione anche superiore a quella di essere riconosciuto membro sociale meritevole di donazione.
- Apocalisse (dal libro Apocalisse) ovvero catastrofe definitiva, completa di condanna morale.
- Riconoscere nel numero 666 il simbolo del demonio (Apocalisse 13,18) ovvero una manipolazione numerica che dà questo valore fatta sul nome dell'avversario per delegittimarlo, con intenzioni più o meno sarcastiche.

Domande irriverenti sulla Bibbia

Provare a rispondere alle seguenti domande fondamentali sulla Bibbia e valutare la credibilità delle risposte:


Fine